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52<br />

ildentistamoderno<br />

ottobre 2008<br />

P conservativa<br />

primo incremento a livello del gra<strong>di</strong>no<br />

cervicale: alcuni autori 24,25 (Hilton TJ at al<br />

2001, Chuang S et al 2001) sostengono<br />

che non esiste nessun trend significativo<br />

nella riduzione del microleakage nei<br />

restauri <strong>di</strong> II classe utilizzando un sottile<br />

strato <strong>di</strong> composito flow al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong><br />

un composito da restauro; un maggiore<br />

numero <strong>di</strong> autori 23,26-28 (Kemp-Scholte CM<br />

e Davidson CL 1990, Swift JR et al. 1996,<br />

Bayne et al. 1998, Estafan D e Estafan A<br />

2000, Tung et al 2000, Jayasooriya PR et<br />

al 2003, Attar N et al. 2004) sostengono,<br />

invece, che il flow utilizzato come primo<br />

incremento cervicale nei restauri <strong>di</strong> II<br />

classe, riduce il microleakage gengivale<br />

e migliora l’integrità marginale. In modo<br />

particolare, nell’articolo <strong>di</strong> Dietschi D et<br />

al. 28 del 2003, viene chiaramente suggerito<br />

dagli autori l’uso <strong>di</strong> un composito flowable<br />

a me<strong>di</strong>a rigi<strong>di</strong>tà (7,6 GPa) come materiale<br />

potenzialmente valido a ri-allocare<br />

coronalmente i margini prossimali al <strong>di</strong><br />

sotto degli inlay in composito.<br />

In assenza <strong>di</strong> evidenze scientifiche<br />

certe, ma sulla base dei dati tratti dalla<br />

letteratura e dell’esperienza clinica<br />

personale, si sostiene l’importanza e<br />

l’uso sistematico del composito flowable<br />

a livello cervicale in assenza <strong>di</strong> smalto<br />

secondo il seguente razionale:<br />

■<br />

■<br />

■<br />

interposizione <strong>di</strong> uno «strato elastico»<br />

<strong>di</strong> spessore controllato (0,5-1 mm)<br />

tra substrato dentale e materiale<br />

da restauro. Questo consente<br />

un assorbimento dello stress da<br />

contrazione con preservazione<br />

dell’interfaccia adesiva (Kemp-Scholte<br />

1990, Van Meerbeek 1993, Opdam 1998,<br />

Unterbrink 1999);<br />

adattamento fluido al pavimento<br />

cavitario con assenza <strong>di</strong> bolle e controllo<br />

visivo del sigillo cervicale previo corretto<br />

posizionamento <strong>di</strong> matrice e cuneo;<br />

regolarizzazione del margine cervicale<br />

che esita dalla fresatura;<br />

10. Esposizione chirurgica del margine <strong>di</strong>stale <strong>di</strong> 3.6 me<strong>di</strong>ante lembo a bisello interno e<br />

asportazione <strong>di</strong> un cuneo <strong>di</strong> tessuto molle.<br />

11. Posizionamento post-chirurgico della <strong>di</strong>ga, build-up e definizione delle preparazioni per gli<br />

intarsi.<br />

■<br />

■<br />

adesione dentinale imme<strong>di</strong>ata (IDS):<br />

l’adesivo dentinale sembra avere un<br />

potenziale adesivo maggiore quando viene<br />

applicato a una dentina appena preparata 29 ;<br />

protezione del film adesivo: soprattutto<br />

gli adesivi semplificati e, in misura<br />

minore, anche gli adesivi etch-and-<br />

■<br />

rinse si comportano come membrane<br />

semipermeabili con trasudazione <strong>di</strong><br />

fluido dentinale e conseguente per<strong>di</strong>ta<br />

della completa efficacia adesiva 30 ;<br />

adesione composito-composito possibile<br />

ed efficace se eseguita entro 30 giorni 31,32 ,<br />

ma nel caso specifico degli intarsi si

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