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l'Estate sta finendo - Mondello

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la circumetnea<br />

Il tracciato della Ferrovia<br />

Circumetnea fu progettato<br />

dall’ingegnere inglese Robert<br />

Trewhella che, nel 1885, come<br />

si legge nel sito della ferrovia<br />

“stipulò un compromesso col<br />

Consorzio, in base al quale<br />

avrebbe dovuto occuparsi di<br />

tutto, dal progetto alla costruzione<br />

ed all’esercizio della<br />

linea, in cambio dell’esclusività<br />

sulla linea e del divieto di<br />

concessione di altre linee con<br />

lo stesso percorso”.<br />

I lavori iniziarono quattro anni<br />

dopo e furuono ultimati nell’arco<br />

di sei anni: nel 1895 que<strong>sta</strong><br />

moderna infrastruttura era<br />

una realtà al servizio dell’economia<br />

come del tempo libero.<br />

testo Maria Cristina Castellucci<br />

“O mio benevolo lettore, che andrai un giorno a Catania, ricordati<br />

di fare il giro della ferrovia Circumetnea, e dirai che è<br />

il viaggio circolare più incantevole che si possa fare in sette<br />

ore sulla faccia della terra”. Certo non potrebbe esistere presentazione<br />

migliore di quella scritta da Edmondo de Amicis<br />

all’indomani dell’escursione compiuta sul vulcano a bordo di<br />

uno dei trenini della ferrovia dell’Etna, all’epoca quasi nuova<br />

di zecca. Una ferrovia (sono ancora parole di De Amicis, dal<br />

suo libro Ricordi di un viaggio in Sicilia) che attraversa un paradiso<br />

terrestre, interrotto qua e là da zone dell’inferno. Il paradiso<br />

è il territorio ubertoso, le vedute amplissime sul mare,<br />

sulle terre coltivate, sul cono dell’Etna che è sempre visibile,<br />

ora dall’una ora dall’altra prospettiva, lungo tutto il tragitto.<br />

L’inferno, se proprio così vogliamo chiamarlo, è lo spettacolo<br />

corvino delle lave solidificate, muraglie di lava alte come case,<br />

mucchi di materiale vulcanico rabescato, striato, foggiato in<br />

mille strane forme di serpenti e di corpi umani mostruosi,<br />

dove non appare un filo d’erba.<br />

Oggi come allora, l’escursione sull’Etna a bordo delle littorine<br />

che sferragliano lungo l’unica linea a scartamento ridotto<br />

rima<strong>sta</strong> in Sicilia è fra le più richieste dai visitatori del territorio<br />

del vulcano. Anche se, di fatto, non è un’attrazione turistica in<br />

senso stretto, sebbene fin dalla sua inaugurazione, 115 anni<br />

fa, si sia rivelata utile non solo a chi viaggiava per lavoro, ma<br />

duemiladieci settembre/ottobre<br />

Etna / Un viaggio fuori dal tempo FUORI LE MURA<br />

Da Catania, su fino a Maletto<br />

e poi in discesa nella valle dell’Alcantara:<br />

115 anni di rotaia tra paradiso e inferno<br />

Un viaggio<br />

fuori dal tempo<br />

anche a coloro che si spo<strong>sta</strong>vano per piacere. I principali fruitori,<br />

comunque, erano e sono ancora i pendolari – coloro, cioè<br />

che dai paesi dell’Etna dovevano spo<strong>sta</strong>rsi a Catania e viceversa<br />

– e i titolari di attività economiche, soprattutto agricole,<br />

che grazie ai treni potevano trasportare le proprie merci verso<br />

la co<strong>sta</strong> con una velocità e una semplicità fino ad allora impensabile.<br />

Ecco, velocità è forse una parola grossa. A causa<br />

della tortuosità del percorso, che attraversa tutti i paesini delle<br />

falde, salendo, nella zona di Bronte, fino alla ragguardevole altezza<br />

di 1000 metri sul livello del mare, il trenino ancora oggi<br />

PH ARCHIVIO CIRCUMETNEA / PIETRO RIZZO<br />

23 M

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