GAL SILA GRECA – BASSO JONIO COSENTINO - Terre Jonicosilane
GAL SILA GRECA – BASSO JONIO COSENTINO - Terre Jonicosilane
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Sulla pagina a lato, in<br />
senso orario: il territorio<br />
della Sila Greca, incontaminato<br />
e maestoso, è caratterizzato<br />
da montagne<br />
e valli che si alternano in<br />
un susseguirsi di<br />
panorami cangianti e<br />
dalle mille sfaccettature,<br />
dove tutti gli amanti dell’outdoor<br />
possono<br />
trovare la propria<br />
dimensione: un esempio<br />
si può trovare sulla cima<br />
del monte Iurentino;<br />
alcune delle valli più<br />
strette e ripide, come il<br />
canyon del Vulganera,<br />
sono tra le mete<br />
privilegiate per gli<br />
appassionati di<br />
torrentismo; alberi<br />
imbiancati in Colle<br />
Dell’Esca, nell’altopiano<br />
della Sila;<br />
le classiche incisioni a<br />
spina di pesce realizzate<br />
sulla corteccia dei tronchi<br />
di pino laricio per<br />
raccoglierne la resina.<br />
74<br />
Un secolo dopo, l’eccentrico e coltissimo<br />
scrittore britannico Norman Douglas attraversò<br />
per puro diletto la Sila, oltre che buona<br />
parte della Calabria, da ovest ad est e rigorosamente<br />
a piedi: da Acri salì sino a Croce<br />
Greca e si tuffò poi sul versante opposto<br />
lungo la valle del Trionto, tra contadini che<br />
falciavano il fieno, mandrie scampananti,<br />
boschi di pini digradanti dalla cima del<br />
monte Paleparto. Ma ad attrarre l’attenzione<br />
di Douglas fu soprattutto il paesaggio di cui<br />
offre, nel suo Old Calabria pubblicato a<br />
Londra nel 1915, una immaginifica descrizione.<br />
Ben presto lo stretto alveo del Trionto,<br />
percorso da acque irruente e costellato di<br />
canyon e dirupi, costrinse però Douglas a<br />
dar fondo alle sue doti di trekker ante litteram.<br />
Sino a che sul far della sera, dopo numerosi<br />
guadi e una serie interminabile di meandri,<br />
ecco apparire Longobucco con il suo improbabile<br />
Hotel Vittoria, dove il britannico non<br />
trovò però nulla da mangiare, finché qualcuno<br />
non gli procurò del cibo presso le ospitali<br />
case private. Si meravigliò del fatto che<br />
anche le zone più povere del paese fossero illuminate<br />
discretamente, conseguenza delle<br />
centrali idroelettriche da poco messe in funzione.<br />
Zaino in spalla<br />
Il modo più autentico e sorprendente per<br />
conoscere le terre <strong>Jonicosilane</strong> sono i passi<br />
lenti. Basta abbandonare le strade asfaltate<br />
e, zaino in spalla, incamminarsi lungo uno<br />
dei tanti sentieri che attraversano, come<br />
una trama intricata, questo territorio impervio<br />
e affascinante.<br />
La caratteristica geomorfologia lievemente<br />
ondulata della parte centrale dell’altopiano<br />
silano cede il posto a linee di paesaggio oblique<br />
se non anche verticali, che hanno come<br />
unico approdo la vicina costa jonica, indissolubilmente<br />
legata per storia e tradizioni alle<br />
montagne dell’interno.<br />
Proprio dal mare infatti vennero le popolazioni<br />
del mare Egeo e del Peloponneso, che<br />
diedero il nome alla Sila Greca. Lentamente<br />
si attraversano fitte foreste di lecci e roverelle,<br />
in basso e sui fianchi scoscesi delle gole<br />
fluviali, di roveri (ve ne sono di giganteschi<br />
lungo la strada che scende verso l’antico eremo<br />
monastico di S. Onofrio, nella valle del<br />
Colognati), castagni (millenari quelli di<br />
Cozzo del Pesco) cerri, faggi e pini larici nelle<br />
zone più alte, soprattutto intorno al monte<br />
Paleparto.<br />
Lentamente si procede sull’alveo dei fiumi<br />
incontrando rapide, cascate, canyon, architetture<br />
di roccia (Cino, Colognati, Ortiano,<br />
Coserie, Vulganera, Laurenzana). Le gole<br />
dell’alto Trionto furono attraversate, suo<br />
malgrado, anche da Norman Douglas nella<br />
discesa verso Longobucco, per la scomparsa<br />
di un tratto di sentiero a causa di una frana<br />
(Timpa di Margiamunta). Lentamente si sale<br />
su ripidi ed alti crinali dai panorami sconfinati<br />
(Serra S. Angelo, monte Iurentino,<br />
monte Serino e Basilicò, colle d’Avri, Serra<br />
Castagna, monte Paleparto).<br />
Tutti i paesi del <strong>GAL</strong>, che, come un rosario,<br />
circondano la parte più propriamente montagnosa<br />
del territorio, possiedono sentieri <strong>–</strong><br />
ma anche comode sterrate <strong>–</strong> che salgono<br />
verso il centro della piramide.<br />
Si susseguono interminabili ghirigori, entrando<br />
e uscendo da valloni tenebrosi, passando<br />
per antichi stazzi e per arcaici rifugi di<br />
pastori, i “pagliari”, che paiono usciti da un<br />
passato leggendario se non addirittura dalla<br />
preistoria, affacciandosi su dirupi rocciosi,<br />
guadando torrenti su instabili ponticelli di<br />
pertiche e pietre e attraversando foreste lussureggianti.<br />
Non solo trekking<br />
Se il muoversi a piedi è lo strumento più<br />
consono per la morfologia del territorio della<br />
Sila Greca, diverse altre sono le possibilità<br />
dell’outdoor in questa spettacolare e poco<br />
conosciuta porzione dell’altopiano silano.<br />
Durante le nevicate abbondanti la parte<br />
sommitale del monte Paleparto si presta magnificamente<br />
per lo sci escursionismo e per<br />
le ciaspole (accessi da Longobucco, da Bocchigliero,<br />
Campana e Rossano).<br />
Le stradine forestali, disseminate ovunque,<br />
sono inoltre ottimi percorsi per la mountain<br />
bike e offrono la possibilità di favolose traversate<br />
da un paese all’altro passando per le