10.06.2013 Views

semio 5.indd - Andrea Valle - Università degli Studi di Torino

semio 5.indd - Andrea Valle - Università degli Studi di Torino

semio 5.indd - Andrea Valle - Università degli Studi di Torino

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>di</strong>scorsività, con un progressivo allargamento <strong>di</strong> orizzonte <strong>di</strong> indagine <strong>semio</strong>tica<br />

alla percezione, sub specie “mo<strong>di</strong> del sensibile”, e alla corporeità, sub specie<br />

“figure del corpo”.<br />

Ricostruiamo per punti alcuni passaggi significativi delle proposte fontanilliane:<br />

i) le pratiche sono uno dei possibili livelli <strong>di</strong> costruzione analitica interna<br />

a una <strong>semio</strong>tica delle culture, laddove si tenti <strong>di</strong> articolare una gerarchia<br />

delle <strong>semio</strong>tiche-oggetto, dal segno al testo (nel senso goodmaniano <strong>di</strong><br />

testo notazionale), passando per gli oggetti e le pratiche, fino alle forme <strong>di</strong><br />

vita e alle culture nella loro globalità. Su cosa si basa questa <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong><br />

strati? Non è tanto un tentativo <strong>di</strong> riconoscere livelli <strong>di</strong> generalità crescente,<br />

quanto una presa <strong>di</strong> posizione epistemologica che espliciti i <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong><br />

esperienza analitica del <strong>semio</strong>logo: un conto è l’esperienza del segno come<br />

unità minima (operazioni <strong>di</strong> segmentazione, identificazione, ecc.), un altro è<br />

il testo come totalità (prensione globale), altro ancora è l’esperienza <strong>di</strong> corpi<br />

in interazione (aggiustamento tra enunciazioni incarnate). In particolare,<br />

al livello delle pratiche: a) non acce<strong>di</strong>amo <strong>di</strong>rettamente a una testualità, se<br />

non come dato inglobato dalla pratica (ad es. pratiche <strong>di</strong> fruizione <strong>di</strong> testi);<br />

b) riconosciamo un’eterogeneità generalizzata, sia sul piano enunciazionale<br />

(pluralità <strong>di</strong> attori incarnati, <strong>di</strong> istanze <strong>di</strong> enunciazione delegate, ad<br />

esempio negli oggetti), sia a livello <strong>di</strong> modalità <strong>semio</strong>tiche significanti, <strong>di</strong><br />

cui andrà decisa la pertinenza <strong>semio</strong>tica, ossia il contributo alle forme <strong>di</strong><br />

valorizzazione proprie alla pratica; c) imputiamo una stabilità relativa, solamente<br />

strategica, alla “situazione <strong>semio</strong>tica” definita allora come “quella<br />

configurazione eterogenea che raccoglie tutti gli elementi necessari alla<br />

produzione e all’interpretazione della significazione <strong>di</strong> un’interazione sociale”<br />

(Fontanille, 2004b, p. 7, trad. nostra). L’intersoggettività, o meglio<br />

l’intercorporalità <strong>di</strong> umani e cose, è così un dato <strong>di</strong> partenza nell’esperienza<br />

<strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> azione e quin<strong>di</strong> nell’assetto <strong>di</strong> una pratica.<br />

ii) Come conseguenza <strong>di</strong> questa postura epistemologica, il livello proprio alle<br />

pratiche è trattato metodologicamente come costituzione progressiva <strong>di</strong> una<br />

testualità attraverso un processo <strong>di</strong> “risoluzione delle eterogeneità”. Se è vero<br />

che le pratiche non si offrono come testi, possono tuttavia <strong>di</strong>ventarlo sotto certe<br />

con<strong>di</strong>zioni. In questo senso Fontanille riven<strong>di</strong>ca una continuità <strong>di</strong> fondo con il<br />

progetto <strong>semio</strong>tico greimasiano immanentista, ponendosi <strong>di</strong> fatto in una via <strong>di</strong><br />

mezzo tra chi procede per contiguità deproblematizzata tra comportamenti e<br />

testualità 6 e coloro che invece rompono nettamente tra testualità e pratiche 7 . Le<br />

pratiche sono qui un testo al futuro: l’esito del percorso dell’analista è arrivare<br />

a <strong>di</strong>spiegare e correlare <strong>di</strong>spositivi espressivi e forme del contenuto specifiche<br />

6 Si veda l’ere<strong>di</strong>tà landowskiana (cfr. Landowski 1989).<br />

7 Pensiamo alla teoria delle pratiche <strong>di</strong> Rastier (2001b) o alla federazione <strong>di</strong> una <strong>semio</strong>tica del testo con<br />

una <strong>semio</strong>tica delle pratiche culturali proposta da Basso (2002, cap. 0).<br />

81

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!