166 ANNAPAOLA ZACCARIA RUGGIU - DANIELA COTTICA [RdA 31 fig. 6 - Ceramiche fini micro-asiatiche dai livelli <strong>di</strong> VI - inizi del VII secolo dell’insula 104. a-e) R<strong>ed</strong> Slip Wares; f-g) microfotografie <strong>di</strong> <strong>fra</strong>mmenti <strong>di</strong> impasto micro-asiatico (<strong>di</strong>segni <strong>di</strong> A. Miotto, microfotografie <strong>di</strong> D. Cottica).
2007] HIERAPOLIS DI FRIGIA FRA TARDA ANTICHITÀ ED XI SECOLO 167 Produzioni micro-asiatiche <strong>di</strong> varia provenienza vengono sempre più frequentemente segnalate, sebbene in quantità variabili, sia presso siti costieri e gran<strong>di</strong> emporia, sia nella stessa capitale Costantinopoli, sia in centri urbani situati nelle valli e nelle piane interne dell’Anatolia occidentale. In alcuni casi queste produzioni, ancora poco note e stu<strong>di</strong>ate, sono presenti con percentuali interessanti rispetto alla circolazione totale <strong>di</strong> ceramica fine, come <strong>di</strong>mostrano i dati relativi ai siti <strong>di</strong> Sar<strong>di</strong>s e Hierapolis. A Sar<strong>di</strong>s Rautman 163 ha notato un costante aumento delle produzioni regionali <strong>di</strong> sigillata <strong>tarda</strong> <strong>fra</strong> la fine del VI e gli inizi del VII secolo; a Hierapolis è certa una preponderante presenza <strong>di</strong> produzioni fini micro-asiatiche <strong>fra</strong> il VI secolo e gli inizi del VII come testimoniato dai dati quantitativi a <strong>di</strong>sposizione 164 . In un sito ubicato in quota <strong>ed</strong> in posizione remota come è il caso <strong>di</strong> Sagalassos, situato <strong>fra</strong> le montagne della Pisi<strong>di</strong>a, la produzione locale <strong>di</strong> ceramica fine arrivò a coprire la quasi totalità delle esigenze del mercato locale e fu anche in grado <strong>di</strong> produrre un surplus per l’esportazione 165 . A Hierapolis le produzioni regionali sono attestate in associazione a basse percentuali <strong>di</strong> prodotti provenienti dai tra<strong>di</strong>zionali gran<strong>di</strong> centri produttori <strong>ed</strong> esportatori <strong>di</strong> ceramica fine: le importazioni più tarde sono rappresentate dalla forma <strong>di</strong> LRC Hayes 10B 166 e dall’africana (ARSW) Hayes 104B 167 . Numerose sono invece le “imitazioni” regionali <strong>di</strong> tutte le produzioni note: le forme più tarde sono ispirate alla LRC forma Hayes 10C 168 (cfr. fig. 6 e), all’ARSW forma Hayes 104C, 105 e 106 ( fig. 6 c) 169 e alla forma Anemurium Well 170 ( fig. 6 a) della ceramica cipriota (CRSW). Nei contesti tardo antichi sono <strong>di</strong>ffusi anche tipi per ora privi <strong>di</strong> confronti <strong>di</strong>retti nell’e<strong>di</strong>to 171 e coperchi del tipo cosiddetto a salsiera, oltre che lucerne riproducenti motivi decorativi e tipologie formali ben note in Anatolia e nell’Egeo (cfr. fig. 7 h-i). Dal punto <strong>di</strong> vista degli impasti, a Hierapolis è attestata una varietà <strong>di</strong> produzioni regionali <strong>di</strong> ceramica fine: queste sono presenti già a partire dal tardo ellenismo e dalla prima età imperiale ( fig. 5 a), confermando che il fenomeno della circolazione <strong>di</strong> ceramiche fini micro-asiatiche a Hierapolis non caratterizza specificatamente la <strong>tarda</strong> <strong>antichità</strong> ( fig. 5 b e fig. 6 f-g) 172 . Fra i materiali residui rinvenuti nei contesti <strong>di</strong> abbandono e <strong>di</strong>struzione delle case tardoantiche, si notano infatti imitazioni <strong>di</strong> ESB e della SRSW 173 . È inoltre nota una produzione locale <strong>di</strong> coppe a rilievo (o così dette “magaresi”) 174 delle quali si sono rinvenute le matrici e le stampiglie 175 per la decorazione (cfr. tav. XXVIII, b, c), oltre che una ricchissima serie <strong>di</strong> prodotti finiti (tav. XXVIII, d). D’altro canto nella valle del Lykos la produzione <strong>di</strong> vasellame non era limitata alla sola Hierapolis: ad esempio anche dalla vicina Lao<strong>di</strong>cea proviene evidenza per la manifattura <strong>di</strong> coppe a rilievo 176 . Per quanto riguarda la ceramica tardoantica, i dati fino ad ora raccolti per Hierapolis sembrano attribuire gli impasti campionati <strong>ed</strong> esaminati a molteplici aree <strong>di</strong> produzione 177 . Nell’ambito delle ceramiche da cucina dominano le produzioni locali/micro-regionali, fatto non 163 Rautman 1995a. 164 Cfr. Cottica 2007a Figg. 4-5. 165 Cfr. Poblome 1998; Poblome et Alii 1998, in particolare pp. 58-58. Per un esempio da Hierapolis si v<strong>ed</strong>a fig. 6 c che illustra un esemplare <strong>di</strong> SRSW forma 1C140 dall'insula 104. 166 Prodotta <strong>fra</strong> 570 e gli inizi del VII d.C. 167 Hayes data la produzione <strong>fra</strong> 570 e 600; Fulford, sulla base dei dati relativi agli scavi inglesi a Cartagine, ha proposto una collocazione della produzione <strong>di</strong> questa forma <strong>fra</strong> 500 e 600/625, con una maggior <strong>di</strong>ffusione <strong>fra</strong> inizi VI <strong>ed</strong> inizi VII secolo. Sono poi numerosi, <strong>fra</strong> le produzioni <strong>di</strong> VI secolo, piatti e ciotole con orlo a tesa <strong>di</strong> ispirazione africana (cfr. fig. 6 b, d). 168 Cfr. Cottica 2007a, fig. 7, 1. Il prodotto originale si colloca nella prima metà del VII secolo. 169 Le produzioni africane si datano rispettivamente <strong>fra</strong> 550-625; 580/600-660 e 600-660 d.C. 170 La forma originale si data <strong>fra</strong> VII e VIII secolo. 171 Ad esempio ciotole e piatti con decorazione incisa, o con orlo a tesa variamente rifinito, piatti e ciotole con orli in<strong>di</strong>stinti o appena ingrossati. 172 In particolare un gruppo <strong>di</strong> impasti <strong>fra</strong> loro affini risulta prevalente rispetto agli altri: cfr. Cottica 2007a, Fig. 8, 1-2. Per i risultati delle analisi preliminari condotte su questo gruppo <strong>di</strong> impasti si rinvia a Poblome et Alii 2001. 173 Per un’imitazione <strong>di</strong> SRSW variante 1B191 si rinvia a Cottica 2007a Fig. 7, n. 2. 174 Cfr. Semeraro 2003; Ead. 2005. 175 Queste ultime sono presenti anche <strong>fra</strong> i materiali residui relativi agli scavi della “Casa dei capitelli ionici”. 176 Cfr. Gelichi, Negrelli 2000, pp. 159-160 e Figg. 34.1 e 40. Si v<strong>ed</strong>a anche Gelichi, Negrelli 2004, p. 239. 177 Poblome et Alii 2001; Daszkiewicz, Cottica, Bobryk, Schneider, c.s. b. Ulteriori indagini archeometriche sono in corso presso i laboratori <strong>di</strong> Berlino (G. Schneider) e Varsavia (M. Daszkiewicz).
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