frattamaggiore ei suoi uomini illustri l'evoluzione sociale e culturale ...
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Appare superfluo dilungarsi in questa sede sulle indagini che sono state esperite sul manoscritto, sulle<br />
illazioni che sono state tratte in occasione di un intervento di restauro che è stato condotto sull’opera nel<br />
1972: basterà osservare che le indagini esterne non hanno consentito di avere alcun motivo di certezza né<br />
dell’autenticità, né dell’inautenticità del manoscritto Stanzione.<br />
La stessa analisi minuziosa del testo consente al Willette di sostenere che “la calligrafia del manoscritto<br />
non corrisponde ad alcuno degli esempi noti di calligrafia dedominiciana” 20 . E’ del pari vero, comunque<br />
che la grafia del manoscritto non è neppure appartenente allo Stanzione, secondo quanto ha dimostrato il<br />
Faraglia 21 già nel 1883 e confermato in seguito il Willette 22 .<br />
Gli studiosi si sono variamente divisi nella valutazione dell’autenticità stanzionesca del manoscritto, al di<br />
là della stretta questione di merito della sua autografia.<br />
Lo Schulz 23 , ad esempio, insieme con il Catalani 24 ed il Laviano 25 propendono per l’autenticità<br />
stanzionesca. Recisamente la nega il Croce 26 , che, come annota il Willette, pur “convinto che il manoscritto<br />
fosse stato inventato da De Dominici, era tuttavia consapevole del fatto che il documento potesse<br />
incorporare frammenti degli scritti dello Stanzione, come pure tradizioni orali” 27 .<br />
La posizione di Bologna 28 sposta in realtà l’asse del problema additando che, in fondo, ‘falsi’<br />
dedominiciani (tra cui anche il manoscritto dello Stanzione) costituiscono una sorta di riferimento<br />
accessorio e sostanzialmente ininfluente rispetto a ciò che rimane da valutare come merito precipuo dello<br />
storico settecentesco e cioè il fatto d’avere introdotto un nuovo criterio di valutazione e di giudizio.<br />
Possibilista, nell’insieme, è infine la posizione di Schütze e Willette che sono gli autori dell’ultimo e più<br />
completo studio monografico sullo Stanzione.<br />
M. Stanzione, Adorazione d<strong>ei</strong> Pastori. Napoli, Museo di Capodimonte<br />
Noi stessi, esprimendo già in altro momento un sommesso parere, abbiamo scelto di iscriverci nella schiera<br />
d<strong>ei</strong> sostenitori dell’autenticità del manoscritto, non escludendo, tuttavia, che esso possa essere una copia<br />
dell’originale stanzionesco. Ciò che ci sentiremmo di escludere è, insomma, la creazione intenzionale del<br />
falso da parte del De Dominici.<br />
Complessivamente può essere ragionevole riassumere siffattamente lo stato del dibattito:<br />
20<br />
T. WILLETTE, Bernardo De Dominici e la sua “Vita” di Stanzione, in S. SCHÜTZE - T.<br />
WILLETTE, Massimo Stanzione. L’opera completa, op. cit., p. 153.<br />
21<br />
N. FARAGLIA, Le memorie degli artisti napolitani pubblicate da Bernardo de Dominici Secondo<br />
studio critico, in “Archivio Storico per le Province Napoletane”, VII 1883.<br />
22<br />
T. WILLETTE, Bernardo De Dominici e la sua “Vita” di Stanzione, op. cit., p. 161, n. 3.<br />
23<br />
H. W. SCHULZ, Denkmaeler der Kunst der Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860.<br />
24<br />
L. CATALANI, Discorso su’monumenti patrii, Napoli 1842.<br />
25<br />
N. LAVIANO, Cenni sulla vita di Antonio Solario detto lo Zingaro, Napoli 1842.<br />
26<br />
B. CROCE, Scrittori della storia dell’arte napoletana anteriori al De Dominici, in “Napoli<br />
Nobilissima”, op. cit., pp. 17-20.<br />
27<br />
T. WILLETTE, Bernardo De Dominici e la sua “Vita” di Stanzione, op. cit., p. 161 n. 3.<br />
28<br />
ad vocem De Dominici Bernardo, in AA. VV., Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1992.