GAL SILA GRECA – BASSO JONIO COSENTINO - Terre Jonicosilane
GAL SILA GRECA – BASSO JONIO COSENTINO - Terre Jonicosilane
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➜ LE PITTE,<br />
DELIZIE DEL FORNO<br />
Dal forno alla tavola per<br />
scoprire la creatività delle<br />
pitte farcite (insignite del<br />
marchio PAT Prodotti<br />
Agroalimentari Tradizionali),<br />
un impasto di farina di segale<br />
e patate lesse, condito con<br />
gli ingredienti tipici della<br />
cucina locale. Del maiale non<br />
si butta niente: ne sono un<br />
brillante esempio le frittole<br />
che aggiunte all’impasto della<br />
pitta regalano una<br />
gustosissima pizza rustica.<br />
Con la stessa base è<br />
possibile proporre uno<br />
stuzzichino al sapore di mare<br />
grazie alla sardella,<br />
considerata, al pari delle<br />
frittole, un ottimo<br />
condimento per le pitte. Chi è<br />
invece alla ricerca di sapori<br />
insoliti sarà inevitabilmente<br />
attratto dalla pitta “cu ru<br />
maju”, preparata con i fiori di<br />
sambuco essiccati.<br />
➜ OLIVE IN TAVOLA<br />
Nel menu delle grandi<br />
occasioni o dei semplici<br />
spuntini, le olive, in<br />
particolare a Rossano e<br />
Crosia e, in generale, nei<br />
territori costieri e collinari,<br />
sono sempre protagoniste<br />
della tavola silana. Tra le<br />
specialità troviamo<br />
indubbiamente le olive<br />
“arriganate”,<br />
tradizionalmente nere,<br />
trattate con origano, olio,<br />
sale e, se gradito, pepe<br />
rosso a scaglie. Le olive verdi<br />
sono invece preparate “ara<br />
conza”, in salamoia con<br />
acqua, sale e l’apporto della<br />
cenere, per poi essere<br />
conservate sotto vetro con<br />
alloro e finocchio selvatico.<br />
Quando la polpa delle olive,<br />
raccolte verdi, si stacca<br />
facilmente dal nocciolo, è<br />
tempo di “ventuse”,<br />
tipicamente schiacciate nei<br />
mortai di pietra.<br />
Nel tondo:<br />
“Pipi e patati”, ovvero<br />
peperoni e patate, uno dei<br />
contorni tipici della cucina<br />
della Sibaritide e, più in<br />
generale, di tutta<br />
la Calabria.<br />
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jonicosilana. Dalla sfoglia tagliata a strisce con<br />
l’aiuto di un ferretto a sezione tonda nascono<br />
i maccheroni, successivamente cucinati assieme<br />
al sugo di pomodoro, al castrato e all’immancabile<br />
peperoncino. Così tenera e raffinata,<br />
questa carne va ad insaporire numerosi<br />
altri piatti, tra cui i classici<br />
fusilli.<br />
La pasta fresca, in particolare<br />
quella preparata<br />
con il ferretto, si rivela<br />
straordinaria anche<br />
in abbinamento<br />
ad altri elaborati<br />
sughi di carne, come<br />
il ragù di selvaggina<br />
o il ragù di<br />
maiale, indicato per<br />
condire i “vermiciaddi”,<br />
una pasta lunga e<br />
morbida cui si aggiunge la<br />
“finninula”, insaccato di maiale.<br />
Chi preferisce la pasta corta può scegliere<br />
invece un bel piatto di “cavatelli”, gli gnocchi<br />
realizzati a mano simili alle orecchiette e serviti<br />
con patate e salsiccia.<br />
Il 19 marzo, festa di San Giuseppe, è l’occasione<br />
per cucinare i “tagghjarini”, le tagliatelle offerte<br />
ai parenti, agli amici e al proprio “vicinato”,<br />
accompagnate da fagioli e ceci cotti assieme<br />
al baccalà. In tavola arrivano anche i primi<br />
profondamente legati alla tradizione contadina,<br />
come i “tagghjarini” con i legumi o la minestra<br />
con il pane, resa decisamente gustosa<br />
dall’uso della cicoria, che cresce rigogliosa in<br />
loco, della verza, e degli stessi legumi.<br />
Secondi di terra<br />
Giornate lunghissime, lontano da casa, a camminare<br />
assieme al gregge tra gli sconfinati pascoli<br />
della Sila. Uno dei modi migliori per entrare<br />
in contatto con la cucina di terra della Sila<br />
Greca è la scelta, tra gli ottimi secondi di carne,<br />
dei raffinati arrosti di capretto e di agnello.<br />
Piatto fuori dal consueto è poi la capra alla<br />
montanara, la cui preparazione è ancora basata<br />
su ricette dalle antiche origini. Il menu è inoltre<br />
arricchito dall’insieme dei prodotti derivati<br />
dalle carni suine, magistralmente lavorate e servite<br />
come veri e propri secondi. Il singolo nu-<br />
cleo familiare è solito allevare il maiale “casaluru”,<br />
da cui si ottengono soppressate, salsicce<br />
piccanti, sanguinacci dalla crema porpora. In<br />
cucina, ogni singolo elemento del suino viene<br />
valorizzato, e in tavola arrivano le “risimuglie”,<br />
ciccioli ottenuti dalla cotica, le “frittule”,<br />
le parti meno nobili insaporite<br />
con il grasso, “u suzu”, una<br />
gelatina preparata con la<br />
testa e le zampe, le “nuglie”,<br />
salsicce a base di<br />
trippa, lingua e fegato,<br />
“u ncantaratu”,<br />
gustoso lardo di<br />
maiale salato, “u<br />
sacchiattu”, insaccato<br />
prodotto con le<br />
zampe anteriori del<br />
maiale. Grande attenzione<br />
anche per i contorni,<br />
splendidamente rappresentati<br />
da verdure elaborate come<br />
i “pipi arrustiti” (peperoni arrostiti), le “lumingiane<br />
chjine” (melanzane ripiene), le “rape<br />
affucate” (rape soffritte) e i noti pomodori<br />
secchi che colorano le portate.<br />
Secondi di mare<br />
Nel tegame di ferro, spolverato di peperoncino,<br />
gli spicchi d’aglio tagliati a fettine insaporiscono<br />
l’ottimo olio locale. Siamo a Cariati, borgo<br />
marinaro, bandiera blu. I gesti sono quelli decisi<br />
ed esperti di chi conosce ogni segreto di questo<br />
straordinario piatto di mare, le alici scattiate.<br />
Adagiate nel tegame “scontrate”, con una fitta<br />
alternanza testa coda, sono profumate all’ori-