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tici sono sconsigliati in questi pazienti.<br />
Devono essere considerate anche eventuali<br />
interazioni farmacodinamiche tra farmaci<br />
appartenenti a queste due classi. Ad esempio,<br />
il valproato, che causa con una certa frequenza<br />
trombocitopenia ed alterazioni della coagulazione,<br />
può interferire con l’effetto degli<br />
antiaggreganti piastrinici.<br />
È noto che, anche per l’aumento della speranza<br />
di vita nei popoli occidentali, il numero si<br />
soggetti affetti da demenza è in continua crescitali<br />
(54). Circa il 10% dei pazienti affetti da<br />
demenza di Alzheimer presenta crisi epilettiche<br />
e/o mioclonie, soprattutto nella fase avanzata<br />
di malattia. Anche in questo caso per la<br />
selezione del farmaco adatto in queste affezioni<br />
bisogna considerare l’effetto del farmaco<br />
antiepilettico sulla demenza e pertanto farmaci<br />
che deprimono le funzioni cognitive, come il<br />
fenobarbital e il topiramato, dovrebbero essere<br />
evitati. È d’altra parte noto che alcuni antiepilettici<br />
hanno un effetto positivo sui disturbi<br />
comportamentali che caratterizzano la fase<br />
intermedia di progressione della malattia<br />
(quella definita come fase psichiatrica). In<br />
alcuni studi è stato dimostrato che la carbamazepina,<br />
il valproato ed il gabapentin migliorano<br />
in modo specifico l’agitazione e l’aggressività.<br />
Questi farmaci tuttavia sono dotati di<br />
numerose interazioni farmacocinetiche con<br />
molti dei farmaci prescritti in questi pazienti<br />
(16). Delle interazioni con i farmaci cardiovascolari<br />
e con gli antidepressivi ed i neurolettici,<br />
spesso prescritti nel paziente affetto da<br />
demenza, abbiamo già discusso. A queste c’è<br />
da aggiungere che gli antiepilettici induttori<br />
enzimatici e gli inibitori delle colinesterasi<br />
donepezil e galantamina sono metabolizzati<br />
anche dall’isoenzima 3A4. Ciò significa che,<br />
anche se non sono stati condotti studi al<br />
riguardo, gli antiepilettici induttori potrebbero<br />
indurre il metabolismo dei farmaci antidemenza<br />
su descritti. Come farmaco di prima<br />
scelta in queste evenienze potrebbe essere<br />
quindi usato un farmaco non induttore enzimatico.<br />
La lamotrigina che ha un effetto positivo<br />
anche sull’umore ed un potere sedativo<br />
minimo, potrebbe essere il farmaco di scelta.<br />
Il levetiracetam potrebbe essere adatto se non<br />
13<br />
sono presenti disturbi comportamentali. In<br />
presenza di questi ultimi, potrebbe essere utilizzato<br />
il valproato o il gabapentin e anche la<br />
carbamazepina o l’oxcarbazepina, considerando<br />
però i rischi delle interazioni ed anche l’effetto<br />
sulla natremia, in genere più evidente nel<br />
soggetto anziano (49).<br />
I tumori cerebrali costituiscono quindi una<br />
forma particolarmente delicata di comorbidità<br />
con l’epilessia (55). Il 4% dei casi di epilessie<br />
sintomatiche è causato infatti dai tumori cerebrali<br />
e d’altra parte una epilessia sintomatica è<br />
presente in circa il 30% nei pazienti portatori di<br />
un tumore cerebrale. L’aspetto da tenere in<br />
maggiore considerazione in questi pazienti è<br />
costituito dalle possibili interazioni. Vari studi<br />
hanno infatti dimostrato che se vengono associati<br />
antiepilettici induttori enzimatici ai farmaci<br />
antineoplastici, la stessa sopravvivenza dei<br />
pazienti è significativamente ridotta. Accade<br />
infatti che il metabolismo degli antineoplastici<br />
può essere accelerato fino al punto che questi<br />
diventano inefficaci se sono associati ai precedenti<br />
(16). Bisogna quindi evitare di prescrivere<br />
carbamazepina, fenitoina o fenobarbital a<br />
pazienti trattati con antineoplastici.<br />
Nei pazienti portatori di neoplasie e sottoposti<br />
a radioterapia è stato inoltre osservato che<br />
l’incidenza di reazioni idiosincrasiche da antiepilettici<br />
capaci di indurre reazioni immunomediate<br />
(prevalentemente fenitoina, fenobarbital,<br />
carabamazepina e lamotrigina) è molto maggiore.<br />
In questi pazienti il farmaco di scelta<br />
può essere costituito dal levetiracetam. Il valproato,<br />
che è un inibitore metabolico, potrebbe<br />
inibire il metabolismo di alcuni antineoplastici<br />
aumentandone la tossicità (49).<br />
Infine l’emicrania è una affezione neurologica<br />
particolarmente frequente nella popolazione<br />
generale. Tuttavia, la prevalenza di emicrania<br />
tra i pazienti epilettici sembra essere più elevata<br />
rispetto a quella riscontrata nella popolazione<br />
generalel (56). Anche la prevalenza di epilessia<br />
nei pazienti affetti da emicrania sembra<br />
essere più elevata. In particolare, l’emicrania<br />
con aura è più spesso associata ad epilessia.<br />
L’efficacia del valproato nella profilassi dell’emicrania<br />
e, più recentemente, anche del topiramato,<br />
sono ben documentate sia da studi in