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IL PROF. DOMENICO SINISCALCO - NUOVO MINISTRO DELL ...

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<strong>IL</strong> PENSIERO <strong>DELL</strong>A GENTE SULLA LEGITTIMA DIFESA<br />

di Nicola Morelli<br />

Cosa s’intende esattamente per legittima difesa è problema difficile da risolvere, arduo a capirsi, anche<br />

consultando con diligenza la legge, la dottrina e le sentenze. Un grandissimo giurista, che amo, sulle cui nobili<br />

riflessioni ho conseguito una laurea (1), ha lasciato scritto: “In ogni delitto si deve fare dal giudice un sillogismo<br />

perfetto: la premessa maggiore deve essere la legge, la minore l’azione conforme o non alla legge.<br />

La conseguenza, la libertà o la pena. Quando il giudice sia costretto o voglia fare anche soli due sillogismi,<br />

apre la porta all’incertezza. Non v’è cosa più pericolosa di quell’assioma comune che bisogna consultare lo<br />

spirito della legge. Questo è un argine rotto al torrente delle opinioni”.<br />

I fatti di sangue accaduti a Milano<br />

ed a Roma dentro il negozio di<br />

un tabaccaio e di un gioielliere, nel<br />

corso di una rapina, hanno sconvolto<br />

l’animo della gente, accrescendone<br />

l’indignazione e la protesta<br />

a causa della loro efferata brutalità.<br />

Ma non sono i primi né,<br />

ahimè, gli ultimi quegli atti di violenza<br />

inaudita perché, cosi penso, l’istinto<br />

aggressivo è dentro la bestia<br />

e dentro l’uomo ed è parte ineludibile<br />

della vita. Viene da lontano, dal<br />

buio dei secoli, dai primordi della<br />

Terra (Genesi, 4,1-18).<br />

Questo spiega perché, in uno<br />

Stato di Diritto qual è il nostro, la<br />

causa più tormentata di esclusione<br />

della responsabilità penale sia,<br />

appunto, proprio la legittima difesa.<br />

Il trillo dolcissimo dell’allodola al<br />

primo chiaror dell’aurora è un<br />

incantesimo divino che rallegra la<br />

terra, il cielo, i cuori. Sia lode a Dio<br />

che ce lo ha donato! Ma non lo giudica<br />

tale il falco peregrinus, appostato<br />

librandosi fra le nuvole, perfettamente<br />

indifferente a quell’armonia.<br />

Mosso dall’istinto, piomba<br />

addosso alla tenera creatura e la<br />

strazia coi suoi possenti artigli. Ma<br />

se questa avesse avuto il dardo<br />

infallibile del principe Lancillotto e,<br />

per difendersi dall’assalto furibondo,<br />

avesse infilzato il rapace per<br />

inerzia di caduta, come giudicare<br />

chi dei due è vittima o aggressore?<br />

Trasponendo l’ordinario evento<br />

che ho detto dal mondo della fauna<br />

al mondo umano, esso mi ricorda<br />

dolorosamente il destino di una<br />

povera vecchietta milanese, anni or<br />

sono. Aveva appena ritirato dall’Ufficio<br />

Postale la pensione vedovile<br />

quando venne aggredita da un giovane<br />

rodomonte. Cadendo, batté la<br />

testa contro lo spigolo del marciapiede<br />

e morì. Qualche “borsata” in<br />

faccia, scrissero i giornali, riuscì<br />

però a dargliela!<br />

Dice al riguardo la Suprema<br />

Corte: “Il giudizio di proporzione tra<br />

la difesa e l’offesa va desunto NON<br />

dal rapporto tra il male minacciato<br />

dall’offensore e quello inflitto dal<br />

soggetto reagente, bensì dal confronto<br />

dei mezzi reattivi che quest’ultimo<br />

aveva a propria disposizione<br />

ed i mezzi adoperati; così che,<br />

se l’aggressore, che abbia a disposizione<br />

mezzi di difesa idonei allo<br />

scopo, nondimeno faccia ricorso,<br />

per respingere l’offesa, ad un mezzo<br />

diverso dal meno grave, eccede<br />

i limiti di proporzione”. (Ometto gli<br />

estremi).<br />

Nel caso di specie, con rispetto<br />

della sentenza ora citata, i teneri<br />

polsi della vecchietta, rosi dagli<br />

anni e dalla fatica, erano giuridicamente<br />

“proporzionati” ai bicipiti orribili<br />

dell’aggressore; ma, avendo<br />

prescelto la borsa per difendersi da<br />

quel “bisonte”, incappava nell’incriminazione.<br />

Comprendo benissimo che è un<br />

caso limite; tuttavia, non va sottaciuto<br />

che nella legittima difesa è<br />

proprio il particolare, il più banale<br />

particolare, a far pendere la stadera<br />

della Giustizia da una parte o<br />

dall’altra.<br />

Di qui un primo interrogativo: è<br />

giusto ed appropriato definire<br />

“legittima” la difesa dall’altrui<br />

aggressione se il diritto di difesa è<br />

ius naturale universale, riconosciuto<br />

e condiviso?<br />

Quei valorosi Finanzieri in perlustrazione<br />

sulla strada per Brindisi<br />

su una scatola di sardine con le<br />

ruote non ebbero il tempo neanche<br />

di immaginare la proporzione tra<br />

difesa ed offesa perché il mostro<br />

ciclopico, blindato, con i rostri, ne<br />

fece spietato scempio nell’adempimento<br />

del dovere, in difesa dello<br />

Stato e della Legge.<br />

Il diritto di difesa, per come le<br />

nuove forme di violenza e di<br />

aggressione si svolgono, senza<br />

umanità e senza scrupoli, a mio<br />

modesto giudizio, mi appare divenuto<br />

un gioco d’azzardo rischioso<br />

ed infido; per cui se va apprezzato<br />

lo sforzo del Legislatore per precisarne<br />

meglio gli estremi, la mia idea<br />

è che, oggi, pare che penda in qualche<br />

modo più a svantaggio del cittadino,<br />

aggredito in casa o nel<br />

negozio, che del malvivente<br />

aggressore. I fatti, almeno, in tal<br />

senso testimoniano.<br />

Tra l’aggredito e l’aggressore i<br />

fini sono antitetici, verticalmente<br />

opposti. Non può immaginarsi tra<br />

loro un dialogo che escluda la violenza<br />

perché la violenza è già in<br />

atto, è stata compiuta violando un<br />

bene primario, l’abitazione, che la<br />

Costituzione dichiara “inviolabile”<br />

(art. 14) esattamente come è<br />

“inviolabile” la libertà personale<br />

Fiamme Gialle 7-8 / 2004 15

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