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78<br />
ildentistamoderno<br />
ottobre 2008<br />
P conservativa<br />
49. Preparazione protesica definitiva su 4.7.<br />
valutando gli spessori residui e procedendo<br />
con la conseguente rimozione del tessuto<br />
non sostenuto.<br />
Posizionati la matrice e i cunei, al fine <strong>di</strong><br />
garantire una corretta chiusura marginale<br />
cervicale, si esegue la fase adesiva e viene<br />
quin<strong>di</strong> «foderata» interamente la dentina<br />
con un composito flowable in strato<br />
uniforme e sottile <strong>di</strong> circa 0,5 mm.<br />
Il margine cervicale mesiale presenta<br />
una buona quantità <strong>di</strong> smalto che viene<br />
lasciato «libero e pulito». Eseguito il build-<br />
up stratificato in composito, si definisce<br />
la preparazione definitiva per onlay a<br />
copertura cuspidale (figura 21).<br />
Rimossa la <strong>di</strong>ga, sfruttando la<br />
vasocostrizione indotta dall’anestetico, si<br />
rileva l’impronta post-operatoria imme<strong>di</strong>ata<br />
con un silicone <strong>di</strong> precisione e l’ausilio <strong>di</strong><br />
un check-bite trey con tecnica dual-arch<br />
monofase (Werrin e Wilson 1983).<br />
Dopo una settimana si rimuovono le suture,<br />
si procede alla prova dell’intarsio<br />
in composito eseguito con tecnica in<strong>di</strong>retta<br />
e si esegue quin<strong>di</strong> la cementazione adesiva<br />
secondo un rigido protocollo (figura 22).<br />
Il restauro finale mostra un adeguato<br />
adattamento marginale e una<br />
buona integrazione morfologica sia<br />
funzionale sia estetica. È evidente, inoltre, la<br />
positiva risposta dei tessuti molli marginali<br />
che presentano una rapida guarigione a soli<br />
20 giorni dalla chirurgia (figura 23): è questo<br />
uno degli aspetti più interessanti della<br />
meto<strong>di</strong>ca proposta. Il controllo ra<strong>di</strong>ografico<br />
a fine procedura è molto importante al fine<br />
<strong>di</strong> valutare l’adattamento marginale cervicale<br />
e l’eventuale presenza <strong>di</strong> eccessi <strong>di</strong> cemento<br />
composito non rimossi in questa sede<br />
(figura 24).<br />
Terzo caso – III grado b)<br />
intervento <strong>di</strong> allungamento con<br />
impronta precoce a tre settimane<br />
Un giovane paziente <strong>di</strong> 18 anni presenta<br />
una grave e destruente lesione cariosa<br />
sintomatica a carico del molare superiore<br />
destro (elemento 1.6). Clinicamente e<br />
ra<strong>di</strong>ograficamente sono evidenti un<br />
coinvolgimento pulpare e una posizione<br />
subgengivale dell’aspetto <strong>di</strong>stale<br />
dell’elemento con violazione dell’ampiezza<br />
biologica (figure 25 e 26). Si rendono quin<strong>di</strong><br />
necessarie sia la terapia endodontica sia<br />
la chirurgia parodontale. Non potendo<br />
isolare il campo con <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> gomma, la<br />
prima fase del piano <strong>di</strong> trattamento prevede<br />
un’approccio chirurgico resettivo (figura 27),<br />
che ristabilisca una <strong>di</strong>stanza tra il margine<br />
cervicale, accuratamente deterso dalla<br />
lesione in fase intra-operatoria, e la cresta<br />
ossea, <strong>di</strong> almeno 3 mm. Suturati i lembi con<br />
punti a materassaio verticali (figura 28), si<br />
procede al posizionamento post-operatorio<br />
della <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> gomma e, quin<strong>di</strong>, si esegue la<br />
pulpotomia per evitare una sintomatologia<br />
50. Corona in ceramica cotta su Zirconio e cementata definitivamente su 4.7.