08.06.2013 Views

141 - Lice

141 - Lice

141 - Lice

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

de, o l’acido gamma-amino-butirrico (gamibetal),<br />

spesso usati come prodotti di associazione,<br />

che sono poi scomparsi dal mercato perché<br />

è emerso nel tempo che la loro efficacia<br />

era modesta o nulla.<br />

Tutti i nuovi antiepilettici sono stati inseriti in<br />

commercio solo dopo che studi clinici controllati<br />

in doppio cieco verso placebo ne hanno provato<br />

l’efficacia nei pazienti farmacoresistenti e<br />

con l’autorizzazione a poterli usare inizialmente<br />

solo come terapia aggiuntiva. Per il loro utilizzo<br />

nei pazienti di nuova diagnosi ed in monoterapia<br />

sono stati necessari ulteriori studi.<br />

Non sempre, dopo la prova dell’efficacia nei<br />

pazienti farmacoresistenti, il nuovo farmaco ha<br />

potuto essere utilizzato anche in monoterapia.<br />

Ciò è accaduto proprio al primo di questi, il<br />

vigabatrin. Negli anni ‘90 questo prodotto, poiché<br />

aveva mostrato un buon profilo di efficacia<br />

negli studi in doppio cieco verso placebo, fu<br />

sperimentato anche nei pazienti di nuova diagnosi.<br />

La speranza era che vigabatrin risultasse<br />

più efficace dei farmaci tradizionali. Fu disegnato<br />

quindi uno studio clinico di confronto in<br />

doppio cieco con la carbamazepina, molto rigoroso<br />

e con una potenza statistica sufficiente a<br />

poter dimostrare la superiorità di uno dei due<br />

farmaci sull’altro (1). Purtroppo, il vigabatrin<br />

risultò essere significativamente meno efficace<br />

della carbamazepina. Conseguentemente, la<br />

prescrivibilità di questo farmaco nei pazienti di<br />

nuova diagnosi non è mai stata autorizzata.<br />

È certo che le nuove regole imposte all’industria<br />

farmaceutica dalle autorità governative di<br />

controllo nell’ultimo scorcio dello scorso secolo<br />

hanno evitato che fosse autorizzato l’inserimento<br />

in commercio di farmaci di non provata<br />

efficacia. Ma siamo certi che in conseguenza<br />

di ciò siano stati individuati farmaci più efficaci<br />

dei tradizionali?<br />

Purtroppo non vi è alcuna prova che ciò sia<br />

accaduto.<br />

La maggiore efficacia di un farmaco rispetto ad<br />

un altro può essere provata solo attraverso uno<br />

studio di confronto. Gli studi clinici in doppio<br />

cieco verso placebo provano solo la superiorità<br />

del trattamento con farmaco attivo rispetto al<br />

placebo ma, per una serie di ragioni metodologiche,<br />

è molto difficile utilizzare i risultati di<br />

5<br />

questi studi per dedurre eventuali differenze<br />

di efficacia anche tra molecole sperimentate<br />

attraverso protocolli simili, come peraltro<br />

dimostrato da tutte le meta-analisi che sono<br />

state condotte sui nuovi farmaci (2-5). A maggior<br />

ragione, non possiamo usare i risultati di<br />

questi studi per confrontare i nuovi farmaci ai<br />

farmaci tradizionali. Per questi ultimi non sono<br />

stati quasi mai condotti studi simili in doppio<br />

cieco verso placebo. Vi è infatti un solo studio<br />

randomizzato verso placebo che ha dimostrato<br />

l’efficacia del valproato nei pazienti con epilessie<br />

parziali farmacoresistenti (6).<br />

Al contrario, nei pazienti di nuova diagnosi sono<br />

stati condotti numerosi studi di confronto tra il<br />

nuovo farmaco ed il tradizionale. Tutti questi<br />

studi sono stati oggetto di una valutazione di<br />

esperti della Lega Internazionale contro l’Epilessia<br />

che ha elaborato delle linee guida per il trattamento<br />

dei pazienti affetti da epilessia di nuova<br />

diagnosi (7). In queste linee guida gli esperti<br />

internazionali si sono posti l’obiettivo di valutare<br />

la robustezza delle evidenze che erano state prodotte<br />

per dimostrare l’efficacia del farmaco.<br />

Cosa è emerso da questa analisi di circa 100<br />

studi clinici controllati. Un dato stupefacente<br />

(Tabella 2). Gli studi di classe 1, quelli migliori,<br />

sono solo 4. Due di questi sono quelli pubblicati<br />

negli anni ‘80 e nei primi anni ‘90 con i farmaci<br />

tradizionali (8,9). Tutti gli studi effettuati con<br />

i nuovi farmaci, con l’eccezione di due (10,11),<br />

sono considerati di classe 3. Se uno studio è<br />

considerato di classe 3, ciò significa che non<br />

fornisce evidenze chiare di efficacia ma solo<br />

che indica la possibilità che il farmaco sperimentato<br />

sia efficace. Sulla base del risultato di<br />

queste valutazioni, vengono proposti come farmaci<br />

di scelta ancora la fenitoina e la carbamazepina<br />

negli adulti mentre nei bambini e negli<br />

anziani sono proposti alcuni dei nuovi farmaci,<br />

rispettivamente la oxcarbazepina nei bambini e<br />

la lamotrigina ed il gabapentin negli anziani. Le<br />

evidenze di efficacia di tutti gli altri nuovi farmaci<br />

nei vari tipi di crisi o sindromi sono considerate<br />

di livello C (possibilmente efficaci).<br />

Dopo la formulazione delle linee guida internazionali<br />

del 2006, sono comparsi ulteriori<br />

studi di confronto tra un nuovo farmaco ed un<br />

farmaco tradizionale.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!