hierapolis di frigia fra tarda antichità ed xi - Bretschneider Online
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182<br />
mico e laterizi 254 . L’insula 104 invece, localizzata in<br />
una posizione cruciale all’interno della città romana,<br />
sull’asse agorà civile, Santuario <strong>di</strong> Apollo e teatro<br />
(cfr. fig. 1), nella rinnovata città cristiana venne<br />
a trovarsi a ridosso del cantiere <strong>di</strong> spoliazione<br />
del Santuario, poi utilizzato come area <strong>di</strong> scarico<br />
<strong>di</strong> rifiuti 255 , in uno spazio urbano sul quale non<br />
convergevano più assi viari nodali ma dove tuttavia<br />
restava importante affermare con forza i nuovi<br />
valori cristiani. Le mutate circostanze sono ancora<br />
una volta riflesse nell’abbondante presenza <strong>di</strong> simboli<br />
e riferimenti al mondo cristiano 256 e <strong>di</strong> oggetti<br />
legati alla nuova <strong>di</strong>mensione religiosa 257 .<br />
Le trasformazioni rintracciabili nell’architettura<br />
domestica dell’insula 104 si affiancano a quelle, ben<br />
documentate, relative al paesaggio urbano ierapolitano<br />
nel suo complesso, brevemente sintetizzate<br />
nella parte iniziale del presente stu<strong>di</strong>o 258 . Dai dati<br />
della ricerca più recente emerge, <strong>fra</strong> V e VI secolo,<br />
una riorganizzata città cristiana e bizantina che<br />
riflette sul piano architettonico, come nella sua organizzazione<br />
urbanistica, le trasformazioni sociali,<br />
ANNAPAOLA ZACCARIA RUGGIU - DANIELA COTTICA [RdA 31<br />
culturali, economiche, politiche e religiose che globalmente<br />
interessarono il mondo romano/bizantino<br />
in oriente 259 .<br />
Tuttavia nell’isolato 104 nuove alterazioni, per<br />
altro sostanziali, delle modalità inse<strong>di</strong>ative ebbero<br />
luogo nel corso della prima metà del VII secolo: in<br />
questa fase molti ambienti vennero chiusi <strong>ed</strong> abbandonati<br />
e le case occidentali furono oggetto <strong>di</strong><br />
spoliazione 260 , mentre alcuni degli spazi originari<br />
situati nella porzione orientale dell’insula furono<br />
convertiti in aree <strong>di</strong> lavorazione 261 , con annessi<br />
quartieri abitativi 262 . In questa fase gli spazi domestici<br />
erano allestiti in modo polifunzionale, come<br />
testimonia la compresenza nell’ambiente A 198 <strong>di</strong><br />
un’area <strong>di</strong> cottura e <strong>di</strong> un deposito <strong>di</strong> derrate 263 .<br />
Proprio la lettura integrata <strong>di</strong> dati strutturali/architettonici<br />
e reperti in contesto ha permesso <strong>di</strong> chiarire<br />
le <strong>di</strong>namiche temporali del cambiamento e <strong>di</strong><br />
leggere appieno le trasformazioni funzionali degli<br />
spazi abitativi, a loro volta portatrici <strong>di</strong> importanti<br />
implicazioni sociali che in questa s<strong>ed</strong>e non possono<br />
essere approfon<strong>di</strong>te 264 .<br />
254 Forse si può anche ipotizzare che gli spianamenti delle macerie dell’agorà fossero stati funzionali non solo al costituirsi <strong>di</strong><br />
un polo artigianale ma anche alla creazione <strong>di</strong> uno spazio <strong>di</strong> mercato non monumentalizzato. La scelta <strong>di</strong> costruire abitazioni<br />
con annessa area artigianale e fornaci proprio in prossimità della via <strong>di</strong> Frontino doveva infatti essere strategica in funzione<br />
del trasporto sia della materia prima (argilla), sia dei prodotti finiti.<br />
255 Cfr. Semeraro 2007.<br />
256 Come la presenza <strong>di</strong> croci incise in più luoghi delle case (soprattutto nei sectilia cfr. Cottica 2004 Tav. XL c <strong>ed</strong> f), oltre<br />
all’esistenza della così detta stanza della preghiera o dell’iscrizione <strong>di</strong>pinta (cfr. Zaccaria Ruggiu 2006b).<br />
257 Unguentari tardo antichi, eulogiae (cfr. fig. 9 e) e croci graffite sul vasellame ceramico.<br />
258 Cfr. supra. La città cristiana era ancora fortemente con<strong>di</strong>zionata dalle elaborazioni d’età classica, pur progressivamente mo<strong>di</strong>ficate,<br />
trasformate e rinnovate. Esempi ne sono sia la nuova viabilità della Hierapolis tardoantica, ancora legata alla programmazione<br />
urbanistica <strong>di</strong> età imperiale <strong>ed</strong> al tempo stesso espressione <strong>di</strong> rinnovate esigenze progettuali, sia le mo<strong>di</strong>fiche<br />
apportate all’assetto del tipo <strong>di</strong> casa a peristilio, esemplificate dalle abitazioni oggetto <strong>di</strong> questo contributo.<br />
259 Ampia è la letteratura scientifica sulla città nella <strong>tarda</strong> <strong>antichità</strong>; per delle sintesi bibliografiche si rinvia a Lavan 2001; Id.<br />
2003; Liebeschuetz 2001.<br />
260 Sulla base dei dati <strong>di</strong> scavo, è possibile ipotizzare che al momento del terremoto <strong>di</strong> VII secolo, le case occidentali fossero<br />
già state spoliate della loro decorazione marmorea parietale, mentre era in corso lo smantellamento dei sectilia pavimentali<br />
nella porzione più ad ovest dell’area scavata, ovvero in corrispondenza degli ambienti A. 1238 e A 1258 (cfr. fig. 2).<br />
261 Connesse con il riutilizzo del materiale e<strong>di</strong>lizio.<br />
262 Si tratta delle aree <strong>di</strong> lavorazione A 1207 e A 116/15, con gli annessi vani deposito A 198 <strong>ed</strong> A 176 (ottenuti tamponando<br />
l’apertura originaria <strong>fra</strong> questi due ambienti) e l’area <strong>di</strong> cucina A 119. In questa fase anche il portico orientale dell’originario<br />
peristilio <strong>di</strong> età romana, già alterato nelle ricostruzioni tardoantiche, venne definitivamente obliterato (cfr. fig. 2); i vani ad<br />
uso esclusivamente residenziale dovevano invece essere situati al piano superiore. Una compresenza <strong>di</strong> spazi residenziali <strong>ed</strong><br />
aree <strong>di</strong> attività artigianale è stata rilevata anche nella fase finale delle case sul lato ovest dell’agora, sopra menzionate. Queste<br />
non solo erano connesse alle fornaci, ma all’interno un m<strong>ed</strong>esimo vano (1101) si è rinvenuto un deposito d’argilla <strong>ed</strong> un’area<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>spensa. Cfr. Mastronuzzi, Melissano 2007, pp. 546-547 e 578. Simili compresenze sono state recentemente messe in evidenza<br />
anche a Sar<strong>di</strong>s: cfr. Harris 2004.<br />
263 Rappresentato da anfore e grosse olle da stoccaggio, qui rinvenute al momento dello scavo. Ancora una volta è possibile<br />
proporre un parallelo <strong>fra</strong> questa fase della casa orientale dell’insula 104 e le case presso l’agorà: infatti nell’ambiente 1048 <strong>di</strong><br />
una <strong>di</strong> queste, si è identificata sia una zona <strong>di</strong> cucina, sia un’area <strong>di</strong> deposito <strong>di</strong> derrate.<br />
264 Sulla necessità <strong>di</strong> una lettura sistematicamente integrata <strong>di</strong> reperti e contesto, e per i relativi orientamenti metodologici e<br />
teorici, si rinvia a: Papaconstantinou 2006 (in particolare Part 2 “Archaeological context and material culture”). Per un esempio<br />
pratico relativo ad e<strong>di</strong>fici ad uso residenziali nella <strong>tarda</strong> <strong>antichità</strong> cfr. Harris 2004.