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Come eravamo - Campo de'fiori

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20<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

LO STUDIO DELLA LUCE NELLA PITTURA<br />

DI ERALDO BIGARELLI DAGLI OCCHI<br />

DELLO STORICO DELL’ARTE DOTT. ANDREA ALESSI<br />

Pittore dal temperamento impetuoso, ma<br />

sereno nell’intuizione del reale, estrae<br />

alcuni angoli oscuri con il gioco della luce,<br />

che non è un mero tentativo di illuminare<br />

l’oggetto, il corpo, il volto, le figure o gli<br />

occhi del soggetto trattato, bensì “identificare<br />

e far luce sulla cerniera di una posta<br />

in gioco” rilevante e profonda. “Il solo atto<br />

di illuminare è già intervenire sulla realtà”<br />

in modo veramente vigoroso e gagliardo.<br />

Per Alessi, Eraldo Bigarelli si caratterizza<br />

fondamentalmente per la brillantezza e la<br />

calda luce dei siti, dei volti e delle immagini<br />

paesaggistiche africane cariche di remoti<br />

e profondi avvenimenti storici custoditi<br />

nei deserti sabbiosi, fortificati in quelli rocciosi<br />

e inumati nelle vaste e possenti foreste<br />

tropicali, nei misteriosi percorsi geo-<br />

grafici, nelle enigmatiche<br />

tradizioni<br />

etniche diversificate<br />

sul vasto territorio<br />

esotico, nei<br />

bagliori luminosi e<br />

negli acuti echi<br />

che si svelano e si<br />

nascondono nei<br />

volti dei suoi abitanti<br />

come attraversati<br />

dal silenzioso<br />

passaggio<br />

della sabbia su di<br />

essi o come l’intenso<br />

impasto del<br />

verde cupo delle<br />

foreste , il cui frusciare<br />

culla e risveglia<br />

la vita. La luce, che avvolge e illumina,<br />

sprigiona l’energia, la stessa che<br />

Bigarelli assorbe negli anni delle campagne<br />

africane, che non potrà mai più<br />

dimenticare e che<br />

illuminano il suo<br />

cuore, creando sintonia<br />

e complicità<br />

con questi ambienti.<br />

Dalla oscurità<br />

della notte nasce il<br />

giorno dei deserti<br />

sterminati del<br />

Sahara, con le sue<br />

dune le cui cime si<br />

modellano per la<br />

presenza di vento e<br />

assumono tonalità<br />

più o meno intense<br />

di colore, dipendenti<br />

dalla luminosa<br />

energia delle albe e<br />

dei tramonti. Non meno significativo<br />

lo studio della luce nel<br />

periodo che Alessi identifica<br />

come post caravaggista<br />

in una pittura<br />

alla maniera<br />

di George De La<br />

Tour che propone<br />

la luce in<br />

formule particolari,<br />

palesata<br />

dalla presenza<br />

di una candela<br />

che illumina,<br />

che plasma i<br />

corpi in modo vero<br />

perché i suoi modelli<br />

sono reali. Secondo<br />

recenti ed approfonditi<br />

della Prof.ssa M. Cristina Bigarelli<br />

studi su alcuni documenti, il prof. J.T.<br />

Spike ci informa sul fatto che nel periodo a<br />

cavallo tra il 1500 e il 1600, i pittori dipingono<br />

dal vero, studiando l’anatomia e<br />

tutto quello che concerne la figura nei suoi<br />

dettagli più esteriori o più intimi. Infatti<br />

Bigarelli studia le sue figure in modo minuzioso<br />

e anche l’ambiente in cui vivono<br />

viene riproposto come un vero e proprio<br />

spaccato della realtà.” “Si può intuire” dice<br />

il dott. Alessi, “quali saranno le novità di<br />

Bigarelli, un pittore che ama chiaramente<br />

l’arte figurativa con il vezzo di immortalare<br />

nei suoi volti, nelle sue nature morte esotiche,nei<br />

suoi reperti archeologici, nei suoi<br />

scorci e nei suoi ritratti e nei suoi paesaggi,<br />

un momento, un pensiero, un’emozione<br />

che invito ad osservare e, quindi a percepire<br />

nel profondo, nelle prossime proposte<br />

pittoriche di Bigarelli”.

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