Le lettere lucenti nel Corano - Visit WordPress
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La prossima sura analizzata è quella del Calamo, introdotta dalla lettera<br />
N; si tratta della seconda sura rivelata a Maometto, <strong>nel</strong>la quale è narrata<br />
la maniera in cui i qurayshiti accusavano il Profeta di follia e di voler<br />
sconvolgere, con il suo pericoloso messaggio, la loro vita quotidiana, le<br />
attività economiche e politiche. La lettera N è intesa <strong>nel</strong> tafsīr Al-<br />
Ğalālayn come una lettera dell’alfabeto arabo; in quello di Ibn Kathīr<br />
è accostata ai significati di “tipo di pesce gigante, tavola di luce oppure<br />
inchiostro”.<br />
Lo studioso egiziano Sa‘ad ‘Abd Al-Muttalib, <strong>nel</strong> libro Al-Hīrūghlīfiyya<br />
tufassir Al-Qur’ān 91 , afferma che la lettera N non può essere una lettera,<br />
soprattutto se inserita <strong>nel</strong> significato generale della sura. Quest’ultima<br />
procede in questa maniera:<br />
«Nel nome di Dio, clemente e misericordioso!<br />
N. pel Calamo e quel che loro scrivono! Tu non sei, per grazia del<br />
Signore un folle! E avrai certo mercede ininterrotta. E certo l’indole tua<br />
è nobilissima. Presto vedrai, presto vedranno, chi sia di voi il sedotto. In<br />
verità il tuo Signore sa meglio chi erra lungi dalla sua via, meglio<br />
conosce quei che camminano <strong>nel</strong> giusto.»<br />
<strong>Le</strong> domande da porsi riguardo questa sura sono:<br />
chi sono quelli che scrivono?<br />
chi sono coloro che presto vedranno?<br />
chi sono i sedotti?<br />
Non è chiaro il soggetto del discorso sacro, ma è chiaro che Dio si<br />
rivolge a più di una persona. La prima a cui si rivolge è il Profeta, quando<br />
dice:<br />
«Tu non sei, per grazia del Signore un folle!» e «E certo l’indole tua<br />
è nobilissima»; il secondo destinatario è un gruppo di persone, ovvero gli<br />
smarriti che non vogliono credere al Profeta, accusandolo di pazzia<br />
91 Sa‘ad ‘Abd Al-Muttalib “<strong>Le</strong> <strong>lettere</strong> geroglifiche spiegano il <strong>Corano</strong>”, Maktabat Madbūlī, Cairo<br />
2000.<br />
53<br />
«presto vedranno, chi sia di voi il sedotto»; infine il “loro” della frase<br />
«N. pel Calamo e quel che loro scrivono!», per i primi fuqahā era da<br />
intendersi come gli angeli, mentre alcuni di essi oggi sostengono che tale<br />
interpretazione sia falsa perché è impossibile che Iddio si rivolga a loro<br />
e li sfidi dicendo «Presto vedrai, presto vedranno», in quanto custodi<br />
delle tavole sacre e suoi servi. L’interpretazione del “loro” della sura<br />
come angeli, si basa sulla convinzione dei fuqahā che N sia uno<br />
strumento di giuramento. Sa‘ad sostiene invece che N non sia una lettera<br />
dell’alfabeto, ma una parola derivante dalla lingua geroglifica composta<br />
da tre <strong>lettere</strong>: N.U.N,<br />
54<br />
, significa<br />
“coloro che precipitano, declinano o cadono <strong>nel</strong>l’abisso”; tale espressione<br />
esiste tutt’oggi <strong>nel</strong>le lingua copta odierna e in arabo significa<br />
“corruzione, ignoranza”.<br />
Alla luce di tale spiegazione, la sura può essere riletta dando a N il<br />
significato di “corrotti”:<br />
«Corrotti loro e quel calamo con il quale scrivono e dannata<br />
quell’ignoranza che scrivono e quella follia con la quale ti accusano. Tu<br />
hai avuto la profezia e avrai certo mercede ininterrotta. E certo l’indole<br />
tua è nobilissima e presto vedremo chi di voi sia il sedotto: loro, con la<br />
loro ignoranza e bassezza, o tu, oh Maometto. In verità il tuo Signore sa<br />
meglio chi si allontana dalla sua via, meglio conosce coloro che<br />
camminano <strong>nel</strong> giusto”.<br />
L’ultima sura presa in esame è la Sura delle Formiche 92 , introdotta dalle<br />
<strong>lettere</strong> T S, la cui spiegazione può essere proposta in due modi:<br />
92 «Nel nome di Dio Clemente e misericordioso<br />
T.S. Questi sono i segni del <strong>Corano</strong>, d’un libro chiarissimo. Guida e Buona Novella ai credenti; quali<br />
eseguono la preghiera, e pagano la decima e fermamente credono alla vita dell’oltre».