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Corsi brevi - Siapec

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258<br />

[y r c p[Tis,1-4(a-d) (m)(4) X]; N0-3(a-c)(mi)(sn)(i)(mol)<br />

(3/17)X; M0-1(mi)(i)(mol)X; V0-2; L0-1; G1-3; R0-2]<br />

Discordanze tra T clinico, T strumentale, T patologico<br />

1) Discordanza tra T clinico e T mammografico o ecografico:<br />

il supplemento al TNM propone di effettuare la media aritmetica<br />

delle misure e quindi applicare il T corrispondente<br />

2) Presenza di embolizzazione linfatica dermica in assenza di<br />

segni clinici di cute a buccia d’arancia o ulcerazione: la lesione<br />

viene classificata con il T pertinente alle dimensioni;<br />

il criterio per la classificazione in T4 è quello clinico o patologico,<br />

ma solo nel caso di ulcerazione cutanea o del capezzolo.<br />

3) Presenza di emboli linfatici nell’adipe ascellare con o senza<br />

mts linfonodali: non varia il T o l’N. Per la descrizione<br />

dell’invasione linfatica si può usare il parametro opzionale<br />

L (linfatici).<br />

Predire lo stato del linfonodo sentinella e dei<br />

linfonodi ascellari non sentinella<br />

E. Orvieto<br />

Unità complessa di Anatomia, Istologia Patologica, Citodiagnostica<br />

e Citogenetica, Ospedale Ca’ Foncello, Azienda<br />

ULSS 9, Treviso<br />

La valutazione della presenza di metastasi nei linfonodi<br />

ascellari nel carcinoma della mammella viene ritenuto un dei<br />

più potenti fattori prognostici.<br />

Un numero variabile dal 60 al 70% di pazienti con carcinoma<br />

della mammella risulta comunque libero da metastasi<br />

linfonodali 1 .<br />

La metodica del linfonodo sentinella (SLN) si è in questi anni<br />

rivelata estremamente utile al fine di studiare accuratamente<br />

lo stato dei linfonodi ascellari nel carcinoma della<br />

mammella, permettendo di risparmiare la dissezione ascellare<br />

qualora il linfonodo sentinella stesso risulti esente da metastasi.<br />

Lo studio del linfonodo sentinella con livelli multipli 2 si è dimostrato<br />

efficace nel predire lo stato linfonodale con una percentuale<br />

contenuta di falsi negativi. Tale affermazione risulta<br />

ancor più valida qualora si consideri che, la metodica classica<br />

di analisi dei linfonodi da dissezione ascellare si è dimostrata,<br />

in studi retrospettivi, inadeguata nello stadiare correttamente<br />

lo stato linfonodale in percentuali variabili dal 10 al<br />

20% 3 .<br />

L’applicazione dello studio del linfonodo sentinella ha permesso<br />

di migliorare la stadiazione linfonodale consentendo<br />

di individuare un maggior numero di micrometastasi, fino alla<br />

individuazione di cellule tumorali isolate (ITC).<br />

Una estesa e accurata analisi del SLN, permette un incremento<br />

sostanziale della accuratezza della stadiazione rispettivamente<br />

al 8,3% nei T1a, 19,6% nei T1b, 35,4% nei T1c,<br />

49,9% nei T2, 61,8% nei T3-T4. Questo dato, sembra poter<br />

dare un’interpretazione riguardo alla osservazione, in epoca<br />

pre-sentinella, della presenza di un gruppo di pazienti N0 che<br />

risultavano avere un comportamento clinico sfavorevole.<br />

L’incremento della rilevazione di metastasi nel linfonodo<br />

sentinella, va in parte ascritta all’aumento del numero di micrometastasi<br />

individuate, grazie ad una estesa analisi con elevato<br />

numerosi di livelli esaminati 4 , come anche all’uso di<br />

metodiche immunoistochimiche. I risultati di ampie casistiche<br />

evidenziano come in 35-40% dei casi vengono individuate<br />

solo micrometastasi (< 2 mm) nel linfonodo sentinella<br />

esaminato. Questa elevata incidenza di micrometastasi ha po-<br />

CORSI BREVI - SLIDE SEMINARS<br />

sto il quesito se, qualora vi fosse la presenza di una sola micrometastasi,<br />

si potesse ugualmente risparmiare lo svuotamento<br />

linfonodale complementare che risulta attualmente lo<br />

standard terapeutico. Le risposte a questo quesito sono controverse<br />

in quanto, differenti studi evidenziano la presenza di<br />

ulteriori metastasi nei non-SLN in percentuali variabili dal<br />

7,6 5 al 22% dei casi 4 in cui il SLN presentava una micrometastasi.<br />

La interpretazione di queste diversità va probabilmente<br />

ricercata nell’accuratezza con cui si esaminano i non-<br />

SLN, ma comunque evidenziano un rischio non trascurabile.<br />

Le informazioni che giungono dagli studi sulle micrometastasi<br />

mettono in evidenza l’esistenza di una relazione tra le<br />

dimensioni delle micrometastasi nel SLN e la probabilità della<br />

presenza di ulteriori foci metastatici nei non-SLN.<br />

Dalla casistica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano,<br />

su più di 1200 linfonodi sentinella metastatici, si evidenzia<br />

che il 17% dei pazienti con micrometastasi al sentinella inferiori<br />

ad 1mm o con ITC, hanno ulteriori metastasi linfonodali<br />

e che questa percentuale sale rispettivamente al 30% se la<br />

micrometastasi è da 1-2 mm, per poi raggiungere il 50% se<br />

superiore a 2 mm. La presenza di invasione vascolare peritumorale<br />

(PVI) nel tumore primitivo risultava correlarsi significativamente<br />

alla presenza di micrometastasi linfonodali.<br />

Pazienti con micrometastasi ad un singolo SLN < 1 mm e con<br />

PVI nel tumore primitivo hanno un rischio di metastasi ai<br />

non-SLN statisticamente più basso rispetto a pazienti con 2 o<br />

più SLN con micrometastasi > 1 mm e PVI.<br />

Queste affermazioni, confermano la necessità dello svuotamento<br />

linfonodale completo in presenza, nel SLN, di micrometastasi<br />

o di ITC, in quanto anche in quest’ultimo caso residua<br />

un 10% di probabilità di ulteriori metastasi. Allo stesso<br />

modo pongono la necessità di rivalutare il cut-off dei 2 mm,<br />

come discriminante tra macro e micrometastasi, considerando<br />

la bassa percentuale di ulteriori localizzazioni, qualora si<br />

individuino micrometastasi inferiori a 1 mm nel linfonodo<br />

sentinella. Questo consentirebbe di migliorare la selezione di<br />

gruppi di pazienti a differente rischio di progressione da avviare<br />

a chemioterapia adiuvante.<br />

Se la dimensione della metastasi al SLN può predire la presenza<br />

di ulteriori metastasi ci si è chiesto se i parametri clinicopatologici<br />

della neoplasia primitiva, potessero predire le<br />

metastasi al linfonodo sentinella. Dall’analisi di un’ampia casistica<br />

di più di 4300 casi di carcinoma mammario infiltrante<br />

trattati con la tecnica del linfonodo sentinella presso lo<br />

IEO di Milano, si sono evidenziati 5 parametri clinicopatologici<br />

che possono predire lo stato del SLN: dimensioni, istotipo,<br />

multifocalità presenza di PVI e espressione del recettore<br />

per il progesterone. Tra questi le dimensioni del tumore e<br />

l’invasione vascolare peritumorale sembrano i parametri<br />

maggiormente informativi. Il loro utilizzo permette di individuare<br />

differenti categorie di rischio. Basso rischio di metastasi<br />

al linfonodo sentinella (10%) si ha per tumori inferiori a<br />

1 cm di istotipo favorevole (mucinoso, cribriforme, tubulare)<br />

senza invasione vascolare. Un gruppo ad alto rischio (77%) è<br />

invece rappresentato da carcinomi di dimensioni superiori a<br />

2 cm con PVI. Questi dati confermano che tumori con caratteristiche<br />

clinicopatologiche favorevoli hanno comunque un<br />

rischio (10%) tale da rendere anche in questi casi indicata la<br />

biopsia del linfonodo sentinella.<br />

Bibliografia<br />

1 Schwartz GF, Giuliano AE, Veronesi U, et al. Proceedings of the consensus<br />

conference on the role of sentinel lymph node biopsy in carcinoma<br />

of the breast, April 19-22, 2001, Philadelphia, Pennsylvania.<br />

Cancer 2002;94:2542-2551.<br />

2 Viale G, Bosari S, Mazzarol G, Galimberti V, Luini A, Veronesi P, Pa-

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