ITINERARI DEL FOLCLORE 44 IN UN GIORNO
DI FESTA L’amore per questa terra si può comprendere soprattutto attraverso le tradizioni popolari, massima espressione del bisogno di conservare le proprie radici e tutelare l’originale identità, di sentirsi partecipi di una collettività. Andiamo dunque alla scoperta di riti, cerimonie e credenze per vivere fino in fondo le terre <strong>Jonicosilane</strong> nella Sila Greca. ICALABRESI, È NOTO, SONO UN POPOLO OSTINATO. L’ostinazione però è anche sinonimo di tenacia. Ed è solo con la tenacia che si possono mantenere vive le tradizioni e l’identità per tramandarle così ai più giovani. Andiamo allora indietro nel tempo e facciamoci travolgere dall’irrefrenabile voglia di vivere che questa gente riesce a trasmettere tutto l’anno. Abbandoniamoci all’euforia della tarantella, ammiriamo lo spettacolo dei fuochi pirotecnici, gustiamo gli intensi sapori che i prodotti silani sanno offrire. Incontrarsi d’Inverno I primi sapori che a gennaio inondano le tavole calabresi sono quelli delle carni suine. A Bocchigliero va in scena la macellazione del maiale, protagonista di questa sagra che offre la possibilità di gustare piatti di ogni tipo, affiancati da un buon rosso locale e di acquistare il meglio della produzione gastronomica, tutta basata sulle carni dell’animale. Il 15 gennaio nel comune di Caloveto si festeggia il patrono San Giovanni Calibyta per il quale viene organizzata una processione lungo le vie del centro storico. La tradizione del Carnevale che anima il mese di febbraio è molto sentita in tutti i comuni del comprensorio, in particolare a Rossano. Qui il Carnevale, subendo un processo di personificazione, si trasforma in un fantoccio che muore per indigestione! Si gioca con la morte, in un rituale che porta alla liberazione. Salsicce, soppressate e frittole fanno ritornare alla mente i sogni di abbondanza alimentare degli antichi, costretti a nutrirsi con alimenti di fortuna. Anche il periodo della Settimana Santa che precede la Pasqua è particolarmente sentito. Il Venerdì Santo, in molti borghi, alle prime luci dell’alba si svolgono le Processioni delle Congreghe. Rossano in particolare ne ospita una delle più importanti: diversi cortei partono da tutte le parrocchie e, percorrendo i vicoli del centro storico, rievocano la Passione di Cristo con preghiere e canti popolari. Il risveglio della Primavera Ancora Rossano è protagonista dei Fuochi di San Marco, festa che si svolge nella notte tra il 24 e il 25 aprile, in ricordo del violento terremoto che colpì questo territorio nel 1836 e che costrinse la gente a trascorrere la notte all’addiaccio e ad accendere numerosi fuochi per scaldarsi. Esiste però un’altra ipotesi, che ricollega questa usanza a quando in primavera i pastori, terminata la transumanza, accendevano grandi falò per festeggiare l’arrivo della primavera. Ogni anno, come ormai da tradizione secolare, la terza domenica di maggio, Rossano celebra una delle sue feste antiche più caratteristiche, dedicata a Sant’Onofrio. La Processione prevede che la statua raffigurante il Santo, patrono dei pastori, custodita nella chiesetta che si trova nell’alta valle del torrente Colognati, venga portata in spalla nei luoghi attorno all’eremo, seguita da alcuni particolari bastoni decorati con i caratteristici “taralli”, che al termine della stessa vengono offerti in dono. A Cariati il 9 e 10 maggio è attesa la benedizione del paese e del mare del Santo navigatore: così da molti viene Sulla pagina a lato, dall’alto: flauti, percussioni, zampogne e tanti altri strumenti musicali del passato servono a creare le musiche popolari di sottofondo a una delle numerose feste che animano la città di Rossano; a Longobucco come ogni anno si celebra San Domenico, santo patrono della città, la cui statua viene portata in processione lungo le vie del borgo: eventi di questo genere, carichi di spiritualità, tradizione e caratterizzati da un grande coinvolgimento popolare, sono diffusi su tutto il territorio della Sila Greca. 45