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frattamaggiore ei suoi uomini illustri l'evoluzione sociale e culturale ...

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importante per la costituzione apostolica Creditae Nobis (9 Maggio 1725) destinata da quel papa alla<br />

creazione della congregazione d<strong>ei</strong> Seminari e alla applicazione d<strong>ei</strong> principi formativi del Concilio di<br />

Trento.<br />

La presenza di una personalità come quella del Padricelli nel seminario aversano fece di questo anche un<br />

luogo tenuto in grande considerazione dagli intellettuali e dagli studiosi laici del ‘700.<br />

Alessio Simmaco Mazzocchi, insigne archeologo del cristianesimo campano e scopritore del Calendario<br />

marmoreo della cattedrale napoletana, trovò nel Padricelli l’amico dialogante di serate aversane<br />

indimenticabili ed il paleografo interlocutore valido e brillante della sua disciplina.<br />

Scalone del seminario di Aversa<br />

Giovan Battista Vico, che lo ascoltò in sermoni eccelsi proclamati nelle sedi ecclesiastiche ed accademiche<br />

dell’area napoletana, lo additò ai <strong>suoi</strong> studenti dell’ateneo partenopeo a modello di arte oratoria.<br />

Con tutti gli altri intellettuali dell’epoca, scienziati, medici, matematici, artisti e letterati, accademici e<br />

politici, egli poi tenne una vasta corrispondenza epistolare e condivise lo spirito che animò il riformismo<br />

borbonico e la finezza del ragionamento illuministico che in lui volava alto insieme con le ragioni della<br />

fede e dell’etica civile vissuta senza contraddizioni ed infingimenti.<br />

Fu veramente un grande personaggio il Padricelli, uomo del suo tempo, che dopo la sua morte, avvenuta il<br />

5 ottobre del 1764, suscitò il doloroso rimpianto d<strong>ei</strong> molti che lo tennero come maestro e lo videro onorare<br />

con la sua opera la cultura, la fede, la società civile ed il suo paese natio che conserva la perenne memoria<br />

della lapide celebrativa da lui dettata ed infissa nel 1763 dagli eletti della Università frattese sul muro della<br />

torre civica.<br />

Particolarissimo erede del patrimonio spirituale e <strong>culturale</strong> del Padricelli fu Michele Arcangelo Lupoli, il<br />

più famoso d<strong>ei</strong> vescovi di origine frattese, al quale pervenne del canonico, suo prozio e fratello della nonna<br />

paterna, la biblioteca ricchissima di libri e di scritti personali.<br />

Michele Arcangelo Lupoli celebrò la figura del Padricelli scrivendone la biografia in latino e pubblicandola<br />

nel 1788 (Commentariolum de vita Michaelis Archangeli Patricellii V.C. ...).<br />

Una sintesi tradotta dal latino di questa opera del Lupoli, è stata presentata dall’autore in occasione della<br />

conferenza celebrativa.<br />

Lapide commemorativa di Michele Arcangelo Padricelli, già nella<br />

chiesa parrocchiale di San Sossio in Frattamaggiore

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