hierapolis di frigia fra tarda antichità ed xi - Bretschneider Online
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158<br />
dente dalla “Casa dei capitelli ionici” nell’ultimo<br />
periodo <strong>di</strong> vita dell’insula, si entrava dall’ingresso<br />
A 1268 dallo stenopos 18.<br />
Infine, i dati <strong>di</strong> scavo hanno <strong>di</strong>mostrato che<br />
nell’ultima fase <strong>di</strong> vita dell’isolato la maggioranza<br />
dei vani della “Casa dell’iscrizione <strong>di</strong>pinta” e della<br />
“Casa dei capitelli ionici” fu soggetta a spoliazione<br />
<strong>di</strong> ogni apparato decorativo e suppellettile 121 .<br />
Di contro la “Casa del cortile dorico” mostra invece<br />
evidenza <strong>di</strong> utilizzo, seppure con mutamenti<br />
rispetto ai tempi della sua fase monumentale, fino<br />
al terremoto <strong>di</strong> metà VII secolo. Fra le numerose attestazioni<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente uso <strong>di</strong> questa casa rispetto<br />
al momento <strong>di</strong> ricostruzione tra V e inizi VI secolo,<br />
dobbiamo annoverare anche la presenza sui livelli<br />
pavimentali della sala con gli affreschi A 1207<br />
(zona orientale) e del deposito A 176 <strong>di</strong> una crosta<br />
<strong>di</strong> calce bianca, non uniformemente <strong>di</strong>stesa su tutta<br />
la superficie, ma sufficiente a suggerire un’utilizzazione<br />
<strong>di</strong> tipo artigianale <strong>di</strong> parte degli spazi<br />
domestici.<br />
Il rinvenimento <strong>di</strong> blocchi <strong>di</strong> calce, <strong>di</strong> matrici in<br />
stucco 122 , <strong>di</strong> lastre <strong>di</strong> marmo e <strong>di</strong> sculture in marmo<br />
mutilate (cfr. supra) nella sala A 1207 insieme a<br />
vasellame da cucina e non da mensa, contribuiscono<br />
ad avvalorare l’ipotesi che l’abitazione avesse<br />
cambiato proprietario o che comunque avesse subito<br />
trasformazioni d’uso sostanziali. Alcune stanze<br />
vennero rifunzionalizzate e destinate allo stoccaggio<br />
<strong>di</strong> generi alimentari ma anche alla macinazione<br />
<strong>di</strong> marmi per l’e<strong>di</strong>lizia. Dobbiamo sottolineare un<br />
aspetto importante connesso con la presenza dei<br />
vani-deposito: questi annessi avevano un ruolo rilevante<br />
dal punto <strong>di</strong> vista economico per il proprietario<br />
e per questo erano ben custo<strong>di</strong>ti, come attestano<br />
serrature, chiavi, ganci <strong>ed</strong> elementi <strong>di</strong> catene<br />
rinvenute presso le soglie <strong>di</strong> A 198 e A 176.<br />
Infine, attorno alla metà del VII secolo, o poco<br />
dopo, un violento terremoto provocò la <strong>di</strong>struzione<br />
<strong>di</strong> vari e<strong>di</strong>fici della città 123 e nell’insula 104 causò<br />
il crollo dei piani alti, dei tetti con le coperture<br />
in tegole e coppi e <strong>di</strong> parte delle strutture murarie<br />
dei piani terreni. L’alto strato <strong>di</strong> argilla giallastra<br />
che ingloba i materiali laterizi sia dei tetti che<br />
ANNAPAOLA ZACCARIA RUGGIU - DANIELA COTTICA [RdA 31<br />
delle pavimentazioni in tavelle dei piani superiori,<br />
sembra collegabile con il sistema <strong>di</strong> costruzione<br />
degli elevati. Come abbiamo visto 124 , sappiamo che<br />
le case avevano un piano superiore, tuttavia negli<br />
strati <strong>di</strong> crollo mancano tutti quegli elementi in pietra<br />
riferibili all’alzato delle abitazioni, a causa dei<br />
lavori <strong>di</strong> livellamento delle rovine e del riutilizzo<br />
dei materiali da costruzione affioranti operati in età<br />
me<strong>di</strong>o bizantina (cfr. in<strong>fra</strong>). Era invece abbondantissima<br />
l’argilla giallastra che inglobava le strutture<br />
murarie del piano terra, le tegole e i coppi del tetto,<br />
le tavelle dei pavimenti del piano superiore. È<br />
possibile allora supporre che nella Hierapolis tardoantica<br />
l’e<strong>di</strong>lizia privata si avvalesse della tecnica<br />
<strong>di</strong> costruzione degli alzati in pisè, ovvero in cassoni<br />
lignei in cui veniva costipata l’argilla cruda impastata<br />
con paglia, fino a completo consolidamento<br />
<strong>di</strong> questa. In seguito si proc<strong>ed</strong>eva a intonacare<br />
la facciata esterna, secondo un sistema ancora oggi<br />
in vigore nei villaggi delle colline circostanti Hierapolis.<br />
I tratti murari relativi al piano terra, fino<br />
all’attacco delle pavimentazioni del primo piano,<br />
erano invece realizzati con le tecniche e<strong>di</strong>lizie che<br />
v<strong>ed</strong>ono prevalentemente l’uso dei blocchi squadrati<br />
in travertino, legati con malta grigia o con argilla<br />
e malta (tecnica 6, tav. XXXIII, b), oppure con l’alternanza<br />
<strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> blocchi <strong>di</strong> travertino e corsi <strong>di</strong><br />
laterizi (tecnica 1 e 3, cfr. tavv. XXXI, a; XXXII, a;<br />
XXXIV, a, b).<br />
4.5. La ruralizzazione degli spazi urbani: tardo<br />
VII/VIII-X secolo<br />
Dagli scavi del 2004 si è presentata una situazione<br />
stratigrafica particolarmente interessante per<br />
questa parte della città che non aveva mai evidenziato<br />
la presenza <strong>di</strong> attività dopo il terremoto <strong>di</strong> VII<br />
secolo e prima della rioccupazione stabile dell’area<br />
attestata nel X secolo (cfr. in<strong>fra</strong>). I nuovi dati <strong>di</strong> scavo<br />
hanno infatti <strong>di</strong>mostrato che l’area in corrispondenza<br />
dell’ambiente della così detta Biblioteca della<br />
“Casa dell’iscrizione <strong>di</strong>pinta” (A 1361) era stata<br />
rioccupata non molto tempo dopo il terremoto <strong>di</strong><br />
VII, sistemando la superficie ondulata del terreno<br />
121 È questo il caso ad esempio della così detta biblioteca A 1361 e della sala A 1331 nella “Casa dell’iscrizione <strong>di</strong>pinta”, delle<br />
sale A 50, A 195 e A 26 della “Casa dei capitelli ionici” che al momento della <strong>di</strong>struzione erano già vuote da suppellettili e<br />
prive delle originarie decorazioni parietali marmoree.<br />
122 In A 115.<br />
123 Cfr. D’Andria 2003, pp. 39-40; D’Andria et Alii 2006, p. 358; Arthur 2006, p. 17.<br />
124 Cfr. supra.