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[y r c p[Tis,1-4(a-d) (m)(4) X]; N0-3(a-c)(mi)(sn)(i)(mol)<br />
(3/17)X; M0-1(mi)(i)(mol)X; V0-2; L0-1; G1-3; R0-2]<br />
Discordanze tra T clinico, T strumentale, T patologico<br />
1) Discordanza tra T clinico e T mammografico o ecografico:<br />
il supplemento al TNM propone di effettuare la media aritmetica<br />
delle misure e quindi applicare il T corrispondente<br />
2) Presenza di embolizzazione linfatica dermica in assenza di<br />
segni clinici di cute a buccia d’arancia o ulcerazione: la lesione<br />
viene classificata con il T pertinente alle dimensioni;<br />
il criterio per la classificazione in T4 è quello clinico o patologico,<br />
ma solo nel caso di ulcerazione cutanea o del capezzolo.<br />
3) Presenza di emboli linfatici nell’adipe ascellare con o senza<br />
mts linfonodali: non varia il T o l’N. Per la descrizione<br />
dell’invasione linfatica si può usare il parametro opzionale<br />
L (linfatici).<br />
Predire lo stato del linfonodo sentinella e dei<br />
linfonodi ascellari non sentinella<br />
E. Orvieto<br />
Unità complessa di Anatomia, Istologia Patologica, Citodiagnostica<br />
e Citogenetica, Ospedale Ca’ Foncello, Azienda<br />
ULSS 9, Treviso<br />
La valutazione della presenza di metastasi nei linfonodi<br />
ascellari nel carcinoma della mammella viene ritenuto un dei<br />
più potenti fattori prognostici.<br />
Un numero variabile dal 60 al 70% di pazienti con carcinoma<br />
della mammella risulta comunque libero da metastasi<br />
linfonodali 1 .<br />
La metodica del linfonodo sentinella (SLN) si è in questi anni<br />
rivelata estremamente utile al fine di studiare accuratamente<br />
lo stato dei linfonodi ascellari nel carcinoma della<br />
mammella, permettendo di risparmiare la dissezione ascellare<br />
qualora il linfonodo sentinella stesso risulti esente da metastasi.<br />
Lo studio del linfonodo sentinella con livelli multipli 2 si è dimostrato<br />
efficace nel predire lo stato linfonodale con una percentuale<br />
contenuta di falsi negativi. Tale affermazione risulta<br />
ancor più valida qualora si consideri che, la metodica classica<br />
di analisi dei linfonodi da dissezione ascellare si è dimostrata,<br />
in studi retrospettivi, inadeguata nello stadiare correttamente<br />
lo stato linfonodale in percentuali variabili dal 10 al<br />
20% 3 .<br />
L’applicazione dello studio del linfonodo sentinella ha permesso<br />
di migliorare la stadiazione linfonodale consentendo<br />
di individuare un maggior numero di micrometastasi, fino alla<br />
individuazione di cellule tumorali isolate (ITC).<br />
Una estesa e accurata analisi del SLN, permette un incremento<br />
sostanziale della accuratezza della stadiazione rispettivamente<br />
al 8,3% nei T1a, 19,6% nei T1b, 35,4% nei T1c,<br />
49,9% nei T2, 61,8% nei T3-T4. Questo dato, sembra poter<br />
dare un’interpretazione riguardo alla osservazione, in epoca<br />
pre-sentinella, della presenza di un gruppo di pazienti N0 che<br />
risultavano avere un comportamento clinico sfavorevole.<br />
L’incremento della rilevazione di metastasi nel linfonodo<br />
sentinella, va in parte ascritta all’aumento del numero di micrometastasi<br />
individuate, grazie ad una estesa analisi con elevato<br />
numerosi di livelli esaminati 4 , come anche all’uso di<br />
metodiche immunoistochimiche. I risultati di ampie casistiche<br />
evidenziano come in 35-40% dei casi vengono individuate<br />
solo micrometastasi (< 2 mm) nel linfonodo sentinella<br />
esaminato. Questa elevata incidenza di micrometastasi ha po-<br />
CORSI BREVI - SLIDE SEMINARS<br />
sto il quesito se, qualora vi fosse la presenza di una sola micrometastasi,<br />
si potesse ugualmente risparmiare lo svuotamento<br />
linfonodale complementare che risulta attualmente lo<br />
standard terapeutico. Le risposte a questo quesito sono controverse<br />
in quanto, differenti studi evidenziano la presenza di<br />
ulteriori metastasi nei non-SLN in percentuali variabili dal<br />
7,6 5 al 22% dei casi 4 in cui il SLN presentava una micrometastasi.<br />
La interpretazione di queste diversità va probabilmente<br />
ricercata nell’accuratezza con cui si esaminano i non-<br />
SLN, ma comunque evidenziano un rischio non trascurabile.<br />
Le informazioni che giungono dagli studi sulle micrometastasi<br />
mettono in evidenza l’esistenza di una relazione tra le<br />
dimensioni delle micrometastasi nel SLN e la probabilità della<br />
presenza di ulteriori foci metastatici nei non-SLN.<br />
Dalla casistica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano,<br />
su più di 1200 linfonodi sentinella metastatici, si evidenzia<br />
che il 17% dei pazienti con micrometastasi al sentinella inferiori<br />
ad 1mm o con ITC, hanno ulteriori metastasi linfonodali<br />
e che questa percentuale sale rispettivamente al 30% se la<br />
micrometastasi è da 1-2 mm, per poi raggiungere il 50% se<br />
superiore a 2 mm. La presenza di invasione vascolare peritumorale<br />
(PVI) nel tumore primitivo risultava correlarsi significativamente<br />
alla presenza di micrometastasi linfonodali.<br />
Pazienti con micrometastasi ad un singolo SLN < 1 mm e con<br />
PVI nel tumore primitivo hanno un rischio di metastasi ai<br />
non-SLN statisticamente più basso rispetto a pazienti con 2 o<br />
più SLN con micrometastasi > 1 mm e PVI.<br />
Queste affermazioni, confermano la necessità dello svuotamento<br />
linfonodale completo in presenza, nel SLN, di micrometastasi<br />
o di ITC, in quanto anche in quest’ultimo caso residua<br />
un 10% di probabilità di ulteriori metastasi. Allo stesso<br />
modo pongono la necessità di rivalutare il cut-off dei 2 mm,<br />
come discriminante tra macro e micrometastasi, considerando<br />
la bassa percentuale di ulteriori localizzazioni, qualora si<br />
individuino micrometastasi inferiori a 1 mm nel linfonodo<br />
sentinella. Questo consentirebbe di migliorare la selezione di<br />
gruppi di pazienti a differente rischio di progressione da avviare<br />
a chemioterapia adiuvante.<br />
Se la dimensione della metastasi al SLN può predire la presenza<br />
di ulteriori metastasi ci si è chiesto se i parametri clinicopatologici<br />
della neoplasia primitiva, potessero predire le<br />
metastasi al linfonodo sentinella. Dall’analisi di un’ampia casistica<br />
di più di 4300 casi di carcinoma mammario infiltrante<br />
trattati con la tecnica del linfonodo sentinella presso lo<br />
IEO di Milano, si sono evidenziati 5 parametri clinicopatologici<br />
che possono predire lo stato del SLN: dimensioni, istotipo,<br />
multifocalità presenza di PVI e espressione del recettore<br />
per il progesterone. Tra questi le dimensioni del tumore e<br />
l’invasione vascolare peritumorale sembrano i parametri<br />
maggiormente informativi. Il loro utilizzo permette di individuare<br />
differenti categorie di rischio. Basso rischio di metastasi<br />
al linfonodo sentinella (10%) si ha per tumori inferiori a<br />
1 cm di istotipo favorevole (mucinoso, cribriforme, tubulare)<br />
senza invasione vascolare. Un gruppo ad alto rischio (77%) è<br />
invece rappresentato da carcinomi di dimensioni superiori a<br />
2 cm con PVI. Questi dati confermano che tumori con caratteristiche<br />
clinicopatologiche favorevoli hanno comunque un<br />
rischio (10%) tale da rendere anche in questi casi indicata la<br />
biopsia del linfonodo sentinella.<br />
Bibliografia<br />
1 Schwartz GF, Giuliano AE, Veronesi U, et al. Proceedings of the consensus<br />
conference on the role of sentinel lymph node biopsy in carcinoma<br />
of the breast, April 19-22, 2001, Philadelphia, Pennsylvania.<br />
Cancer 2002;94:2542-2551.<br />
2 Viale G, Bosari S, Mazzarol G, Galimberti V, Luini A, Veronesi P, Pa-