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RE ARTù E LA RICERCA DEL SACRO GRAAL - Comune di Parma

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capo della missione si fece avanti e <strong>di</strong>sse: ”Ve<strong>di</strong>, Veronica, io<br />

stesso ho fatto visita al figlio dell’imperatore e ti assicuro che<br />

non è uno spettacolo bello a guardarsi, inoltre il marciume<br />

prodotto dalla malattia lo rende inavvicinabile dal gran puzzo; e<br />

pensare che prima <strong>di</strong> tutto ciò era considerato un ragazzo <strong>di</strong><br />

splen<strong>di</strong>do aspetto”<br />

Veronica, sentendo questi <strong>di</strong>scorsi, fu sinceramente<br />

impietosita dello stato del giovane principe e, cambiando idea,<br />

<strong>di</strong>sse: ”Se è per un’opera <strong>di</strong> bene posso permettermi <strong>di</strong> andare a<br />

casa a prenderla, in modo che tutti possano vederla e giu<strong>di</strong>care<br />

se vi può essere utile al vostro nobile fine!”<br />

”Non <strong>di</strong>sturbarti più del dovuto, Veronica, siamo <strong>di</strong>sposti a<br />

sborsare qualunque cifra tu chieda per ottenere la reliquia in tuo<br />

possesso, in modo che in seguito possiamo conservarla come si<br />

deve”<br />

Veronica, enormemente sdegnata, <strong>di</strong>sse: ”La mia effigie non<br />

ha prezzo ed in ogni caso non ho intenzione <strong>di</strong> venderla, quin<strong>di</strong><br />

se la Sacra Immagine va a Roma, ve la porto io, altrimenti resta<br />

qui in Giudea”, allora la commissione vide la propria missione<br />

giunta al termine col più gran successo in entrambe le questioni<br />

perciò era stata creata; intanto Veronica fu accompagnata a casa<br />

sua per prelevare quanto gli era stato richiesto. Ritornata che fu,<br />

Veronica mostrò l’effigie e tutti i presenti si sentirono costretti<br />

ad alzarsi, allora il capo della missione <strong>di</strong>sse: ”Cara Veronica,<br />

come riuscisti ad impossessarti <strong>di</strong> tale reliquia?”<br />

”Il giorno che il mio Signore Gesù Cristo fu condotto a morte,<br />

io ero appena andata da un tessitore in quelle vicinanze a<br />

ritirare un sudario che gli avevo or<strong>di</strong>nato, quando Lo vi<strong>di</strong><br />

passare tutto sporco <strong>di</strong> sangue e sudato, cadere e rialzarsi<br />

imme<strong>di</strong>atamente, quin<strong>di</strong> mi avvicinai a ripulirgli il volto con<br />

quel panno; solo a casa mi accorsi che vi era rimasta impressa<br />

l’immagine del suo volto e da allora la venero assieme ai suoi<br />

<strong>di</strong>scepoli ed alla Santissima Vergine, Sua Madre, come<br />

reliquia”. Finito il racconto della Veronica, i senatori si<br />

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come il re ebbe pronunciato quelle parole, le dame, assieme ad<br />

Elsa, si spostarono sotto la vicina quercia, circondando il re,<br />

mentre i soldati snudarono le spade e crearono un vasto circolo.<br />

Subito sei testimoni si misero ben in vista, conficcando le<br />

proprie lance nel terreno, in quel preciso istante s’u<strong>di</strong>rono tre<br />

gran<strong>di</strong>osi colpi, picchiati sugli scu<strong>di</strong> dei presenti ed il<br />

combattimento ebbe inizio. U<strong>di</strong>to che fu il primo colpo,<br />

Friedrich ed il cavaliere si presentarono sul campo lasciato<br />

libero dai presenti, al secondo misero in posizione <strong>di</strong>fensiva i<br />

relativi scu<strong>di</strong> e sfoderarono le spade. Picchiato che fu il terzo<br />

colpo, i due contendenti iniziarono a duellare ed il misterioso<br />

cavaliere fu il primo a condurre il duello, vibrando un violento<br />

colpo che stese a terra Friedrich, il quale tentò <strong>di</strong> rialzarsi, ma<br />

fatti alcuni passi, crollò definitivamente a terra, a quel punto fu<br />

<strong>di</strong>chiarato finito il duello a favore del misterioso cavaliere.<br />

Imme<strong>di</strong>atamente i soldati rifoderarono le proprie spade,<br />

mentre i testimoni recuperavano le lance, quin<strong>di</strong> tutti quanti<br />

iniziarono a festeggiare il vincitore, mentre Elsa, piena <strong>di</strong> gioia,<br />

<strong>di</strong>sse: ”Sommo vincitore per il mio onore, giorno mi desti<br />

d’enorme gioia ed in tal dì posso chiamarmi tua sposa per la<br />

vita, mantenendo la promessa che voi mi chiedeste <strong>di</strong><br />

mantenere segreta la vostra identità e provenienza” e presa<br />

dalla gioia più estrema lo strinse al proprio petto. Il misterioso<br />

cavaliere si riprese dalla fatica del seppur breve duello e,<br />

scostando Elsa dalla propria persona, <strong>di</strong>sse: ”Mia signora, se ho<br />

vinto lo devo solamente alla vostra purezza, inoltre quanto<br />

soffriste per quei due perfi<strong>di</strong> deve essere ampiamente<br />

ripagato!”<br />

In mezzo a tanto giubilo, ci fu anche chi non festeggiava,<br />

infatti Ortrud fissò il proprio sguardo sul misterioso cavaliere e<br />

prese a <strong>di</strong>re: ”Chi sarà mai costui che osò battere il più forte<br />

cavaliere <strong>di</strong> queste contrade, nonché mio marito? Sarò io così<br />

inerme e tremante a causa sua? Se reagissi così sarei veramente<br />

perduta”. Subito la perfida andò a soccorrere il marito, il quale<br />

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