174 ANNAPAOLA ZACCARIA RUGGIU - DANIELA COTTICA [RdA 31 fig. 10 - Ceramiche me<strong>di</strong>o-bizantine dai livelli sottostanti le case <strong>di</strong> X secolo. a) olla; b) pentola; c) olla; d) base a fondo quasi piano; e) brocca/bottiglia; f ) coperchio; g) anforetta; h) brocca/bottiglia; i-l) bottiglie; m) pithos (<strong>di</strong>segni <strong>di</strong> F. Broilo).
2007] HIERAPOLIS DI FRIGIA FRA TARDA ANTICHITÀ ED XI SECOLO 175 Le sovra<strong>di</strong>pinture si presentano sia in bianco sia in colore rosso 209 : quest’ultimo tuttavia non compare nei successivi livelli relativi alle case me<strong>di</strong>o bizantine, a <strong>di</strong>fferenza del colore bianco il cui uso “… si inserisce a pieno titolo nello sviluppo delle produzioni comuni d’area anatolica nell’età me<strong>di</strong>obizantina e nell’epoca ottomana …”, come osservato da S. Gelichi 210 . Non è ancora possibile stabilire con esattezza quando siano state introdotte a Hierapolis ceramiche <strong>di</strong>pinte a fasce e nastri ma sulla base dei dati sopra esposti è possibile ipotizzarne la comparsa <strong>fra</strong> fine VII e VIII secolo. La presenza <strong>di</strong> decori <strong>di</strong>pinti bianchi e rossi è tipica <strong>di</strong> vari orizzonti culturali già nella <strong>tarda</strong> <strong>antichità</strong>, come attestato dalla <strong>di</strong>ffusione della così detta “Monastic Ware” <strong>di</strong> Alahan 211 , della “ceramica sovra<strong>di</strong>pinta bizantina” <strong>di</strong> Gortina 212 , delle ceramiche <strong>di</strong>pinte <strong>ed</strong> incise <strong>di</strong> Giordania 213 . Motivi incisi e <strong>di</strong>pinti sono <strong>di</strong>ffusi nella tra<strong>di</strong>zione islamica, specialmente in epoca omayyade 214 e bizantina 215 . La circolazione <strong>di</strong> ceramica micacea sovra<strong>di</strong>pinta, confrontabile con quella ierapolitana, è per ora attestata con certezza nella vicina Lao<strong>di</strong>cea 216 , nel castello bizantino <strong>di</strong> Çardak vicino a Denizli 217 , a Pergamo in livelli <strong>di</strong> XI-XII secolo 218 e a Limyra 219 . 5.4. Il materiale ceramico me<strong>di</strong>o bizantino La rioccupazione dell’area nel X secolo è associata all’abbondante presenza <strong>di</strong> ceramica caratterizza- ta da un’argilla ferrosa molto micacea, macroscopicamente affine a quella utilizzata per la produzione <strong>di</strong> ceramica da fuoco in età tardo antica ma, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quest’ultima, dotata <strong>di</strong> inclusi <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni maggiori e più abbondanti 220 . Gli impasti utilizzati nel periodo me<strong>di</strong>o bizantino 221 non compaiono nei livelli relativi alla costruzione <strong>ed</strong> uso primario delle case <strong>di</strong> V - inizi VII secolo, sono presenti in piccole quantità nei livelli <strong>di</strong> spianamento <strong>di</strong> macerie protobizantine e risultano frequenti nei livelli d’uso ( fig. 11) e soprattutto <strong>di</strong> abbandono/<strong>di</strong>struzione ( figg. 12-13) delle case <strong>di</strong> X secolo. L’impasto in questione compare in relazione a specifici tipi morfologici: si tratta <strong>di</strong> olle <strong>ed</strong> ollette <strong>di</strong> varie <strong>di</strong>mensioni, con o senza anse 222 ( fig. 11 c-f e fig. 12 c-e), boccalini mono-ansati ( fig. 12 f), anforette con corpo globulare e fondo piano, con larghe anse a nastro <strong>ed</strong> orlo ingrossato ( fig. 11 o; fig. 12 g; fig. 13 g), e ancora bottiglie ( fig. 11 h), coperchi piani con presa a bottone ( fig. 12 b) e pithoi dal caratteristico orlo a tesa orizzontale ingrossato ( fig. 11 a-b e fig. 13 a, c). Dal punto <strong>di</strong> vista morfologico, alcuni dei materiali ierapolitani trovano confronti nelle ceramiche bizantine <strong>di</strong> Costantinopoli, Pergamo <strong>ed</strong> in particolare Amorion 223 . A questo repertorio morfologico è spesso associato l’uso <strong>di</strong> un particolare tipo <strong>di</strong> decorazione: si tratta <strong>di</strong> motivi sovra<strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> colore bianco, utilizzati a comporre fasce, nastri e motivi circolari 224 ( fig. 11 h-m, o) ai quali spesso si vengono ad aggiungere nastri incisi a crudo ( fig. 11 c, i-l, o), o de- 209 Per la compresenza <strong>di</strong> colore bianco e rosso si v<strong>ed</strong>a fig. 9 f, i-m. 210 Gelichi, Negrelli 2004, p. 254. Per maggiori dettagli su questa classe cfr. in<strong>fra</strong>. 211 Williams 1985. 212 Dello Preite 1997; Vitale 2001. 213 Uscatescu 1996a, lam. XIV-XV; Ead. 1996b Figg. 1 e 2. 214 Si tratta della nota <strong>di</strong>nastia <strong>di</strong> califfi arabi che resse l’impero musulmano dal 661 al 750. Per alcune ceramiche significative <strong>di</strong> questo periodo <strong>ed</strong> ai fini della presente trattazione si v<strong>ed</strong>ano: Gawlikowski 1995; McNicoll et Alii 1982; Delougaz, Haines 1960. 215 Per l’Italia bizantina cfr. ad esempio Saguì 1998 e Patittucci Uggeri 1977. Per l’Anatolia cfr. Spieser 1996; Gelichi, Negrelli 2004. 216 Gelichi, Negrelli 2004, pp. 251-254. 217 Barnes, Whittow 1998. 218 Spieser 1996, Taf. 46, pp. 426-427. 219 Gentilmente segnalato da J. Vroom che chi scrive desidera ringraziare. 220 Cfr. Cottica 2007a, Figg. 14.2 e 14.6. I dati archeometrici sembrano evidenziare una minor standar<strong>di</strong>zzazione nella lavorazione e produzione delle ceramiche “da fuoco e cucina” me<strong>di</strong>o bizantine, rispetto a quelle tardoantiche: cfr. Daszkiewicz, Cottica, Bobryk, Schneider, c.s. b. 221 Cfr. Daszkiewicz, Cottica, Bobryk, Schneider, c.s. a. 222 Queste, quando presenti, sono sempre impostate sull’orlo. 223 Per i confronti cfr. Cottica 2007b in particolare p. 262 nota 33. 224 Da qui deriva la denominazione <strong>di</strong> questa classe “Micaceous White Paint<strong>ed</strong> Ware”. Per dettagli su questa classe si rinvia a Cottica 2007b.
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