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gran<strong>di</strong> ricostruzioni con tecnica <strong>di</strong>retta.<br />
Questo ha portato allo sviluppo <strong>di</strong> tecniche<br />
semi<strong>di</strong>rette e in<strong>di</strong>rette, che prevedono la<br />
completa polimerizzazione del manufatto<br />
in composito (intarsio) prima della<br />
cementazione in cavità 6 .<br />
L’approccio adesivo consente <strong>di</strong><br />
mantenere strutture dentali anche non<br />
completamente sostenute da dentina<br />
e <strong>di</strong> preservare la vitalità degli elementi<br />
là dove, con le tra<strong>di</strong>zionali tecniche<br />
metalliche, sarebbe necessaria la<br />
terapia endodontica al solo fine<br />
<strong>di</strong> utilizzare la camera pulpare in<br />
funzione ritentiva. Il risultato è un<br />
restauro conservativo, esteticamente<br />
e funzionalmente ben integrato e sul<br />
quale è possibile reintervenire nel tempo<br />
da un punto <strong>di</strong> vista sia ricostruttivo sia<br />
endodontico 7 .<br />
In definitiva, è profondamente cambiato<br />
l’arsenale terapeutico relativo alla<br />
riabilitazione dei settori posteriori con<br />
assoluta prevalenza <strong>di</strong> restauri adesivi<br />
nelle loro <strong>di</strong>fferenti tecniche <strong>di</strong> utilizzo<br />
(<strong>di</strong>retta, semi<strong>di</strong>retta, in<strong>di</strong>retta); l’amalgama<br />
d’argento, non trova più in<strong>di</strong>cazioni,<br />
ma solo possibili applicazioni cliniche;<br />
gli intarsi in oro mantengono la loro<br />
vali<strong>di</strong>tà nei casi <strong>di</strong> spazi interocclusali<br />
minimi (unico materiale con proprietà<br />
fisico-meccaniche adeguate in spessori<br />
inferiori a 1 mm) o in pazienti <strong>di</strong>sfunzionali.<br />
Si è notevolmente ridotto il numero<br />
<strong>di</strong> elementi singoli che necessitano<br />
<strong>di</strong> un recupero protesico ed è quin<strong>di</strong><br />
cambiato il confine tra conservativa e<br />
protesi. Nell’ambito, infine, degli elementi<br />
gravemente compromessi, lo sviluppo<br />
delle tecniche implantari e le evidenze<br />
relative ai processi <strong>di</strong> osteointegrazione<br />
e <strong>di</strong> rigenerazione ossea guidata (guided<br />
bone regeneration, GBR) rendono a volte<br />
più pre<strong>di</strong>cibile il trattamento implantoprotesico<br />
post-estrattivo rispetto al<br />
recupero <strong>di</strong> elementi dentali fortemente<br />
compromessi.<br />
In questo nuovo panorama, relativo al<br />
piano <strong>di</strong> trattamento, rimangono però<br />
fermi gli obiettivi che il trattamento<br />
ricostruttivo degli elementi dentali deve<br />
rigorosamente perseguire:<br />
■ ripristinare una corretta ampiezza<br />
biologica in funzione del<br />
posizionamento dei margini restaurativi<br />
conservativi o protesici. È importante<br />
sottolineare come nel caso <strong>di</strong><br />
restauri adesivi non sia necessario un<br />
cerchiaggio cervicale (presupposto<br />
fondamentale per i restauri protesici),<br />
ma semplicemente il ripristino <strong>di</strong><br />
un’adeguata <strong>di</strong>stanza tra il margine <strong>di</strong><br />
cavità cervicale correttamente deterso<br />
dalla carie e il complesso <strong>di</strong> attacco;<br />
questo inevitabilmente comporta un<br />
approccio chirurgico resettivo più<br />
conservativo;<br />
■ ristabilire una corretta funzione<br />
occlusale, che presuppone l’esecuzione<br />
<strong>di</strong> restauri in grado <strong>di</strong> conferire stabilità<br />
all’occlusione stessa in assenza <strong>di</strong><br />
precontatti e/o <strong>di</strong> interferenze in<br />
lateralità e protrusiva;<br />
■<br />
■<br />
ripristinare l’integrità morfologica e, se<br />
possibile, estetica dell’elemento;<br />
garantire un ottimo sigillo marginale<br />
coronale, imprescin<strong>di</strong>bile garanzia<br />
per la durata del restauro, ma anche<br />
per il mantenimento nel tempo, nel<br />
caso <strong>di</strong> elementi trattati, <strong>di</strong> un sigillo<br />
apicale ottenuto me<strong>di</strong>ante tecniche<br />
endodontiche razionali.<br />
Problematiche<br />
restaurative<br />
I restauri <strong>di</strong> II classe con margini cervicali<br />
profon<strong>di</strong> in generale implicano, nella fase<br />
restaurativa, tre <strong>di</strong>fferenti problematiche:<br />
■ importante per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> sostanza dentale;<br />
■ chiusure marginali cervicali parzialmente<br />
o totalmente in assenza <strong>di</strong> smalto (in<br />
dentina e cemento ra<strong>di</strong>colare);<br />
■ margini cervicali subgengivali.<br />
Nelle sopraelencate situazioni si porranno<br />
due <strong>di</strong>fferenti problemi clinici: problemi <strong>di</strong><br />
or<strong>di</strong>ne biologico, relativamente ai rapporti<br />
con i tessuti parodontali marginali; problemi<br />
<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne tecnico-operativo, relativi<br />
innanzitutto all’isolamento del campo con<br />
<strong>di</strong>ga <strong>di</strong> gomma, quin<strong>di</strong> alle procedure <strong>di</strong><br />
adesione, al rilevamento dell’impronta e alle<br />
successive fasi <strong>di</strong> cementazione adesiva,<br />
rifinitura e lucidatura.<br />
Di seguito, verranno analizzate queste<br />
problematiche al fine <strong>di</strong> arrivare a<br />
formulare una classificazione clinica delle<br />
<strong>di</strong>fferenti situazioni con relativo approccio<br />
terapeutico <strong>di</strong>fferenziato.<br />
Importante per<strong>di</strong>ta<br />
<strong>di</strong> sostanza dentale<br />
Secondo la classificazione proposta dalla<br />
scuola <strong>di</strong> Ginevra nel 1994, le resine<br />
composite possono essere utilizzate nei<br />
settori posteriori con <strong>di</strong>fferenti tecniche:<br />
<strong>di</strong>retta, semi<strong>di</strong>retta, in<strong>di</strong>retta7 . La scelta<br />
della tecnica è dettata da <strong>di</strong>fferenti<br />
parametri:<br />
■ generali (igiene orale, cariorecettività,<br />
parafunzioni, età, esigenze estetiche,<br />
<strong>di</strong>sponibilità economica ecc.);<br />
■<br />
locali (<strong>di</strong>mensione e <strong>di</strong>segno della<br />
cavità, numero dei restauri, posizione<br />
dei margini, quantità <strong>di</strong> smalto residuo<br />
a livello cervicale, posizione del dente in<br />
arcata).<br />
Le tecniche <strong>di</strong>rette sono in<strong>di</strong>cate in caso<br />
<strong>di</strong> restauri preventivi: restauri <strong>di</strong> I e II classe<br />
<strong>di</strong> piccole e me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni con presenza<br />
<strong>di</strong> smalto a livello cervicale.<br />
È evidente che le suddette con<strong>di</strong>zioni<br />
raramente si riscontrano nelle lesioni cariose<br />
che si estendono a livello subgengivale.<br />
Me<strong>di</strong>amente, questi ultimi casi sono<br />
associati a cavità <strong>di</strong> ampie <strong>di</strong>mensioni,<br />
spesso con necessità <strong>di</strong> ricoprimento<br />
cuspidale con conseguenti problemi relativi<br />
allo stress da contrazione.<br />
45<br />
ildentistamoderno<br />
ottobre 2008