GAL SILA GRECA – BASSO JONIO COSENTINO - Terre Jonicosilane
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➜ CAMPANE... DI<br />
GUARDIA<br />
Le campane delle torri<br />
civiche servivano non solo<br />
a scandire il tempo o a<br />
riunire i fedeli per la<br />
messa, ma anche ad<br />
allertare la popolazione,<br />
impegnata nel lavoro dei<br />
campi o con le greggi, in<br />
caso di incursioni<br />
nemiche. Addirittura il<br />
comune di Campana<br />
prende il nome dalla<br />
grossa campana posta<br />
sulla torre civica in età<br />
normanna. Nell’alta valle<br />
del Trionto, anche il<br />
campanile di Longobucco<br />
era una torre di<br />
avvistamento a pianta<br />
quadrangolare, tipica<br />
struttura normanno-sveva<br />
con murature in blocchi<br />
di tufo (il travertino che<br />
affiora intorno a colle<br />
d’Avri), che poggiano su<br />
ciottoli di granito. I<br />
longobucchesi vanno<br />
orgogliosi del loro<br />
campanile che si trova<br />
nella piazza,<br />
comunemente detta ‘u<br />
campanaru’, dinanzi alla<br />
Chiesa Matrice.<br />
In basso:<br />
il campanile della<br />
Chiesa Madre di<br />
Longobucco.<br />
In viaggio di castello in castello<br />
Costruito dai Normanni e modificato dagli<br />
Angioini, il castello feudale di Calopezzati,<br />
borgo sulla costa jonica inserito tra Crosia e<br />
Pietrapaola, costituisce un perfetto esempio<br />
dell’abilità umana nel trasformare una semplice<br />
rocca in un’elegante dimora. Buona<br />
parte della sua metamorfosi in lussuosa e<br />
prestigiosa residenza la si deve agli Svevi (sec.<br />
XIII). Tra il 1500 e il 1700 i nobili Sambiase<br />
arricchirono l’interno del castello di decorazioni<br />
e biblioteche, di nuovi soffitti, di camini,<br />
di un salone d’onore e di un ponte levatoio.<br />
Oggi la fortezza è di proprietà della<br />
famiglia Giannone.<br />
Proseguendo verso sud lungo la costa e poi<br />
verso l’interno, si raggiunge il castello di<br />
Mandatoriccio, fatto costruire dal marchese<br />
Guidasso tra il sec. XV e il XVI, quando il<br />
paese era solo un casale della contea della vicina<br />
Pietrapaola. Si presume che proprio intorno<br />
al castello si sia formato il primo nucleo<br />
abitato, circondato da mura di cinta,<br />
come si evince dai resti di bastioni rinvenuti<br />
nelle vicinanze. Il Castello, restaurato, è oggi<br />
sede del municipio.<br />
A pochi chilometri di distanza, sempre<br />
verso l’interno, si trova Pietrapaola, abbarbicata<br />
alla rupe del Salvatore, che<br />
sovrasta il paesino insieme alla Timpa<br />
del Castello. Sulla rupe del Salvatore<br />
si trova la grotta del Principe,<br />
esempio di arte rupestre e utilizzata<br />
in periodo feudale come<br />
rifugio in caso di attacchi nemici.<br />
Stessa funzione aveva la<br />
Timpa del Castello, come<br />
confermano i resti di una cisterna<br />
per la raccolta dell’acqua.<br />
Salendo lungo la<br />
caratteristica strada che<br />
porta dal fondovalle dell’Acquaniti<br />
al Centro<br />
Storico di Pietrapaola, si<br />
scorgono, oltre al paesaggio<br />
delle grotte, i<br />
frammenti dell’antica<br />
“silica”, la mulattiera<br />
fatta con pietre di fiume,<br />
tenute insieme da<br />
una matrice limosa-argillosa che ha garantito<br />
per secoli l’accesso al borgo dal mare.<br />
Tra il fiume Trionto e la Piana di Sibari è<br />
ubicata Rossano, dove in passato vi erano<br />
addirittura tre castelli. Il primo, Oppidum o<br />
Castrum Roscianum, apparteneva forse alla<br />
gens romana dei Rosci, risalente al 193 circa<br />
a.C. Il castello romano fu trasformato nel<br />
sec. XVII nel Monastero dei Cappuccini,<br />
nella seconda metà dell’Ottocento in ospedale<br />
civico. Il secondo è stato incorporato<br />
nell’attuale palazzo De Rosis (famiglia di baroni<br />
proveniente dalla vicina Corigliano): si<br />
tratta del castello dello Steri o del Governatore,<br />
risalente al XV secolo. Il terzo fortilizio,<br />
infine, risale al periodo storico in cui<br />
Rossano era un Principato sotto i Ruffo.<br />
Borghi fortezza<br />
Non solo castelli e rocche. Le terre jonicosilane<br />
e il Basso Jonio Cosentino sono disseminati<br />
di straordinari borghi fortezza, dove<br />
la popolazione trovava sicuro rifugio dalle<br />
frequenti incursioni prima dei Saraceni provenienti<br />
dalla Sicilia (secc. IX-X), poi dalla<br />
pirateria turchesca e barbaresca proveniente<br />
dalle coste del Nord Africa (secc. XVI-<br />
XVII). Cariati è una stupenda piazzaforte<br />
militare di epoca bizantina, posta tra Punta<br />
Alice e Capo Trionto, ancora oggi circondata<br />
dai resti della poderosa cinta muraria eret-