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semio 5.indd - Andrea Valle - Università degli Studi di Torino

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5.2.3. Le presunzioni<br />

La questione della “presunzione” è veramente molto complessa: sappiamo che<br />

al momento dell’interazione le attese dell’ascoltatore, come anche la reputazione<br />

dell’oratore, possono essere solo oggetto <strong>di</strong> “presunzioni”: per esempio,<br />

nel genere giu<strong>di</strong>ziario ciascuno dei due interlocutori può attribuire all’altro<br />

dei “pregiu<strong>di</strong>zi” a proposito della causa che deve essere stabilita e giu<strong>di</strong>cata;<br />

i “pregiu<strong>di</strong>zi” non derivano <strong>di</strong>rettamente dall’interpretazione delle posizioni<br />

adottate nel <strong>di</strong>scorso argomentativo e devono essere l’oggetto <strong>di</strong> un “calcolo”<br />

e <strong>di</strong> una imputazione a titolo <strong>di</strong> “potenziale” e <strong>di</strong> credenza preliminare; non<br />

sono dunque che delle presunzioni, e si sa che queste presunzioni indeboliscono<br />

gli argomenti che utilizza l’oratore, dal momento che esse sembrano allora più<br />

determinate dalle posizioni e dalle credenze anteriori e potenziali che gli vengono<br />

attribuite piuttosto che dalla preoccupazione <strong>di</strong> costruire la verità davanti<br />

all’u<strong>di</strong>torio e <strong>di</strong> fornire a quest’ultimo gli elementi per giu<strong>di</strong>care.<br />

Nel testo le presunzioni possono funzionare come semplici presupposti,<br />

eventualmente ricostruibili a partire dagli enunciati prodotti: è il caso <strong>di</strong> ogni<br />

argomento, per esempio, che “fa come se” l’accusato fosse già stato reputato più<br />

o meno colpevole, o più vagamente, “condannabile”. Ma in questo caso non è più<br />

possibile <strong>di</strong>stinguere i presupposti or<strong>di</strong>nari che non hanno effetti sull’orientamento<br />

argomentativo dai presupposti <strong>di</strong> credenza che funzionano come presunzioni.<br />

Più in generale, anche, non si può interpretare un presupposto come presunzione<br />

a meno che non ci si riferisca all’orizzonte d’attesa dello scambio argomentativo,<br />

una sorta <strong>di</strong> promessa implicita che è associata al fatto stesso <strong>di</strong> avviare un tale<br />

scambio. Vale a <strong>di</strong>re che, se si cerca <strong>di</strong> persuadere un altro, è per con<strong>di</strong>videre con<br />

lui una verità in costruzione, e non per imporgli un’opinione preliminare; in altri<br />

termini, la presunzione non può essere intesa come tale che sullo sfondo <strong>di</strong> una<br />

struttura tensiva la quale, all’altezza della pratica argomentativa o anche della<br />

strategia, associa attraverso una correlazione inversa la forza <strong>degli</strong> argomenti<br />

attuali e il grado <strong>di</strong> anteriorità delle credenze su cui questi poggiano.<br />

Lo statuto dei presupposti (e della maggior parte <strong>degli</strong> impliciti) potrebbe<br />

vantaggiosamente essere riconsiderato alla luce delle pratiche, cose che permetterebbe<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sfarsi della loro definizione effettivamente troppo logicista (perché<br />

indebitamente troppo testuale). In realtà il presupposto deriva, nel testo, da un<br />

semplice calcolo semantico il cui prodotto è considerato virtuale; in compenso<br />

nella pratica la presunzione è un’attribuzione <strong>di</strong> credenza o <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zio, da<br />

uno <strong>degli</strong> interlocutori all’altro; questa attribuzione ha il carattere sia <strong>di</strong> un<br />

giu<strong>di</strong>zio, sia <strong>di</strong> un simulacro passionale proiettato sull’altro e modalizzato<br />

(credere, poter essere, voler essere, etc.), e deriva quin<strong>di</strong> da un atto strategico<br />

e non più da un calcolo semantico.<br />

Inoltre, e anche nel testo, la maggior parte delle figure che poggiano su una<br />

presunzione sfuggono a una simile ricostruzione semantica per presupposizione.<br />

Sono dunque dei componenti della pratica la cui incidenza sulla composizione<br />

testuale resta in<strong>di</strong>retta: Perelman fa osservare, per esempio, che per neutralizzare<br />

anticipatamente ogni presunzione, colui che vuole calunniare deve costringersi<br />

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