EDILIZIA CITTÀ DI GALLARATE SPACCI AZIENDALI - Varese Mese
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V PARLANDO D’EUROPA di ANTONIO LAURENZANO<br />
Germania: sì al fondo<br />
salva-stati<br />
“Svolta” nella politica dell’incertezza di Berlino. Rigore e disciplina nei bilanci pubblici<br />
L’euro, almeno per ora, è salvo!<br />
La Germania, uscendo<br />
dalla “politica dell’incertezza”<br />
degli ultimi tempi, ha dato<br />
via libera all’Efsf, il Fondo salva-<br />
Stati. E le Borse Ue son tornate<br />
euforiche. Il Parlamento tedesco<br />
ha approvato l’ampliamento<br />
dei poteri e delle risorse del<br />
Fondo.<br />
Ma cos’è l’Efsf (che sta per<br />
European financial stability<br />
facility)? È una società di diritto lussemburghese<br />
i cui azionisti sono i Paesi<br />
dell’area euro, varata nel maggio 2010. Emette<br />
obbligazioni e altri strumenti di debito per andare in soccorso<br />
ai Paesi dell’eurozona, in crisi di liquidità, quando non<br />
riescono a nanziarsi sui mercati. È già successo per Irlanda e<br />
Portogallo.<br />
Il Fondo è stato recentemente “raorzato” nei suoi poteri. Il<br />
summit europeo di Bruxelles dello scorso luglio ne ha ampliato<br />
la capacità d’intervento, da 250 a 440 miliardi di euro, per<br />
veicolare al meglio il secondo pacchetto di aiuti alla Grecia ed<br />
essere in grado di sostenere eventuali aiuti ad altri Paesi. Potrà<br />
concedere prestiti più lunghi no a 30 anni, ricapitalizzare le<br />
banche, acquistare titoli di Stato dell’eurozona, sollevando la<br />
Banca centrale europea dal contestato compito di comprare<br />
bond dei Paesi dell’Ue colpiti dalla sducia dei mercati nanziari.<br />
Dal giugno del 2013, l’Efsf verrà sostituito dall’Esm<br />
(European stability mechanism) che avrà una capacità di<br />
intervento di 500 miliardi di euro.<br />
Per diventare operativo l’Efsf ha dovuto superare il voto di<br />
ratica dei 17 partner di Eurolandia. In particolare quello<br />
tedesco era atteso e… temuto, un banco di prova molto signicativo<br />
sulla tenuta dell’euro per rassicurare i mercati: il<br />
vero cuore del problema! Sono rimbalzati nell’Unione i forti<br />
contrasti interni alla maggioranza del cancelliere Merkel,<br />
tante voci dissonanti dal mondo politico tedesco legate al<br />
rapporto con l’opinione pubblica nazionale, in vista anche<br />
delle prossime scadenze elettorali. Molto critica la posizione<br />
dei liberali in rotta di collisione con i cristianodemocratici.<br />
Ma alla ne, la battagliera Angela Merkel ha evitato, anche se<br />
per soli cinque voti, che il sostegno dell’opposizione socialdemocratica<br />
e verde diventasse decisivo, scongiurando una<br />
pericolosa crisi di governo, con conseguenze imprevedibili sui<br />
mercati nanziari.<br />
Almeno nel breve periodo, il voto tedesco concede all’Europa<br />
di tirare il ato e di versare alla Grecia una nuova tranche di<br />
aiuti da otto miliardi. La presa di coscienza della Germania<br />
sul suo ruolo trainante nei confronti dell’Europa ha evitato<br />
un effetto a cascata di decisioni pesanti dal punto di vista<br />
politico e istituzionale.<br />
Quanto tempo occorrerà ancora<br />
per trarre conclusioni denitive<br />
e iniziare a correre senza pause<br />
e incertezze sull’unica strada<br />
praticabile? Quale?<br />
La costruzione politica<br />
dell’Europa!<br />
Un importante passo in avanti nel “cantiere europeo”, sempre<br />
in ritardo e mal gestito! Continua a mancare una soluzione<br />
durevole alla crisi debitoria.<br />
Molti osservatori credono sia solo questione di tempo prima<br />
di assistere a un nuovo voltafaccia tedesco, sotto la pressione<br />
di un’inquieta opinione pubblica, da sempre contraria alla<br />
stabilizzazione della crisi nanziaria dei Paesi in dicoltà con<br />
misure assistenziali da parte dell’Europa. Non a torto, viene<br />
invocato rigore e disciplina nei bilanci dei partner europei.<br />
La politica di salvataggio è compito dei singoli governi a cui<br />
tocca, attraverso adeguate riforme e un’accorta politica scale,<br />
riassestare le proprie finanze pubbliche. Alla Banca centrale<br />
europea, nel rispetto dei ruoli istituzionali, tocca invece la<br />
politica monetaria. Chiaro il messaggio di Berlino ai Governi<br />
nazionali: Confermato l’impegno per l’euro a condizione che<br />
si volti pagina! Non è più tempo cioè di incomprensibili rinvii.<br />
Scelte coraggiose, segnali forti per i mercati che sono sempre<br />
pronti a tornare in rosso in assenza di una comune volontà<br />
politica di costruire, nalmente, un’unica cabina politica di<br />
regia! Quanto tempo occorrerà ancora per trarre conclusioni<br />
denitive e iniziare a correre senza pause e incertezze sull’unica<br />
strada praticabile? Quale? La costruzione politica dell’Europa!<br />
V 8 NOVEMBRE 2011