LA MIA MONDELLO Marcello Mandreucci M 12 settembre/ottobre duemiladieci
Popolare, internazionale... <strong>Mondello</strong>! testo Giovanna Vitrano foto Giuseppe Marinelli Incontrando Marcello Mandreucci c’è una cosa che risulta chiara immediatamente: siamo davanti a un arti<strong>sta</strong>. Nell’accezione più bella e completa del termine. Le mani sempre in movimento scandiscono un ritmo dell’anima che è folk, ma anche country, blues, rock... Un sorriso aperto, gli occhi che hanno visto e sognato negli anni tutta la musica possibile, in ogni sua declinazione, da oggetto di programmi radiofonici a tessuto su cui dipanare storie in teatro, fino a quella più “canonica”, quella da incidere nei dischi o da comunicare nelle lunghe e chiare notti dei pub. Da qui, non si poteva che iniziare que<strong>sta</strong> chiacchierata con... Se dovessi paragonare <strong>Mondello</strong> a un tipo di musica, secondo te sarebbe jazz, funky o..? «<strong>Mondello</strong> la vedo più come un contenitore sonoro della nostra lingua popolare, ricca di contaminazioni... <strong>Mondello</strong> è multietnica, è il nostro mondo racchiuso in una cartolina. Io la vedo davvero come un’attrazione internazionale, capace di parlare al mondo con la sua lingua e senza bisogno di traduzione per farsi capire. <strong>Mondello</strong> è quella cantata da Massimo Melodia: “<strong>Mondello</strong>, anni 50, io ti ricordo come ieri, <strong>Mondello</strong>, la villeggiatura, gassose e cocco bello, patate e sfincionello, gabine cu pirtusu, e u mari, u mari! ca ‘nniera mai fitusu!”. <strong>Mondello</strong>, tutto sommato, è proprio ancora que<strong>sta</strong>». È così che l’hai conosciuta, ovvero, è que<strong>sta</strong> la <strong>Mondello</strong> che ti viene in mente se ti chiedessi del tuo primo ricordo della borgata? (ride) «Mmmm, no. La scoperta di <strong>Mondello</strong> la riconduco ai giorni della scuola, quando le belle giornate - tutta colpa delle nostre belle giornate! - ti costringevano a marinare le lezioni. E si andava a <strong>Mondello</strong>. Che è una piccola Santo Domingo, è duemiladieci settembre/ottobre Marcello Mandreucci LA MIA MONDELLO <strong>Mondello</strong> è multietnica, è il nostro mondo racchiuso in una cartolina talmente bella che non trovo altri paragoni. E non è che voglia sparare alto o fare paragoni improponibili. È davvero così, e per certi versi è anche meglio. È una cartolina meravigliosa, con la sua spiaggia lunghissima e le palme e quei colori sempre accesi, che sia inverno o che sia e<strong>sta</strong>te. In più, è a un tiro di schioppo da casa, prendi un autobus o la bici e in pochi minuti ci sei. Personalmente non conosco un altro posto al mondo che sia così bello e così 13 M