4 <strong>Campo</strong> de’ fiori
di Sandro Alessi <strong>Campo</strong> de’ fiori Non è facile incontrare Paolo Villaggio, maestro di vita e di spettacolo, uno sempre restio alla vita mondana ed alla comunicazione. E per questo, come ci accorgiamo che il suo spettacolo “Serata d’Addio” fa tappa a Roma ci adoperiamo per avere un appuntamento con lui. Nel foyer del Teatro della <strong>Come</strong>ta ci accoglie disponibile come non mai. Maestro, attendavamo da molto tempo il suo ritorno a teatro! “Oggi il teatro è il mio mestiere, lo faccio per disperazione ed è la fine di tutti quelli che hanno avuto molto successo al cinema! Gassman mi minacciava da 50 anni: Paolo, devi fare il teatro! Ed io non l’ho mai fatto. Ora sono qui e questo è per me un inizio più che un ritorno!”. E’ già pronto per l’ennesima replica di questo spettacolo fatto di tre monologhi attinti dalla produzione di Cechov e Pirandello con quei suoi pantaloni patchword per metà arlecchino ed il sorriso di chi è forte della propria personalità. Tutto il contrario del suo mitico personaggio Fantozzi, ragioniere mediocre in un mondo di furbi. “Quando un attore comincia a zoppicare per via dell’età, che fa? Bara! Comincia a raccontare che questa è l’ultima serata della sua vita sperando di attirare il pubblico con nomi di autori quali Cechov e Pirandello ed il pubblico riempie il teatro con la speranza di veder morire il protagonista oppure viene consapevole del fatto che si ritira…Questo è il motivo del titolo!” Si narra che a scoprirlo come comico fu addirittura Maurizio Costanzo che nel 1967 gli consiglia di esibirsi in un cabaret di Roma e di partecipare al programma televisivo Quelli della Domenica con i suoi personaggi aggressivi, vili e sottomessi quali il Professor Kranz, Giandomenico Fracchia e Fantocci che in seguito diventerà Fantozzi e di cui comincerà a narrarne le disavventure sulle pagine de L’Espresso e de L’Europeo. Nel 1971 la casa editrice Rizzoli pubblicherà il libro “Fantozzi” raccogliendo i racconti e le gesta del ragionier Ugo, uomo dal carattere debole, perseguitato dalla sfortuna e dal megadirettore. Il successo di questi scritti (ne usciranno tre) lo lancerà nel mondo del cinema. Per la verità, Villaggio aveva già lavorato in alcuni film tra cui Brancaleone alle Crociate, di Mario Monicelli, del 1970, ma si deve attendere il 1975 per la consacrazione con il celebre film diventato cult “Fantozzi” di Luciano Salce a cui ne seguiranno ben nove sul mitico ragioniere. Ma l’attore genovese non è solo Fantozzi, di lui ricordiamo interpretazioni mitiche accanto a maestri del cinema in La Voce della Luna di Fellini (1990), Io speriamo che me la cavo di Lina Wertmuller (1992), Il Segreto del Bosco Vecchio di Ermanno Olmi (1993), Cari fottutissimi amici di Mario Monicelli (1994). Ed altri meno impegnativi: Il Belpaese (1977), Dove vai in vacanza (1978), Fracchia la belva umana (1981), Pappa e Ciccia (1982), I Pompieri (1985), Rimini Rimini (1987), Le Comiche (1990), Camerieri (1995), Banzai (1997), Azzurro (2000), Hermano (2007), Torno a vivere da solo (2008). E questi sono solo alcuni titoli degli oltre 70 film interpretati in carriera. Dal punto di vista teatrale dobbiamo ricordare l’incontro con Giorgio Strehler che nel 1996 lo ha voluto Arpagone nell’Avaro di Moliere ed il grande successo del “Delirio di un povero vecchio” nella stagione 2000/2001. Dalla scorsa stagione porta in scena “Serata D’Addio”, monologo diviso in tre atti: Il fumo uccide, ispirato a “Il tabacco fa male” di Anton Cechov; Una vita all’asta, da Il canto del cigno di Anton Cechov e L’ultima fidanzata, da L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello. Prima di lasciarci vogliamo chiedere perché nei suoi spettacoli e nei suoi pensieri esiste questo tema della fine? “Sicuramente per tutti, ad una certa età, arriva la paura della morte. L’uomo religioso si è inventato l’aldilà…. La preoccupazione, alla fine della vita, è capire se esiste o no una prosecuzione, ed io sono molto scettico, anzi non credo assolutamente che ci sia qualcosa dopo la vita. Pensate all’universo. E’ composto da miliardi di galassie e come possiamo credere che di fronte a tutto ciò esista un qualcosa chiamato aldilà ?” Lasciamo Paolo Villaggio con questo ennesimo dubbio e gli auguriamo una splendida estate di successi. 5