Come eravamo - Campo de'fiori
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Tratto da un antico manoscritto.<br />
“Nell’anno 1242 viveva in Magliano Sabino<br />
un nobile Signore per nome Giuliano<br />
Uliani. Egli erasi disposto ad una colta<br />
Dorotea, pia ed affezionata consorte.<br />
Dopo vari anni di matrimonio infecondo,<br />
come piacque a Dio, si ebbe un vezzoso<br />
bambino.<br />
Quando ne godesse l’animo dei fortunati<br />
genitori non è a dire. Si trovano allora per<br />
caso in campagna in una deliziosa casina<br />
che è tra Colledoro e Chiorano in quel di<br />
Magliano. A ben meglio solennizzare si<br />
avventuroso, Giuliano invita nella casina<br />
anzidetta a splendido convito i parenti e gli<br />
amici, che numerosi aveva in Magliano. Al<br />
dì posto andarono gli invitati. Si era nel<br />
meglio del convito, quando Dorotea, pregatane<br />
dai convitati, va a prendere il suo<br />
bambino e loro mostrarlo per appagarli.<br />
Miratela! <strong>Come</strong> si affretta!… E’ già presso<br />
la culla… Ahimè si arresta! Mette un grido<br />
straziante… Cade in terra svenuta!… Cosa<br />
era avvenuto?… La fantesca, sossopra<br />
dalla festa aveva gettato sul neonato bambino<br />
dei mantelli che i convitati messisi<br />
avevano su di una cassa alla culla vicina.<br />
Al grido straziante della povera Dorotea<br />
accorre subito Giuliano. Quale ne sarà<br />
stato lo schianto dell’anima sua in rimirar<br />
disteso morto in sul letto il suo caro figliolo?<br />
Tuttavia per non contristare la gioia dei<br />
convitati alle replicate incessanti istanze<br />
dei medesimi di voler vedere il bambino,<br />
risponde: “Non è bene destarlo, non<br />
avranno certo a mancare occasioni”.<br />
Usciti che furono i convitati, Giuliano,<br />
preso da un forte e cieco furore, che tolto<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 21<br />
Il miracolo della Madonna di Uliano<br />
l’aveva di sé, stringe nella destra un ferro,<br />
e forsennato si scaglia sull’innocente<br />
Dorotea. Supplichevole la dolente gli si<br />
getta ai piedi. Egli afferra i capelli, glie li<br />
lacera, le cava, misera, gli occhi, le taglia<br />
di un sol colpo ambedue le mani e, ciò<br />
fosse poco, le recide, ahi strazio…,<br />
l’una e l’altra mammella! Cadde stramazzoni<br />
a terra la poverina, tutta<br />
lorda e brattata del proprio sangue.<br />
Ella però non è ancor morta. La<br />
Vergine della quale Dorotea era<br />
devotissima, voleva in essa far<br />
mostra della sua pietà, della potenza<br />
sua. Giuliano, così come ella è tra<br />
viva e morta, appeso che le ebbe al<br />
collo il morto bambino, la fa trascinare<br />
da un servo in fondo alla selva colà<br />
presso, perché vi finisse miseramente la<br />
vita. Dorotea colaggiù ridotta, raccolse<br />
le poche forze che rimaste le erano, e<br />
dolorosa e fidente rivolge a Maria la<br />
consueta preghiera: “AVE MARIA!”…<br />
La Vergine accorse pietosa, e dalla chioma<br />
di una quercia antica così prese a<br />
dire: “DOROTEA, TUFFA LE MONCHE<br />
BRACCIA NELL’ACQUA CHE VICINA TI<br />
CORRE.” Dorotea ubbidisce, oh prodigi!<br />
Ve le ritrae con ambedue le mani. Con<br />
esse lava le fosse degli occhi e del seno<br />
e gli occhi e le mammelle tornano in<br />
men che non è detto. Non rimaneva che<br />
l’esanime corpicino del figliol suo. Ella<br />
senz’altro lo tuffa nell’acqua miracolosa,<br />
e vivo le torna a sorridere. Rapita in<br />
estasi rimase la buona Dorotea. Il dì<br />
seguente, Giuliano quasi a soffocare i<br />
rimorsi che gli trambasciavano in anima,<br />
se ne va a cacciare nella selva. Ode per<br />
entro di essa un fruscio… Tende l’arco…<br />
Va leggero sui passi, vede, oh vista bellissima!<br />
Vede la sua Dorotea interamente<br />
sanata e vivo pure il suo defunto<br />
figliolo. Si getta Giuliano ai piedi di<br />
Dorotea, glie li bagna di lacrime, le<br />
domanda perdono, bacia per più volte il<br />
bambino e risaputo poi da essa il prodigio<br />
volle che a perenne testimonianza del<br />
fatto si erigesse una chiesa, ove lì appunto<br />
era apparsa la SS.ma Vergine.”<br />
Targa posta sul luogo della polla miracolosa<br />
Magliano Sabina (Ri) - Cecilia in visita al Santuario della Madonna di Uliano