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RE ARTù E LA RICERCA DEL SACRO GRAAL - Comune di Parma

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volta che fu tutto tranquillo, l’assemblea degli eletti si sciolse<br />

con la promessa <strong>di</strong> incontrarsi in quel luogo tutti i giorni per<br />

rendere grazie a Dio e perpetuare memoria <strong>di</strong> quella cerimonia<br />

così solenne. Poco dopo alcuni peccatori ritornarono e chiesero<br />

agli eletti: ”Che cosa avete provato, mentre eravate tutti attorno<br />

a quella tavola così ben imban<strong>di</strong>ta?”<br />

”L’unica cosa che posso <strong>di</strong>rvi con certezza è che abbiamo<br />

provato tutti quanti una gran gioia, ma per il resto non so <strong>di</strong>rvi<br />

altro”<br />

”Prima <strong>di</strong> andarcene definitivamente, ti voglio fare una<br />

domanda, quella coppa dagli strani poteri che abbiamo visto al<br />

centro della tavola, come si chiama?”<br />

”Essa si chiama Graal perché da gran gioia a chi è in contatto<br />

con Lei”, avuta questa risposta, il gruppo dei peccatori prese la<br />

strada dell’esilio. Tornata che fu la pace, Giuseppe prese la<br />

parola <strong>di</strong>cendo: ”Bene a questo punto ci <strong>di</strong>amo appuntamento<br />

tutti i giorni alle nove in questo posto per commemorare<br />

degnamente l’avvenimento”<br />

Purtroppo per gli eletti, i peccatori lasciarono in<strong>di</strong>etro uno <strong>di</strong><br />

loro, noto per la sua parlantina; come gli eletti si accorsero<br />

della sua presenza, questi iniziò a <strong>di</strong>re: ”Sono stato vittima <strong>di</strong><br />

un’ingiustizia dovuta al caso, vi prego <strong>di</strong> riammettermi tra voi”.<br />

A questa richiesta gli eletti si guardarono negli occhi, sorpresi,<br />

dopo un attimo <strong>di</strong> smarrimento, Bron andò da Giuseppe e gli<br />

chiese: ”Sappiamo che persona è questo tipo, dobbiamo proprio<br />

accontentarlo?”<br />

”Sai benissimo che non sta a me decidere definitivamente<br />

queste cose, chiederò al Signore <strong>di</strong> darmi il coraggio <strong>di</strong><br />

giu<strong>di</strong>care con giustizia <strong>di</strong> questo caso; se ha mentito, perderà<br />

definitivamente la sua anima”. Subito Giuseppe si rivolse al<br />

Graal e <strong>di</strong>sse: ”Mio signore, hai sentito le richieste <strong>di</strong><br />

quell’uomo, come mi devo comportare?”<br />

”Fa accomodare il richiedente alla tavola, nel posto che deve<br />

restare vuoto fino al giorno stabilito; se è puro non dovrebbe<br />

24<br />

Nel frattempo i morti sulla spiaggia <strong>di</strong> Dover erano stati<br />

sepolti tutti quanti e l’esercito <strong>di</strong> Mordred, sempre incalzato da<br />

Artù con i suoi fi<strong>di</strong> cavalieri della Tavola Rotonda e dai<br />

rispettivi soldati, si rifugiò nella fortezza <strong>di</strong> Winchester, arrivati<br />

che furono i due schieramenti sotto quelle mura, vi fu una<br />

seconda gran battaglia campale durante la quale l’esercito <strong>di</strong><br />

Mordred subì una cocente sconfitta. Vedendosi in così gran<br />

<strong>di</strong>fficoltà, Mordred decise arbitrariamente <strong>di</strong> ripiegare<br />

ulteriormente, arrivando dopo poco tempo nei pressi <strong>di</strong><br />

Tintagel, sul fiume Camel, dove tanto tempo prima visse sua<br />

madre Morgana e vi fu concepito su zio Artù. Su quelle ridenti<br />

sponde vi fu la più crudele delle battaglie <strong>di</strong> quella guerra<br />

civile, tanto è vero che molti dei cavalieri più valorosi d’ambo<br />

le parti vi rimasero uccisi, primi tra tutti quelli della Tavola<br />

Rotonda, con la sola esclusione <strong>di</strong> Parsifal che rimase ferito<br />

seriamente durante lo scontro. Verso mezzodì, al centro del<br />

campo <strong>di</strong> battaglia, Artù incontrò il nipote tra<strong>di</strong>tore, entrambi<br />

completamente lor<strong>di</strong> <strong>di</strong> sangue dei rispettivi nemici; a quella<br />

vista Artù perse ogni lume della ragione, trattenendo a stento la<br />

rabbia <strong>di</strong> aver visto morire molti dei suoi più cari cavalieri,<br />

prese a <strong>di</strong>re: ”Tu, nipote demente, cosa ti sei messo in mente <strong>di</strong><br />

rubarmi moglie, onore e regno solo per bramosia <strong>di</strong> potere,<br />

forse non sapevi che potevi avere una buona parte del regno<br />

assieme a tuo cugino Galvano che avrebbe regnato sul grosso<br />

del reame?”<br />

”Caro zio, voi siete troppo buono ed io ancor più ambizioso ed<br />

ero stanco d’aspettare il tuo trapasso per avere la mia parte<br />

d’ere<strong>di</strong>tà, che da quel che sento ora, risulta essere troppo<br />

piccola per i miei desideri, quin<strong>di</strong> ho preso al volo la prima<br />

occasione che mi si è presentata davanti per ottenere tutto il<br />

potere che sognavo fin da piccolo e che mi compete per <strong>di</strong>ritto;<br />

<strong>di</strong>fatti ti ho destituito poco tempo dopo la tua partenza per le<br />

Gallie e quella tua assurda guerra contro gli eserciti <strong>di</strong> Roma,<br />

ma da quel che vedo non è andata come speravo, quin<strong>di</strong> tocca a<br />

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