03.06.2013 Views

Le lettere lucenti nel Corano - Visit WordPress

Le lettere lucenti nel Corano - Visit WordPress

Le lettere lucenti nel Corano - Visit WordPress

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

“segreto” possa indicare ciò che è considerato tale e al quale si può<br />

giungere, senza alcuna distinzione sociale. Muhammad stesso<br />

(S.’A.W.S.), semplice e giovane orfano, un pastore, venne perfino<br />

chiamato «Profeta analfabeta» 53 , si trovò <strong>nel</strong> privilegio di avere una<br />

grande responsabilità: il compito di spiegare ai suoi seguaci le parole del<br />

<strong>Corano</strong>. Non riuscendo egli stesso a comprendere la sua missione,<br />

all’inizio, per paura di dimenticare i versetti sacri che gli erano soffiati<br />

<strong>nel</strong> cuore, aveva una grande fretta, di fronte l’Arcangelo Gabriele, di<br />

apprendere a memoria le parole del <strong>Corano</strong> e muoveva velocemente le<br />

labbra per il timore che la rivelazione terminasse; nei versetti 17-20 della<br />

sura della Resurrezione, Dio infatti rimprovera chiaramente il Profeta<br />

dicendogli:<br />

«E tu non muovere la lingua ad affrettarlo, che a Noi sta raccoglierlo<br />

e recitarlo, quando lo recitiamo, sèguine la recitazione e poi a Noi spetta<br />

spiegarlo! No! Ma voi amate l’effimero e trascurate l’oltre».<br />

Dunque, come spiega Ahmad Baghir, se Dio ha promesso al suo Profeta<br />

di chiarire e spiegare il suo Libro sacro, in tal caso non si spiega perché<br />

gli shuyūkh del passato e del presente affermino che la rivelazione è un<br />

53 Molti fuqahā’ intesero la parola “analfabeta” in arabo (ummī) come un riferimento alla persona che<br />

non sa leggere né scrivere; i continui e lunghi studi arabi sul <strong>Corano</strong> hanno rivelato poi l’esatto<br />

contrario, e lo studioso ‘Abd Al-Karīm Al-Hāyirī in un articolo pubblicato sulla rivista irachena Al-<br />

Naba’ ( n°48, agosto 2000) scrisse: la parola “analfabeta”, citata in diversi versetti coranici, non indica<br />

il non saper leggere né scrivere, ma come disse il grande faqīh e linguista Abū Ishāq Al-Zağāğ, i vari<br />

versetti che riportano la parola “analfabeta” riferendosi al Profeta Maometto, in realtà intendono ben<br />

altro: cioè la persona che ha conservato la purezza e il suo stato innato e istintivo. Il <strong>Corano</strong> usa questa<br />

parola anche quando vuol parlare degli arabi qurayshiti, non per dire che essi siano “analfabeti” ma che<br />

essi sono la gente che sino a quel momento non aveva avuto un Libro sacro come gli ebrei e i cristiani,<br />

chiamati dal <strong>Corano</strong> «la gente del Libro». <strong>Le</strong> prove che confermano la condizione di uomo sapiente<br />

e non di “analfabeta” del Profeta sono tante, sia <strong>nel</strong> <strong>Corano</strong> che negli ahādīth, citiamo due esempi:<br />

- «Egli é colui che suscitò fra gli analfabeti - gente priva di Libro sacro - un messaggero della<br />

loro stirpe che recita loro i suoi segni, li purifica e insegna loro il Libro e la saggezza anche se<br />

prima si trovavano in errore manifesto». Il <strong>Corano</strong>, Sura dell’Adunanza, versetto 2.<br />

La domanda qui è: come fa un messaggero, che ha il compito di insegnare alla sua gente il Libro e la<br />

saggezza, ad essere “analfabeta”?<br />

- «Il Profeta (S.’A.W.S.), ormai ammalato, nei suoi ultimi anni di vita, disse ai suoi compagni:<br />

«datemi l’inchiostro e la carta su cui scriverò un libro con il cui aiuto non vi smarrirete mai».<br />

Al-Tabarī, Dār Ihyā’ Al-Kutub Al-‘Ilmiya, Libano, 1999, volume III, pg: 80.<br />

17<br />

segreto, un dogma difficile da capire, soprattutto quando si parla delle<br />

<strong>lettere</strong> introduttive del <strong>Corano</strong>.<br />

A quest’osservazione rispose a suo tempo il grande mistico e sūfī<br />

medievale lo sheikh al akbar Muhyī Al-Dīn Ibn ‘Arabī 54 , quando disse<br />

<strong>nel</strong> suo libro Tafsīr Ibn ‘Arabī 55 che l’uomo per natura è irruente perché<br />

creato dalla “fretta”, ossia dalla “vita terrena” intesa come breve dimora;<br />

l’uomo ha scelto di vivere sulla terra preferendo la dimora breve a quella<br />

eterna; la dimora celeste. La sua “fretta” gli impedisce dunque di leggere<br />

il testo sacro con calma e attraverso gli occhi dell’anima anziché<br />

dell’intelletto, di conseguenza questa “fretta” non gli permette di capirne<br />

il senso esatto, proprio come succedeva al Profeta nonostante avesse<br />

raggiunto i massimi livelli di pace interiore. Ogni qual volta egli riceveva<br />

le parole di Dio, era Iddio stesso a chiedergli di star quieto, perché<br />

sarebbe stato Egli stesso a raccoglierle e porle <strong>nel</strong>la dimora dell’unicità, a<br />

fargliele leggere con la Sua stessa lingua, versandole <strong>nel</strong>la dimora del<br />

raccoglimento; <strong>nel</strong> momento in cui si fosse fuso <strong>nel</strong>l’Essere divino, non<br />

avrebbe dovuto fare altro che uscire dalla dimora dell’annientamento<br />

e entrare in quella della permanenza, infine giungere alla spiegazione<br />

direttamente da Dio stesso o tramite il Suo Arcangelo Gabriele 56 .<br />

Alla luce di ciò è esatto dire che il <strong>Corano</strong> spiegato direttamente da Dio<br />

o dall’Arcangelo Gabriele è ancora un segreto?<br />

È ancora esatto dire che le <strong>lettere</strong> introduttive del <strong>Corano</strong> sono un<br />

mistero?<br />

54 Nato il 1165 in Andalusia, discendente di una pia e ricca famiglia, di cui molti membri erano mistici,<br />

nei suoi primi anni di giovinezza era appassionato di letteratura e di caccia, fin quando si sposò con la<br />

nobile e mistica donna Maryam Bint Mohammad Ibn ‘Abdūn, matrimonio che cambiò tutta la sua vita<br />

e che lo portò insieme ad altri eventi (come la morte di suo padre) sul sentiero del misticismo e ad<br />

interprendere dei lunghi viaggi in diverse parti del mondo: Tunisia, Marocco, Algeria, Iraq, Arabia<br />

Saudita e infine in Siria, dove si stabilì definitivamente a Damasco e ivi morì <strong>nel</strong> 1240, lasciando un<br />

patrimonio mistico composto da quasi quattrocento libri. ‘Abd Al-Rahīm Mardīnī, Lo sheikh Muhyī Al-<br />

Dīn Ibn ‘Arabī Dār Al-Mahabbah, Damasco, pgg 5-23.<br />

55 La spiegazione di Ibn ‘Arabī.<br />

56 Ibn ‘Arabī, Tafsīr Ibn ‘Arabī Dār AL-Maymanah, Cairo, 1800, V.II, pg: 180.<br />

18

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!