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RE ARTù E LA RICERCA DEL SACRO GRAAL - Comune di Parma

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Contro il terribile male con l’immagine<br />

Del Suo meraviglioso volto.<br />

Sia lodata questa donna che mi fece<br />

Conoscere questa Sacra Persona<br />

Nominata Gesù Cristo, essa si fece<br />

Chiamare Veronica, la quale portò<br />

Alla nostra presenza la Sacra Immagine<br />

A cui essa prestava fede.<br />

Quanto m’è successo venga<br />

Reso a tutti dal più ricco al misero,<br />

Che il Signore Id<strong>di</strong>o è colui che decide<br />

Il bene e il male, la malattia e la guarigione,<br />

Grazie a lui fui guarito dall’orrido male.<br />

Finito <strong>di</strong> rendere omaggio che ebbe l’immagine, l’imperatore<br />

<strong>di</strong>sse: ”Questa è veramente la più bell’immagine d’uomo che io<br />

abbia mai visto, maggiore anche <strong>di</strong> quelle scolpite in oro ed<br />

argento”. Così l’effigie fu imme<strong>di</strong>atamente portata da<br />

Vespasiano, il quale come la vide fu imme<strong>di</strong>atamente guarito<br />

dal suo male e liberato dall’orribile prigione in cui era<br />

rinchiuso; subito il principe volle sapere l’intiera storia<br />

dell’effigie e, come gli fu narrata, sbottò: ”Quella razza <strong>di</strong><br />

vipere chiamata ebrei sarà completamente sterminata per<br />

quanto ha compiuto contro il Giusto, infatti, il Nazzareno<br />

chiamato Gesù è veramente il Re dei Re anche in virtù del<br />

miracolo che ha compiuto nei miei confronti. Ora padre <strong>di</strong>letto<br />

autorizzatemi a formare un esercito abbastanza forte da<br />

adempiere questa mia promessa che hai appena u<strong>di</strong>to”<br />

”Dopo quanto abbiamo saputo, parti pure con tutte le mie<br />

bene<strong>di</strong>zioni, mio caro Vespasiano, e forma pure tutto quanto<br />

necessario per questa tua impresa, perché essa è anche la<br />

volontà <strong>di</strong> Roma”, dopo qualche giorno, Vespasiano era pronto<br />

per partire per la Palestina, portandosi appresso la Veronica con<br />

la Santa Effigie.<br />

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tutti i presenti, tanto che non vedendo spuntare nulla da<br />

quell’ansa, iniziarono a guardarsi in faccia, domandandosi che<br />

razza <strong>di</strong> creatura poteva mai essere; intanto lo sciabor<strong>di</strong>o<br />

s’avvicinava ogni secondo <strong>di</strong> più, facendo preoccupare<br />

enormemente tutti i presenti.<br />

Finalmente da <strong>di</strong>etro l’ansa spuntò una piccolissima barchetta<br />

trainata da uno splen<strong>di</strong>do cigno bianco; su quel piccolo naviglio<br />

videro, perfettamente ritto in pie<strong>di</strong> e completamente armato, un<br />

cavaliere bellissimo che s’avvicinava solennemente, mentre dal<br />

volto traspariva una pace ed una calma celestiali. Pochi istanti<br />

dopo quella misteriosa apparizione così ieratica, approdò ai<br />

pie<strong>di</strong> del re e scese a terra e, rivolgendosi al cigno, prese a <strong>di</strong>re:<br />

”Ti ringrazio, mio buon cigno, d’avermi condotto indenne e<br />

così velocemente sino a questo loco così pieno <strong>di</strong> contrasti nei<br />

momenti che ci hanno appena preceduto. Ora puoi tornartene<br />

donde sei venuto e venire nuovamente alla mia presenza<br />

quando la felicità riempirà nuovamente queste contrade, nel<br />

frattempo devo darti il mio più sentito ad<strong>di</strong>o, mio caro cigno”,<br />

subito lo splen<strong>di</strong>do uccello riprese la strada per cui era venuto,<br />

portando il misterioso cavaliere. Contemporaneamente il<br />

cavaliere avanzò verso il re, mentre l’intiera corte rimase<br />

totalmente e favorevolmente colpita dalla presenza così calma<br />

<strong>di</strong> quell’armato che passava in mezzo a loro. Finalmente il<br />

cavaliere si fermò, inchinandosi, davanti al re e prese a <strong>di</strong>re:<br />

”Salute a te, Enrico! Sappi che il tuo nome è grande sulla terra,<br />

m’auguro che tale grandezza non sparisca mai dal mondo”<br />

”Ti ringrazio, messere, per quanto hai detto, anche perché<br />

riconosco in te la presenza <strong>di</strong>vina che ti ha condotto al nostro<br />

cospetto”. Subito il cavaliere s’alzò e, volgendosi in parte ad<br />

Elsa, prese a <strong>di</strong>re: ”Nostro Signore mi ha inviato per scendere<br />

in campo a favore d’una fanciulla qui presente che è stata<br />

gravemente accusata ed ora io la vedo a buon <strong>di</strong>ritto! – poi si<br />

volse ulteriormente ad Elsa e continuò a <strong>di</strong>re – <strong>di</strong>co bene, Elsa<br />

<strong>di</strong> Brabante, che sono stato chiamato da te per <strong>di</strong>fenderti? Te la<br />

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