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frattamaggiore ei suoi uomini illustri l'evoluzione sociale e culturale ...

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Nella inquadratura delle origini si evidenziano anche i nomi e le funzioni di quelle donne menzionate nelle<br />

carte curiali, n<strong>ei</strong> contratti agrari e monastici del IX-XI secolo: la nobile Teodora, le proprietarie terriere<br />

Maru, Anna, Eufemia e Drosa (RNAM, CV). Si incontra il matrimonio di Saracena, figlia di Manfredi di<br />

Fratta, segnata n<strong>ei</strong> Repertori Angioini del 1268 insieme con il padre che è uno d<strong>ei</strong> baroni e feudatari del<br />

regno (M.F.). Si incontra il nome di donna Cesia de Florentia, madre badessa del monastero di S. Maria<br />

Maddalena delle Eremitane, che nel 1364 possiede in Fratta terreni e vigneti donati dalla Regina Giovanna.<br />

Sul piano della committenza artistica e monumentale la donna frattese è spesso protagonista dell’opera<br />

d’arte commemorativa e devozionale. La lapidaria, il restauro, la pittura sono i campi in cui ella è<br />

maggiormente presente, sia come commemorata e sia come committente.<br />

La nobildonna Antonia Portanova, moglie di Andrea Biancardo, è commemorata in una lapide del 1295<br />

esistente un tempo in San Sossio.<br />

Nel 1510 l’area laterale del presbiterio di San Sossio viene ricomposta con un dipinto di Santa Giuliana tra<br />

San Rocco e San Sebastiano commissionato da Fasanella De Presbitero.<br />

Nella chiesetta di San Giovanni Battista, Mirabella Dello Pr<strong>ei</strong>te appare sia come committente di un dipinto<br />

di San Rocco del 1528 e sia come commemorata in una lapide del 1594 posta dal figlio Scipione Parretta.<br />

Nella chiesa dell’Angelo, Maddalena De Angelis nel 1695 dedica una lapide commemorativa al marito<br />

Alessandro Antonio Giordano; un secolo dopo (1796) è commemorata in una lapide Agnese Capasso,<br />

madre di Nicola Giordano.<br />

Nel 1743 Anna Funaro, seconda moglie di Francesco Durante destina parte d<strong>ei</strong> <strong>suoi</strong> beni alla realizzazione<br />

di un’altare e di una statua (realizzata da Giacomo Colombo) dedicati a san Michele Arcangelo nella chiesa<br />

di Sant’Antonio e dell’Annunziata.<br />

Nella chiesa di San Sossio, nel 1755 viene dedicata una lapide sepolcrale alla giovane Cecilia Riccardi; e<br />

nel 1764 l’edicola gentilizia d<strong>ei</strong> Padricelli viene adornata da Margherita Padricelli con una lapide in<br />

memoria del canonico Michele Arcangelo suo fratello.<br />

In Sant’Antonio nel 1766 viene infissa una lapide commemorativa di Camilla Lupoli, madre di Gabriele<br />

Muti; e nel 1776 Giuliana Niglio dedica una iscrizione marmorea al figlio Pietro Biancardo, sacerdote<br />

prematuramente scomparso.<br />

Nel 1797 in Sant’Antonio si registra ancora una committente di un quadro: Caterina Lanzillo che<br />

devotamente dona alla chiesa una tela con San Rocco.<br />

Nel 1808 Camilla Biancardo dedica al padre Gennaro una lapide in San Sossio con l’iscrizione del<br />

canonico Padricelli. Nella stessa chiesa nel 1824 Maria Moccia dedica al cognato Antonio Russo, parroco<br />

di Nevano, una lapide con l’iscrizione del vescovo Michele Arcangelo Lupoli.<br />

Nel 1845 Teresa Del Prete fa costruire nella chiesa di Pardinola una cappella dedicata alla reliquia di san<br />

Secondiano.<br />

Nel 1856 Agnese e Teodora Giangrande pongono nella chiesetta di Sant’Ingenuino una lapide in onore del<br />

conte Giulio Genoino, loro parente.<br />

Alla fine dell’800 i coniugi D’Ambrosio dedicano un altare a santa Giuliana in San Sossio; i coniugi<br />

Micaletti dedicano l’altare e la statua di san Ciro nella chiesa del Carmine; e pie devote innalzano un altare<br />

marmoreo alla Madonna del Buon Consiglio nella chiesa del Ritiro (1886).<br />

Le committenze artistiche e devozionali femminili del `900 riguardano la chiesa di San Rocco, con la<br />

dedica dell’altare alla Madonna del Suffragio da parte di Rosa Muti (1911) e la dedica dell’altare del Sacro<br />

Cuore da parte di Maria Pezzullo (1929); riguardano poi la chiesa della Madonna delle Grazie per le<br />

transenne marmoree degli altari laterali realizzate nel 1935 a devozione di Maria Pezzullo, ed il rifacimento<br />

del pavimento decorato della navata centrale commissionato da Maria Pezzullo, Maria Liguori-Capasso,<br />

Anna Del Prete e Carmela Pezzullo.<br />

I riferimenti storici più antichi alle madri frattesi e ai rapporti generazionali si leggono n<strong>ei</strong> documenti e n<strong>ei</strong><br />

testamenti del ‘400 e del ‘500, in qualche manoscritto del ‘600, e nelle serie storiche degli <strong>uomini</strong> <strong>illustri</strong><br />

frattesi compilate dal Giordano e dal Capasso. Riferimenti più recenti, di carattere antropologico, sono<br />

presenti nelle raccolte d<strong>ei</strong> canti canapini.

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