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lessia fosse una forma di “follia”, mentre nel<br />
sondaggio del 2009 è stato chiesto se l’epilessia<br />
potesse essere considerata una “malattia mentale”.<br />
Al di là di queste differenze semantiche<br />
rimane però il fatto che una grossa parte della<br />
popolazione ritiene tuttora che l’epilessia sia in<br />
qualche maniera rapportabile al disturbo psichiatrico.<br />
La persistenza dei pregiudizi è confermata<br />
dall’esito delle risposte alla domanda specifica<br />
riguardo l’eventualità che un certo tipo di<br />
possessione demoniaca possa costituire una<br />
delle cause dell’epilessia. Il 4% del campione ha<br />
affermato che il demonio può in qualche modo<br />
essere responsabile dell’insorgenza dell’epilessia<br />
ed un altro 4% non si è espresso. Questa<br />
domanda figura in poche altre survey; i nostri<br />
risultati sono grosso modo sovrapponibili a<br />
quelli della survey condotta in Grecia e fortunatamente<br />
migliori di quelli desunti dai sondaggi<br />
in paesi asiatici ed africani.<br />
Solo il 37% degli intervistati per il nostro sondaggio<br />
ritiene che l’epilessia sia compatibile<br />
con un regolare impiego lavorativo. Anche in<br />
questo caso si tratta di un riscontro negativo<br />
considerando che il nostro paese si colloca per<br />
ultimo rispetto a tutti gli altri. Circa la metà<br />
degli intervistati dichiara che l’epilessia può<br />
costituire un qualche tipo di ostacolo per il<br />
matrimonio e per la procreazione. Questa opinione,<br />
più diffusa tra le donne, è nettamente<br />
più diffusa nei paesi in via di sviluppo e questo<br />
è un chiaro indice di quanto l’epilessia sia tuttora<br />
una patologia stigmatizzante.<br />
I soggetti più anziani e con livello culturale più<br />
basso ritengono che l’epilessia limiti maggiormente<br />
molteplici aspetti della vita sociale. I più<br />
giovani invece hanno meno conoscenza diretta<br />
e familiarità con questa patologia specifica.<br />
Evidententemente la nostra società globalizzata<br />
e multimediale è tuttora molto fallace quando si<br />
tratta di educare i cittadini su aspetti sanitari<br />
peculiari. La residenza in centri urbani di piccole<br />
dimensioni piuttosto che nelle grandi città<br />
non sembra invece influenzare in modo significativo<br />
le risposte alle varie domande, segno che<br />
l’isolamento geografico è sempre più ridotto.<br />
Questa survey è stata condotta in modo rigoroso<br />
e si è basata su interviste ad un campione<br />
notevole di soggetti, rappresentativo della<br />
popolazione nazionale. Come per tutti i sondaggi<br />
il limite fondamentale dipende però<br />
dalla modalità di formulazione delle domande,<br />
che comunque spesso comportano diverse<br />
interpretazioni. Inoltre, nonostante il questionario<br />
comprendesse 19 domande non tutti gli<br />
aspetti sono stati sondati.<br />
Rispetto alla precedente survey del 1983 sicuramente<br />
è aumentata la conoscenza “generica”<br />
dell’epilessia ed anche l’opinione che si tratti di<br />
una malattia curabile. La conoscenza “specifica”<br />
dell’epilessia è ancora però estremamente<br />
carente, molte persone credono che l’epilessia<br />
sia una malattia mentale e che essa ponga<br />
importanti limitazioni personali e sociali.<br />
Sulla base di questo rilevamento la Lega<br />
Italiana contro l’Epilessia non può che trovare<br />
ulteriore stimolo per proseguire nelle sue attività<br />
educazionali e promozionali, al fine di<br />
migliorare le conoscenze e sconfiggere lo stigma<br />
ed i pregiudizi.<br />
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