RE ARTù E LA RICERCA DEL SACRO GRAAL - Comune di Parma
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Il <strong>di</strong>avolo sentendo tutto questo <strong>di</strong>alogo, si <strong>di</strong>sse: ”Questo non<br />
ci voleva, ora devo ricominciare tutto quanto da capo e trovare<br />
una nuova vittima da stuprare” e se n’andò gonfio d’ira per<br />
l’accaduto. Arrivò il momento in cui la casta fanciulla non poté<br />
più nascondere la propria vergognosa gravidanza, allora le<br />
amiche gli fecero attorno chiedendosi: ”Ma chi è stato che gli<br />
ha fatto questo, proprio a lei che è sempre stata così casta e<br />
pura ed aborre la presenza maschile, se non quella del clero?”<br />
Intanto la poverina continuava a schernirsi, perché si<br />
vergognava a rivelare la verità su quanto gli era successo. Le<br />
amiche, gelose, si rivolsero al prefetto del luogo, <strong>di</strong>cendogli:<br />
”La nostra amica, che noi credevamo così virtuosa, è rimasta<br />
incinta da un uomo ignoto ed essa non voleva rivelare <strong>di</strong> chi si<br />
trattasse”. Finito il racconto delle ragazze, la giovine fu<br />
condannata ad essere murata viva in una torre, assistita da due<br />
fidatissime, ed altrettanto brutte, balie finché finalmente non si<br />
compirono i giorni del parto per la poveretta, si deve sapere che<br />
quella stanza aveva un solo pertugio comunicante con l’esterno<br />
da cui facevano passare il sostentamento delle tre recluse.<br />
Alla nascita, il pargolo era veramente peloso, al che la madre,<br />
nel timore che vi fosse una male<strong>di</strong>zione in corso, <strong>di</strong>sse:<br />
”Qualcosa del corpo <strong>di</strong> questo piccolo non mi convince se si<br />
potesse, vorrei farlo battezzare all’istante, il suo nome voglio<br />
che sia Merlino, come il mio defunto padre”. Il rito fu<br />
effettivamente eseguito ed al bambino fu imposto il nome <strong>di</strong><br />
Merlino, come richiesto dalla madre; finito tutto quanto il<br />
bimbo fu fatto attaccare al seno della madre per essere allattato,<br />
rimanendo tutti quanti segregati fino allo svezzamento.<br />
Un giorno che era sovrapensiero durante l’allattamento, la<br />
madre <strong>di</strong>sse a Merlino: ”Ora che sei abbastanza cresciuto, mio<br />
caro figlio, dovrò morire a causa tua”<br />
”Madre cara, quanto tu stai <strong>di</strong>cendo non potrà mai avverarsi,<br />
finché io sarò in vita e vivrai per molti anni ancora”, al che la<br />
poverina fu talmente sorpresa da far cadere il figlio a terra.<br />
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Una volta che i due interpellati furono alla presenza del loro<br />
signore, Artù prese a <strong>di</strong>re: ”Avete sentito anche voi due cosa è<br />
successo qui vicino nei giorni imme<strong>di</strong>atamente precedenti al<br />
nostro arrivo, ebbene sappiate che ho deciso <strong>di</strong> dare la caccia a<br />
quel malefico gigante e, una volta che l’avrò trovato, <strong>di</strong><br />
ucciderlo riportando al padre colei che egli ha rapito in modo<br />
così ignominioso”, a quelle parole Keu e Bedevere accettarono<br />
imme<strong>di</strong>atamente <strong>di</strong> partire con il loro re per quell’avventura che<br />
aveva il mero sapore <strong>di</strong> <strong>di</strong>versivo.<br />
Arrivati che furono a destinazione, i compagni videro brillare<br />
due fuochi su altrettante vette vicine, allora Artù s’avvicinò a<br />
Bedevere e gli <strong>di</strong>sse: ”Mio buon coppiere, va avanti in<br />
avanscoperta e sappimi <strong>di</strong>re quale dei due lumi che ve<strong>di</strong>amo è<br />
quello giusto”, così Bedevere s’avviò alla cima più vicina, ivi<br />
giunto che fu incontrò una vecchia che piangeva su d’un<br />
tumulo. Allora avvicinatosi, Bedevere le chiese: ”Buona dama,<br />
come mai siete così <strong>di</strong>sperata e lacrimante su questa tomba?”.<br />
La povera donna, senza smettere <strong>di</strong> piangere, si volse verso<br />
Bedevere e <strong>di</strong>sse: ”Povera la mia piccola Elena,se non fosse<br />
stato per quel perfido gigante che la ha uccisa senza alcun<br />
motivo, inoltre non contento, il malvagio mi anche stuprato e,<br />
per questo motivo vi supplico d’uccidermi perché non reggo a<br />
questo <strong>di</strong>sonore, ma voi è meglio che torniate sui vostri passi se<br />
volete fuggire da morte sicura”. Bedevere non se lo fece <strong>di</strong>re<br />
un’altra volta e, ringraziata la vecchia, ri<strong>di</strong>scese verso il luogo<br />
ove aveva lasciato Artù e Keu, raccontando le ultime novità<br />
sulla loro avventura, finito che fu il racconto del coppiere, Artù<br />
ne rimase molto addolorato, ma anche molto più determinato ad<br />
uccidere il perfido gigante; finalmente riuscirono a trovarlo<br />
sulla vetta principale del promontorio e tutti e tre iniziarono ad<br />
affrontarlo ferocemente, perché in<strong>di</strong>gnati per quanto aveva fatto<br />
alla povera fanciulla ed all’onorata dama.<br />
Finalmente, dopo grande battagliare, Artù riuscì ad uccidere il<br />
gigante, infilandogli la propria spada nel cervello, facendolo<br />
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