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RE ARTù E LA RICERCA DEL SACRO GRAAL - Comune di Parma

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Resosi conto della gravità della situazione, re Marke domandò<br />

al nipote cosa si poteva fare per rime<strong>di</strong>are alla ferita, Tristano<br />

<strong>di</strong>sse: ”L’unica cosa che possiamo fare è mandarmi in Irlanda<br />

sotto falso nome per potermi fare curare come si deve con le<br />

loro stesse armi”<br />

Fu così che Tristano fu mandato dallo zio, re Marke, in<br />

Irlanda, facendo in modo che, come d’accordo, non potesse<br />

svelare a nessuno la propria identità. Una volta giunto alla corte<br />

d’Irlanda, Tristano fu curato come si deve, soprattutto grazie<br />

alle amorevoli cure della locale principessa, chiamata Isotta.<br />

Dopo alcuni giorni, nei quali si frequentavano, i due giovani si<br />

scoprirono reciprocamente innamorati, senza che la principessa<br />

sapesse <strong>di</strong> amare un terribile nemico della propria terra.<br />

Purtroppo, però, Tristano aveva anche un rivale al cuore della<br />

bellissima Isotta, si trattava <strong>di</strong> sir Palomides, un signore moro<br />

<strong>di</strong> religione pagana; come questo straniero venne a sapere <strong>di</strong><br />

non essere il preferito e seppe chi era il rivale, aspettò che<br />

Tristano si fosse ristabilito, si fece ricevere, <strong>di</strong>cendo: ”Signore,<br />

sappiate che io sono vostro rivale per il cuore della splen<strong>di</strong>da<br />

Isotta ed intendo conquistarla definitivamente sfidandovi a<br />

duello”. Tristano, che era ancora in<strong>di</strong>sposto per la brutta ferita,<br />

<strong>di</strong>sse: ”Mio signore, vi propongo, invece, un torneo<br />

cavalleresco per vedere chi sia effettivamente il migliore, tra i<br />

nostri pari”, la proposta fece felice Palomides che l’accettò<br />

all’istante.<br />

Il giorno stabilito, Palomides scese in campo imme<strong>di</strong>atamente,<br />

battendo tutti gli intervenuti senza troppi complimenti ed in<br />

brevissimo tempo, tanto è vero che a metà giornata non<br />

rimaneva che Tristano che si preparò imme<strong>di</strong>atamente. Una<br />

volta che furono <strong>di</strong> fronte, Palomides iniziò a <strong>di</strong>re: ”Signore,<br />

spero che non siate <strong>di</strong> così bassa lega da essere battuto al primo<br />

assalto”<br />

”Mi spiace deluderti, mollaccione, ma avrai da faticare solo<br />

per scalfirmi l’armatura”, detto questo, Tristano partì<br />

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<strong>di</strong>re: ”Messere, riconosco la vostra superiore forza ed<br />

esperienza con la spada, quin<strong>di</strong> mi rimetto alla vostra volontà;<br />

ora vorrete sapere il mio nome, ebbene sono stato battezzato<br />

con la nomea <strong>di</strong> Ghivrèt il piccolo e sono il sommo sovrano<br />

degli irlandesi <strong>di</strong> stanza in queste terre, ma ora <strong>di</strong> grazia vorrei<br />

sapere da chi ho avuto l’onore d’essere battuto in duello”.<br />

”Messere, conosco per fama il vostro onore e la bravura del<br />

vostro braccio con la spada, quin<strong>di</strong> meritate <strong>di</strong> conoscere la mia<br />

identità, io sono Erèc figlio <strong>di</strong> re Lac e cavaliere della Tavola<br />

Rotonda, per servirvi come meglio potrò”. A sentire contro chi<br />

s’era battuto, Ghivrèt ebbe un sussulto <strong>di</strong> sorpresa e prese a<br />

<strong>di</strong>re: ”Mio signore, è stato un onore per me essere stato battuto<br />

da un cavaliere della vostra fama e valore, quin<strong>di</strong> vi chiedo<br />

d’accettare la mia offerta <strong>di</strong> farvi me<strong>di</strong>care presso il mio misero<br />

castello e <strong>di</strong> rimanerci finché non sarete completamente guarito<br />

e rinfrancato”<br />

”Vi ringrazio per l’offerta che avete fatto a me e mia moglie,<br />

ma le ferite che m’avete procurato non sono così gravi da<br />

giustificare un’ospitalità prolungata, inoltre le nostre avventure<br />

richiedono altrimenti. Vi chiedo solo una cosa, Ghivrèt: <strong>di</strong><br />

venirmi in aiuto tutte le volte che la cosa sarà necessaria”<br />

”Così sarà fatto e ve lo posso garantire anche a nome <strong>di</strong> tutti i<br />

miei uomini, vi chiedo solamente una cosa, adesso, che mi<br />

<strong>di</strong>ate la possibilità <strong>di</strong> darvi le prime cure prima che ripren<strong>di</strong>ate<br />

la vostra strada”, fu così che i due contendenti si curarono a<br />

vicenda, dopo <strong>di</strong> che Erèc ed Enide ripresero il proprio<br />

peregrinare in cerca <strong>di</strong> nuove avventure da affrontare.<br />

Dopo aver alquanto vagato, Erèc ed Enide arrivarono in una<br />

radura ricca <strong>di</strong> selvaggina, ove intravidero l’intiera corte <strong>di</strong> re<br />

Artù e decisero <strong>di</strong> rimanerne <strong>di</strong>scosti, ma furono ricettati da<br />

Keu il siniscalco, il quale prese a <strong>di</strong>re: ”Mio caro compagno,<br />

sei assente da corte da così tanto tempo che voglio sfidarti a<br />

duello per provare la tua abilita con le armi, quin<strong>di</strong> preparati ed<br />

inizia a batterti”, quin<strong>di</strong> montò in sella allo stallone <strong>di</strong> Galvano<br />

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