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semio 5.indd - Andrea Valle - Università degli Studi di Torino

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10. il rito inaccetta la contiguità marcata con altre pratiche; tende a demarcare<br />

la propria delimitazione, anche temporale perché deve essere un momento<br />

d’eccezione nell’habitus e una sintesi intensiva dell’ethos; in tale prospettiva<br />

esso tendenzialmente mal sopporta ogni osservazione <strong>di</strong> secondo or<strong>di</strong>ne<br />

sulla possibilità <strong>di</strong> cambiare <strong>di</strong> frame, <strong>di</strong> cornice significante alla pratica in<br />

atto; <strong>di</strong> per sé stessa, l’attualizzazione <strong>di</strong> tale possibilità squalifica o ironizza<br />

il rito stesso.<br />

Se riba<strong>di</strong>amo che non abbiamo nessuna pretesa definizionale del rito (esso deve<br />

basarsi su stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> corpus), non meno vorremmo qui mostrare come una prospettiva<br />

che proceda per fasci <strong>di</strong> caratterizzazione assuma una prospettiva interpretativa<br />

che è quella necessaria per una <strong>semio</strong>tica della pratiche. L’interpretazione,<br />

infatti, non è che un’osservazione <strong>di</strong> secondo or<strong>di</strong>ne sulla significazione, cosa<br />

che qualifica l’elaborazione culturale. Ma c’è anche un altro portato <strong>di</strong> questo<br />

breve tratteggiamento del rito; significazione e comunicazione si <strong>di</strong>mostrano<br />

<strong>di</strong>mensioni coalescenti e non gerarchizzabili delle relazioni sociali e la gestione<br />

del senso ha un assetto che non può essere <strong>di</strong>sgiunto da queste ultime. Insomma,<br />

se una <strong>semio</strong>tica delle pratiche può essere chiamata “socio<strong>semio</strong>tica” è perché<br />

una teoria delle società le è consustanziale. L’instabilità del senso è in primo<br />

luogo il riflesso della precarizzazione destinale in<strong>di</strong>viduale e dell’organizzazione<br />

sociale, e della loro <strong>di</strong>alettica. I principi <strong>di</strong> razionalità <strong>semio</strong>tica (a cominciare<br />

dallo stesso configurare senso), nonché la pratica <strong>di</strong>sciplinare stessa in quanto<br />

tale, non possono non confrontarsi con l’ecologia della significazione che i<br />

sistemi sociali a<strong>di</strong>biscono. Far luce sulla co-gestione del senso significa elaborare<br />

un modello <strong>di</strong> semantica sociale che possa davvero confarsi al para<strong>di</strong>gma<br />

programmatico <strong>di</strong> una <strong>semio</strong>tica delle culture.<br />

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