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141 - Lice

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tici sono sconsigliati in questi pazienti.<br />

Devono essere considerate anche eventuali<br />

interazioni farmacodinamiche tra farmaci<br />

appartenenti a queste due classi. Ad esempio,<br />

il valproato, che causa con una certa frequenza<br />

trombocitopenia ed alterazioni della coagulazione,<br />

può interferire con l’effetto degli<br />

antiaggreganti piastrinici.<br />

È noto che, anche per l’aumento della speranza<br />

di vita nei popoli occidentali, il numero si<br />

soggetti affetti da demenza è in continua crescitali<br />

(54). Circa il 10% dei pazienti affetti da<br />

demenza di Alzheimer presenta crisi epilettiche<br />

e/o mioclonie, soprattutto nella fase avanzata<br />

di malattia. Anche in questo caso per la<br />

selezione del farmaco adatto in queste affezioni<br />

bisogna considerare l’effetto del farmaco<br />

antiepilettico sulla demenza e pertanto farmaci<br />

che deprimono le funzioni cognitive, come il<br />

fenobarbital e il topiramato, dovrebbero essere<br />

evitati. È d’altra parte noto che alcuni antiepilettici<br />

hanno un effetto positivo sui disturbi<br />

comportamentali che caratterizzano la fase<br />

intermedia di progressione della malattia<br />

(quella definita come fase psichiatrica). In<br />

alcuni studi è stato dimostrato che la carbamazepina,<br />

il valproato ed il gabapentin migliorano<br />

in modo specifico l’agitazione e l’aggressività.<br />

Questi farmaci tuttavia sono dotati di<br />

numerose interazioni farmacocinetiche con<br />

molti dei farmaci prescritti in questi pazienti<br />

(16). Delle interazioni con i farmaci cardiovascolari<br />

e con gli antidepressivi ed i neurolettici,<br />

spesso prescritti nel paziente affetto da<br />

demenza, abbiamo già discusso. A queste c’è<br />

da aggiungere che gli antiepilettici induttori<br />

enzimatici e gli inibitori delle colinesterasi<br />

donepezil e galantamina sono metabolizzati<br />

anche dall’isoenzima 3A4. Ciò significa che,<br />

anche se non sono stati condotti studi al<br />

riguardo, gli antiepilettici induttori potrebbero<br />

indurre il metabolismo dei farmaci antidemenza<br />

su descritti. Come farmaco di prima<br />

scelta in queste evenienze potrebbe essere<br />

quindi usato un farmaco non induttore enzimatico.<br />

La lamotrigina che ha un effetto positivo<br />

anche sull’umore ed un potere sedativo<br />

minimo, potrebbe essere il farmaco di scelta.<br />

Il levetiracetam potrebbe essere adatto se non<br />

13<br />

sono presenti disturbi comportamentali. In<br />

presenza di questi ultimi, potrebbe essere utilizzato<br />

il valproato o il gabapentin e anche la<br />

carbamazepina o l’oxcarbazepina, considerando<br />

però i rischi delle interazioni ed anche l’effetto<br />

sulla natremia, in genere più evidente nel<br />

soggetto anziano (49).<br />

I tumori cerebrali costituiscono quindi una<br />

forma particolarmente delicata di comorbidità<br />

con l’epilessia (55). Il 4% dei casi di epilessie<br />

sintomatiche è causato infatti dai tumori cerebrali<br />

e d’altra parte una epilessia sintomatica è<br />

presente in circa il 30% nei pazienti portatori di<br />

un tumore cerebrale. L’aspetto da tenere in<br />

maggiore considerazione in questi pazienti è<br />

costituito dalle possibili interazioni. Vari studi<br />

hanno infatti dimostrato che se vengono associati<br />

antiepilettici induttori enzimatici ai farmaci<br />

antineoplastici, la stessa sopravvivenza dei<br />

pazienti è significativamente ridotta. Accade<br />

infatti che il metabolismo degli antineoplastici<br />

può essere accelerato fino al punto che questi<br />

diventano inefficaci se sono associati ai precedenti<br />

(16). Bisogna quindi evitare di prescrivere<br />

carbamazepina, fenitoina o fenobarbital a<br />

pazienti trattati con antineoplastici.<br />

Nei pazienti portatori di neoplasie e sottoposti<br />

a radioterapia è stato inoltre osservato che<br />

l’incidenza di reazioni idiosincrasiche da antiepilettici<br />

capaci di indurre reazioni immunomediate<br />

(prevalentemente fenitoina, fenobarbital,<br />

carabamazepina e lamotrigina) è molto maggiore.<br />

In questi pazienti il farmaco di scelta<br />

può essere costituito dal levetiracetam. Il valproato,<br />

che è un inibitore metabolico, potrebbe<br />

inibire il metabolismo di alcuni antineoplastici<br />

aumentandone la tossicità (49).<br />

Infine l’emicrania è una affezione neurologica<br />

particolarmente frequente nella popolazione<br />

generale. Tuttavia, la prevalenza di emicrania<br />

tra i pazienti epilettici sembra essere più elevata<br />

rispetto a quella riscontrata nella popolazione<br />

generalel (56). Anche la prevalenza di epilessia<br />

nei pazienti affetti da emicrania sembra<br />

essere più elevata. In particolare, l’emicrania<br />

con aura è più spesso associata ad epilessia.<br />

L’efficacia del valproato nella profilassi dell’emicrania<br />

e, più recentemente, anche del topiramato,<br />

sono ben documentate sia da studi in

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