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Corsi brevi - Siapec

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228<br />

Tab. I. Sensibilità della diagnosi intraoperatoria per le neoplasie ovariche (M. Gol 2003, mod.)<br />

tumore germinale. Lo studio intraoperatorio può servire anche<br />

a valutare lo stadio della neoplasia e dare indicazioni al<br />

chirurgo sull’adeguatezza dei margini di resezione, dato importante<br />

soprattutto nel caso di giovani donne che desiderino<br />

conservare la fertilità 3 .<br />

Ci sono neoformazioni in cui l’esame macroscopico può essere<br />

già suggestivo della natura della lesione, come i teratomi<br />

cistici maturi o le cisti che presentano pareti sottili, senza<br />

neoformazioni aggettanti nella cavità. Nei tumori che richiedono<br />

l’esame intraoperatorio è importante la scelta del frammento/i<br />

da esaminare, infatti, nei tumori solidi sono da evitare<br />

le aree necrotiche e nelle cisti con neoformazioni papillari<br />

possono essere necessari più prelievi per evidenziare un’eventuale<br />

infiltrazione 7 .<br />

Una regola che vale in generale (non solo per le neoformazioni<br />

ovariche) perché l’esame al congelatore sia ottimale, è<br />

di avere a disposizione tutta la lesione e non solo una porzione,<br />

perché una possibile causa di errore può essere quella di<br />

valutare un frammento non rappresentativo della patologia.<br />

Questo dato emerge chiaramente anche dallo studio di Nigrisoli<br />

8 che su 1490 campioni esaminati al criostato, ha riscontrato<br />

che le cause di errore sono da ricondurre principalmente<br />

all’errore di campionamento macroscopico, in secondo<br />

luogo all’errore interpretativo istologico, e in minima parte ai<br />

problemi tecnici (artefatti da congelamento).<br />

Questi fattori potrebbero spiegare la bassa accuratezza diagnostica<br />

intraoperatoria per i tumori borderline, per i quali la<br />

complessità morfologica e il campionamento limitato a pochi<br />

prelievi rendono l’esame estemporaneo meno attendibile 3 .<br />

La valutazione di un esiguo numero di sezioni può portare a<br />

sottostimare la lesione non mostrando nelle sezioni congelate<br />

aree certe di invasione, che possono comparire sull’esame<br />

definitivo, dove le sezioni esaminate sono molto più numerose;<br />

questo può spiegare come il 20%-30% di casi diagnosticati<br />

come borderline all’esame intraoperatorio siano risultati<br />

carcinomi al successivo esame istologico 2 3 5 9 10 . Molto<br />

più raramente si verifica che neoformazioni interpretate come<br />

benigne al congelatore siano diagnosticate come tumore<br />

borderline all’esame definitivo (2,8-6,2%) 2-5 .<br />

Dagli studi presenti in letteratura emerge che la maggior parte<br />

degli errori è rappresentata da sottostime delle lesioni,<br />

mentre le sovrastime sono molto più rare. Le maggiori difficoltà<br />

sembrano aversi nei tumori mucinosi, con una percentuale<br />

maggiore di diagnosi sottostimate 2 4 5 : questo può dipendere<br />

dalle dimensioni maggiori che di solito hanno le<br />

neoformazioni mucinose e dalla loro eterogeneità tanto da<br />

poter trovare nello stesso tumore aree benigne, maligne e<br />

borderline.<br />

CORSI BREVI - SLIDE SEMINARS<br />

Autore N. casi % Globale % N. Benigne % N. Borderline % N. Maligne<br />

Hamed, 1993 305 98.7<br />

Rose, 1994 383 92.7 97.9 44.8 92.5<br />

Usubutun, 1998 360 94.2 99.2 93.1<br />

Yeo, 1998 316 95.2 98.2 60 87<br />

Cuello,1999 842 98.2<br />

Houck, 2000 140 60<br />

Pinto, 2001 243 94 94 61 98.5<br />

Gol, 2003 222 92 98 61 88.7<br />

Tangjitgamol, 2004 212 91.9 99.1 50 90.9<br />

Una valutazione complessiva di questi dati conferma l’utilità<br />

e l’accuratezza dell’esame intraoperatorio nelle neoplasie<br />

ovariche; tale metodica, pur se con limitazioni nelle lesioni<br />

borderline, risulta un valido supporto per il chirurgo, più delle<br />

altre indagini diagnostiche preoperatorie 3 11 .<br />

Bibliografia<br />

1 Markman M, Hoskins WJ. Cancer of the ovary. Raven Press New<br />

York, 1993, pag. 161.<br />

2 Gol M, Baloglu A, Yigit S, Dogan M, Aydin Ç, Yensel U. Accuracy of<br />

frozen section diagnosis in ovarian tumors: is there a change in the<br />

course of time? Int J Gynecol Cancer 2003;13:593-7.<br />

3 Pinto PB, Andranade LAL, Derchain SFM. Accuracy of intraoperative<br />

frozen section diagnosis of ovarian tumors. Gynecol Oncol<br />

2001;81:230-2.<br />

4 Houck K, Nikrui N, Duska L, Chang Y, Fuller AF, Bell D, Goodman<br />

A. Borderline tumors of the ovary: correlation of frozen and permanent<br />

histopathologic diagnosis. Obstet Gynecol 2000;95:839-43.<br />

5 Rose PG, Rubin RB, Nelson BE, Hunter RE, Reale FR. Accuracy of<br />

frozen-section (intraoperative consultation) diagnosis of ovarian tumors.<br />

Am J Obstet Gynecol 1994;171:823-6.<br />

6 Tangjitgamol S, Jesadapatrakul S, Manusirivithaya S, Sheanakul C.<br />

Accuracy of frozen section in diagnosis of ovarian mass. Int J Gynecol<br />

Cancer 2004;14:212-9.<br />

7 Russell P, Farnsworth A. Surgical pathology of the ovaries. 2th edition.<br />

Churchill Livingstone 1997, pag. 26.<br />

8 Nigrisoli E, Gardini G. Quality control of intraoperative<br />

diagnosis:annual review of 1480 frozen sections. Pathologica<br />

1994;86:191-5.<br />

9 Kurman RJ. Blaustein’s pathology of the female genital tract. 5 th edition.<br />

Springer-Verlag 2002, pag. 829.<br />

10 Menzin AW, Rubin SC, Noumoff JS, LiVolsi V. The accuracy of a frozen<br />

section diagnosis of borderline ovarian malignancy. Gynecol Oncol<br />

1995;59:183-5.<br />

11 Lim FK, Yeoh CL, Choung SM, Arulkumaran S. Pre and intraoperative<br />

diagnosis of ovarian tumors:how accurate are we? Aust NZ J<br />

Obstet Gynaecol 1997;37:223-7.<br />

Marcatori prognostici dei tumori ovarici<br />

M.R. Raspollini, G.L. Taddei<br />

Dipartimento di Patologia Umana ed Oncologia, Università<br />

di Firenze<br />

Da una ricerca bibliografica della letteratura del medline<br />

combinando i termini “fattori prognostici” e “carcinoma ovarico”<br />

si ottengono non meno di 838 voci bibliografiche. Un<br />

risultato così elevato, non proporzionato al numero di fattori<br />

prognostici di utilizzo in clinica, suggerisce che la maggioranza<br />

dei presunti fattori prognostici abbia un incerto valore<br />

clinico e biologico. Tuttavia, esiste una inconfutabile neces-

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