semio 5.indd - Andrea Valle - Università degli Studi di Torino
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il <strong>semio</strong>tico e il testo, allestisce un orizzonte popolato <strong>di</strong> voci, una moltitu<strong>di</strong>ne<br />
che mina costantemente sia la presunta soggettività del ricercatore sia la tenuta<br />
<strong>di</strong> un oggetto compatto <strong>di</strong> significazione.<br />
Si potrebbe argomentare <strong>di</strong> converso che l’interazione tra viventi, il dominio<br />
della pratica, è stato un terreno scomodo per il <strong>semio</strong>tico e quin<strong>di</strong> poco battuto,<br />
proprio perché l’influenzamento è apparso fin da subito ineliminabile e pervasivo,<br />
e si è avvertita l’instabilità <strong>di</strong> un senso mai depositato definitivamente<br />
e che attraversa <strong>di</strong> continuo l’esperienza dei soggetti implicati in un qualsiasi<br />
corso <strong>di</strong> azione.<br />
Il nostro intervento vuole allestire uno spazio <strong>di</strong> traducibilità tra problemi<br />
propri ai due domini <strong>di</strong> senso, esplorando la possibilità <strong>di</strong> una continuità tra<br />
la costituzione rischiosa della testualità come oggetto <strong>di</strong> sapere <strong>semio</strong>tico e<br />
l’indagine delle articolazioni significanti nelle pratiche culturali. Condurremo<br />
il nostro stu<strong>di</strong>o a partire da un campo <strong>di</strong> osservazione piuttosto marginale all’interno<br />
della letteratura <strong>semio</strong>tica, l’ipnosi 2 .<br />
Milton H. Erickson, uno dei massimi ipnotisti del secolo scorso, è, tra le<br />
altre cose, l’inventore <strong>di</strong> una modalità <strong>di</strong> induzione ipnotica propriamente<br />
spettacolare, da lui chiamata “tecnica <strong>di</strong> confusione”. Prenderemo le mosse da<br />
qui, dal resoconto che fa Erickson del primo esperimento tentato per testare le<br />
possibilità trasformatrici della sua nuova tecnica, la quale prevede tipicamente<br />
una situazione a tre: l’ipnotista, una seconda persona, nel caso Miss K, usuale<br />
collaboratrice <strong>di</strong> Erickson in ragione della facilità con cui “entra” in ipnosi,<br />
e un terzo osservatore/vittima, all’occasione un certo Dr. G. Le tre persone si<br />
<strong>di</strong>stribuiscono su altrettante se<strong>di</strong>e poste su tre vertici <strong>di</strong> un ipotetico quadrato,<br />
con una quarta se<strong>di</strong>a vuota a completare le posizioni previste. Erickson e il Dr. G<br />
da un lato, Miss K e la se<strong>di</strong>a vuota, <strong>di</strong> fronte. Al Dr. G viene affidato il compito<br />
<strong>di</strong> ascoltare attentamente cosa gli <strong>di</strong>ca la donna, anche prendendo appunti, non<br />
prima <strong>di</strong> aver sentito Erickson affidare a Miss K una serie <strong>di</strong> istruzioni, tra cui<br />
riportiamo le seguenti:<br />
And now Miss K, slowly at first and then more and more rapidly until you<br />
are talking at a good speed, explain to Dr. G that while he thinks he is<br />
here and you are there, that you are here and that he is there even as I<br />
think that chair is there and I am here and you are there, and just as soon<br />
as you are saying it rapidly and Dr. G is beginning to understand that he<br />
is here and you are there, still talking rapidly, you slowly change from this<br />
[pointing at A] chair to that [pointing at B] chair, but keep his attention on<br />
your explanation of how each of us can think be here and be there or be<br />
there and think be here and when he sees you sitting there, and thinks<br />
2 Notevole eccezione è il saggio <strong>di</strong> Fabbri (2000) sulla catarsi. Il testo <strong>di</strong> Eugeni sulla “relazione d’incanto”<br />
(2002) non problematizza le pratiche ipnotiche in quanto tali, ma trasporta assetti categoriali<br />
propri al <strong>di</strong>scorso ipnotico nell’analisi <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi aspetti dell’enunciazione filmica.<br />
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