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RE ARTù E LA RICERCA DEL SACRO GRAAL - Comune di Parma

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sono molto lusingata del vostro interessamento alla mia<br />

persona, ma vi ricordo che quello zoticone ribelle, come lo<br />

chiamate voi, è sempre mio marito a cui ho giurato eterno<br />

amore e fedeltà in sempiterno, quin<strong>di</strong> deponete ogni proposito<br />

nei miei confronti”, quella sera, Ygerne rivelò le insistenze del<br />

re al marito. Gorlois, dopo averci pensato alquanto, <strong>di</strong>sse: ”Mia<br />

adorata Ygerne, ormai non abbiamo altro da fare che andarcene<br />

da questo posto, perché Uterpendragon non se n’andrà mai<br />

finché tu gli resisterai in questo modo”, così i due coniugi<br />

radunarono tutte le loro cose e partirono passando da una<br />

portierla momentaneamente incusto<strong>di</strong>ta.<br />

Quando Uterpendragon venne a sapere della fuga, s’irritò in<br />

modo terribile e prese ad urlare: ”Quei due vigliacchi pensano<br />

<strong>di</strong> farmela sfuggendo alla mia ira più tremenda e ad un amore<br />

cieco, ma non sanno con chi hanno a che fare; s’inizi ad<br />

abbattere tutti i loro castelli, finché non saranno costretti alla<br />

resa”. Nello stesso tempo Gorlois armò ed affidò alla moglie il<br />

castello <strong>di</strong> Tintagel, mentre per se stesso preparò Terrabil, due<br />

potentissimi castelli della loro casata, quin<strong>di</strong> iniziano ad<br />

attendere Uterpendragon, il quale non tarda ad asse<strong>di</strong>are<br />

entrambi i manieri.<br />

Durante il lungo asse<strong>di</strong>o, Uterpendragon cadde sempre più<br />

visibilmente in prostrazione per l’amore che provava nei<br />

confronti <strong>di</strong> Ygerne, alla fine fece chiamare Merlino,<br />

chiedendogli: ”Mio buon consigliere sai quale pena mi<br />

abbranca, ora, come posso fare per liberarmene<br />

definitivamente, sapendo che se non m’impossesso <strong>di</strong> Ygerne<br />

non avrò mai pace e felicità?”. Merlino si fece me<strong>di</strong>tabondo per<br />

alcuni istanti, poi <strong>di</strong>sse: ”Esiste un solo modo per <strong>di</strong>ssipare<br />

questo tuo malaugurato amore per quella splen<strong>di</strong>da duchessa,<br />

che tra lo altro è gia sposata, ma è molto rischioso, te la senti <strong>di</strong><br />

provare lo esperimento?”<br />

”Attua tutto quello che è in tuo potere per far sì che io metta<br />

termine alle pene del mio cuore ed a questa guerra insensata e<br />

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armati per andargli in soccorso, dato chi il posto non era molto<br />

lontano dal suo castello.<br />

Capitolo 63.<br />

Verso mezzanotte Erèc e Ghivrèt s’incontrarono, pur non<br />

riconoscendosi nella tenebra e, vedendo tale esercito, Enide fu<br />

allontanata dal luogo per evitare altre brutte sorprese; allora i<br />

due cavalieri iniziarono ad affrontarsi in modo crudele, finché<br />

Enide non riapparve e prese a <strong>di</strong>re: ”Razza <strong>di</strong> villani che siete<br />

entrambi, per caso è da cavalieri battersi nel bel mezzo della<br />

notte? Il vostro attuale comportamento più che altro è da vili<br />

sicari e la cosa vale per entrambi, quin<strong>di</strong> vi conviene abbassare<br />

le armi ed aspettare almeno l’alba se non volete rischiare<br />

d’essere <strong>di</strong>sonorati da quest’insano atto”. A quell’invettiva<br />

della moglie, Erèc non poté far altro che dargli ragione, anche<br />

se aveva ancora riconosciuto il buon servitore, ma Ghivrèt li<br />

aveva riconosciuti entrambi, soprattutto dopo l’intervento della<br />

buona dama, ed iniziò a <strong>di</strong>re: ”Mio buon signore, abbiate pietà<br />

del vostro umile amico che stava venendovi incontro per<br />

potervi aiutare in un momento <strong>di</strong> bisogno come lo è in<br />

quest’istante”.<br />

In quello stesso istante anche Erèc riconobbe l’amico e<br />

quest’ultimo iniziò a raccontargli tutti gli ultimi avvenimenti<br />

fino a quell’ultimo istante in cui si scontrarono; finito che fu il<br />

racconto, Ghivrèt <strong>di</strong>sse: ”Mio signore, non potete continuare le<br />

vostre avventure così ferito, piuttosto fermatevi nel mio<br />

castello, che è qui vicino, e permettete alle mie sorelle chi ivi<br />

alloggiano, <strong>di</strong> curarvi come si deve, ma in ogni modo sarà<br />

meglio che ci mettiamo in marcia appena ci sarà abbastanza<br />

chiaro da evitare qualsiasi pericolo”. Erèc affettivamente si<br />

sentiva alquanto provato, quin<strong>di</strong> prese a <strong>di</strong>re: ”Buon Ghivrèt,<br />

sappiate che accetto imme<strong>di</strong>atamente la vostra offerta, perché la<br />

trovai veramente ottima per la mia persona e l’onore della mia<br />

devota moglie, ma ora conviene che ci prepariamo per riposarci<br />

per quanto rimane della notte, agli ultimi particolari del nostro<br />

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