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Corsi brevi - Siapec

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PATOLOGIA DELLA TESTA E DEL COLLO<br />

caratterizzato per l’elevata incidenza sia di recidive sia di<br />

metastasi ai linfonodi locoregionali. In particolare, la presenza<br />

di metastasi linfonodali riduce drasticamente la sopravvivenza<br />

del 50% rispetto ai pazienti che ne sono privi.<br />

L’incidenza del carcinoma squamoso del laringe è andata<br />

aumentando negli ultimi decenni in diversi Paesi tra cui l’Italia<br />

per l’allungarsi dell’aspettativa di vita, ma soprattutto<br />

per gli alti livelli di esposizione a fattori di rischio: questi<br />

sono rappresentati principalmente dal fumo di tabacco e<br />

dall’assunzione di alcool, e poi da sostanze tossiche per inalazione<br />

presenti nell’aria inquinata o in particolari ambienti<br />

lavorativi. Tra tutti gli organi della testa e del collo, è proprio<br />

il laringe, a causa della sua peculiare anatomia, che risente<br />

in maniera particolarmente prolungata dell’azione di<br />

tali fattori carcinogenici; nello specifico, il tabacco determina<br />

un rischio maggiore per il carcinoma delle corde vocali<br />

e della glottide, mentre l’alcool pare correlato allo sviluppo<br />

del tumore in sede sovraglottica. Szyfter et al. 1 hanno<br />

proposto nel seguente schema un modello di carcinogenesi<br />

multifase che può essere applicato alle neoplasie della<br />

testa e del collo in generale, ed al carcinoma della laringe in<br />

particolare: carcinogeni (per es. fumo di tabacco) → danno<br />

al DNA → aberrazioni cromosomiche/mutazioni geniche →<br />

alterata funzione genica → perdita del controllo sul ciclo<br />

cellulare → aumentata proliferazione cellulare → alterazioni<br />

istopatologiche → carcinoma squamocellulare della laringe.<br />

In base a ciò, il carcinoma della laringe appare caratterizzato<br />

da alterazioni cariotipiche complesse, dovute al<br />

progressivo accumulo di multiple mutazioni somatiche che<br />

inducono una selezione positiva di determinati cloni cellulari;<br />

ciò può indurre allo sviluppo di cloni e subcloni di cellule<br />

neoplastiche citogeneticamente correlati.<br />

La presenza di tali cloni cellulari nell’ambito della stessa<br />

neoplasia, come pure la relativa frequenza di carcinomi squamocellulari<br />

multifocali può essere spiegata con il concetto di<br />

“field cancerization” 2 : il carcinoma origina in punti diversi<br />

su un’unica area di mucosa stimolata dai carcinogeni, come<br />

appare evidente dalla frequente osservazione di lesioni più<br />

piccole che si uniscono a formare un singolo grosso tumore.<br />

In uno studio condotto in collaborazione con l’Istituto di Patologia<br />

dell’Università di Basilea (Svizzera) abbiamo ricercato<br />

con la tecnica della CGH (Comparative Genomic Hybridization)<br />

la presenza di alterazioni cromosomiche sia sul<br />

tumore laringeo che sulle metastasi linfonodali degli stessi<br />

pazienti. Lo studio ha dimostrato una notevole varietà di alterazioni<br />

nell’ambito delle singole neoplasie primitive e differenze<br />

tra tumore primitivo e rispettiva metastasi. L’analisi<br />

statistica ha dimostrato una frequenza significativa per determinate<br />

alterazioni: aumenti in 5p, 16p, 9p, e perdite in 16q,<br />

9q, 20p. La delezione di 11q23-ter è risultata correlata con<br />

l’età, mentre la delezione di 1q è risultata correlata con una<br />

prognosi peggiore. Alle regioni cromosomiche segnalate corrispondono<br />

loci genici già associati in letteratura al carcinoma<br />

squamoso della laringe o più in generale della testa e del<br />

collo, tra cui CDNK2A/p16, Rb, DCC 3 4 .<br />

L’approfondimento del concetto di eterogeneità clonale nell’ambito<br />

dei carcinomi squamosi della laringe risulta di grande<br />

interesse per la comprensione della loro genesi e del loro<br />

comportamento biologico.<br />

Bibliografia<br />

1 Szyfter K, Szmeja Z, Szyfter Z, Hemminki K, Banaszewski J, Jaskula-Sztul<br />

R, Louhelainen J. Molecular and cellular alterations in tobacco-smoke<br />

associated larynx cancer. Mutation Research<br />

1999;445:259-274.<br />

255<br />

2 Slaughter DP, Southwick HW, Smejkal W. “Field cancerization” in<br />

oral stratified squamous epithelium. Cancer 1953;6:963-968<br />

3 Kelker W, Van Dyke DL, Worsham MJ, Christopherson PL, James D,<br />

Conlon MR, Carey TE. Loss of 18q and homozygosity for the DCC locus:<br />

possible markers for clinically aggressive squamous cell carcinoma.<br />

Anticancer Res 1996;16:2365-2372.<br />

4 Rafferty MA, Fenton JE, Jones AS. An overview of the role and interrelationship<br />

of epidermal growth factor receptor, cyclin D and retinoblastoma<br />

protein on the carcinogenesis of squamous cell carcinoma<br />

of the larynx. Clin Otolaryngol 2001;26:317-20.<br />

L’immunoistochimica nella definizione<br />

diagnostica dei tumori del tratto sinonasale<br />

O. Nappi, A. Boscaino, A. D’Antonio, P. Galloro<br />

U.O. di Anatomia patologica, Azienda Ospedaliera “Antonio<br />

Cardarelli ”, Napoli<br />

Il tratto sinonasale rappresenta un unico distretto anatomofunzionale,<br />

dal quale possono originare proliferazioni neoplastiche<br />

e similneoplastiche molto diversificate. La presentazione<br />

clinica è frequentemente costituita da un polipo o da<br />

una poliposi, spesso clinicamente diagnosticati come infiammatori,<br />

più raramente da voluminose masse occupanti gli<br />

spazi sinusali. Poiché, a causa delle caratteristiche anatomiche<br />

della sede, una ragionevole radicalità, in caso di malignità,<br />

è garantita solo da interventi chirurgici molto demolitivi,<br />

è assolutamente perentoria la massima accuratezza diagnostica.<br />

Sebbene per alcune lesioni l’aspetto morfologico microscopico<br />

è peculiare, in molti casi lo studio immunoistochimico è<br />

contributivo o determinante per una corretta diagnosi.<br />

Le più frequenti problematiche che il patologo è chiamato ad<br />

affrontare riguardano:<br />

1. Natura di proliferazione ghiandolare atipica<br />

L’immunoistochimica può dar un contributo considerevole<br />

nella distinzione tra i vari tipi di adenocarcinomi (di origine<br />

salivare e non salivare e, tra questi ultimi, di origine enterica<br />

e non enterica 1 ). Poco efficace è invece nella distinzione tra<br />

proliferazione ghiandolare reattiva, nell’ambito di polipi infiammatori<br />

o sinusiti croniche, e neoplastica.<br />

2. Istogenesi di neoplasia a grandi cellule epitelioidi<br />

Sono molte le neoplasie di questo distretto caratterizzate da<br />

grandi cellule epitelioidi, in particolare: carcinomi scarsamente<br />

differenziati, melanomi, plasmacitomi anaplastici,<br />

linfomi a grandi cellule. Anche i rari casi di cordoma che si<br />

presentano come polipi nasali, possono almeno parzialmente<br />

rientrare in questa tipologia morfologica. Inutile sottolineare<br />

che in questa area diagnostica l’immunoistochimica gioca un<br />

ruolo determinante 2 3 .<br />

3. Istogenesi di neoplasia a piccole cellule<br />

Le neoplasie a piccole cellule in questo distretto sono principalmente<br />

rappresentate dal neuroblastoma olfattorio e dallo<br />

SNUC (Sinonasal undifferentiated carcinoma 4 ); esse vanno<br />

differenziate dal carcinoma neuroendocrino a piccole cellule,<br />

dal carcinoma squamocellulare non cheratinizzante a piccole<br />

cellule, dalla variante solida di carcinoma adenoideo-cistico,<br />

dal melanoma a piccole cellule, dal PNET/Ewing sarcoma,<br />

dal condrosarcoma mesenchimale oltre che, naturalmente, dai<br />

linfomi a cellule di piccola/media taglia ed in particolare dal<br />

T/NK cell lymphoma nasal-type. Il rabdomiosarcoma embrionario,<br />

alveolare o misto, va ovviamente considerato soprattutto,<br />

anche se non esclusivamente, nell’età pediatrica. Non va,<br />

inoltre trascurata la possibilità di adenomi pituitari ectopici<br />

che si presentano con una morfologia a piccole cellule 5 . In

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