l'Estate sta finendo - Mondello

varsi, ogni qualvolta vi si passa accanto, il piacere della scoperta
dei dettagli. Anche gli ornamenti smarriti nascono dall’assemblaggio,
un po’ casuale, un po’ ricercato, di minutaglie
che in questo modo riprendono una loro ragion d’essere.
Recupero, insomma, ma non solo.
L’arte di Nina, infatti, si esplica anche, come accennato, nella
creazione di ceramiche e dipinti. Ancora una volta, incontriamo
il suo gusto per il bizzarro e l’inatteso. Prendete i Cotti:
nascono senza un piano ben preciso, dal modellare dapprima
ozioso di materiali primordiali. Nina si lascia guidare dal gusto
tutto particolare per le “cose a forma di cose”: l’archetipo di
un bicchiere, di una scatola, di un vaso. Piccoli particolari vengono
aggiunti ed eliminano ogni realismo. Vasi e zuccheriere
vengono presi d’assalto da colonie di babbaluci; agglomerati
di case abitano il coperchio delle scatole; gigantesche lune
annullano ogni proporzione di minuti paesaggi.
La tecnica è tutta nelle sue dita ed il risultato è inevitabilmente
e meravigliosamente imperfetto. Osservando i Cotti si
ritrova semplicemente un pizzico d’incanto, un po’ di morbidezza
e molta quiete.
Infine, ma non meno importanti, i dipinti, caratterizzati da
pulizia grafica e originalità d’ispirazione.
C’è la serie delle Apparizioni industriali, nata dal ricordo
di innumerevoli viaggi per la Pianura Padana, una miriade di
spostamenti notturni durante i quali l’unico segno visibile
erano le fabbriche padane, sfondo ai pensieri intensi della
duemiladieci settembre/ottobre
Nina Melan Cuore artigiano
Notturni
Sette giorni per fare la conoscenza del mondo artistico di Nina Melan,
giovane co-protagonista, insieme con Ali Calandra, della mostra
“Notturni” allestita al Kursaal Kalhesa di Palermo dal 3 al 10 ottobre.
Una settimana, quasi una breve vacanza da trascorrere in un mondo
“altro”, un universo parallelo in cui il significato degli orizzonti visibili
si trasforma, si ripulisce, lasciando emergere quel fiabesco che troppo
spesso non si riesce più ad apprezzare.
Arte, quindi, da intendersi nell’accezione più alta del termine, ovvero
quella formula magica per cui il quotidiano diventa straordinario
e l’invisibile diventa percepibile, rendendo ogni orizzonte fonte di
bellezza e di poesia.
Al Kursaal Kalhesa di Foro Umberto I, n. 21 fino al 10 ottobre.
Per informazioni: www.kursaalkalhesa.it - tel. 091 6167630
notte. Fabbriche che nella fantasia di
una ragazzina erano foreste di tubi e
sbarre, visioni surreali di un’isola semiaddormentata
di luci verticali che scivolano
lungo le ciminiere, gotiche architetture
aliene che compaiono e scompaiono
nel buio notturno in un battito di ciglia.
Lei non sa mai cosa producano e, in verità, mai se lo domanda,
tendendo a rispondersi che fabbricano nuvole. A rendergliele
particolarmente care è l’osservare quanto tutto possa apparire
diverso.
Il grigio polveroso ed inumano che la stessa scena rivela
nella luce solare si trasforma in misterioso luogo incantato
nell’oscurità che accompagna i viaggi notturni.
Una metafora per sottolineare come semplicemente una
diversa luce, un diverso punto di vista, basti a stravolgere una
sensazione, un’impressione, un’idea.
Poi c’è la serie dei Guizzi, con i pesciolini rossi che si muovono
instancabili su un incongruo, ancorché elegantissimo
sfondo nero; le Nature quasi morte e il delizioso Flyzoo: illustrazioni,
piccoli dipinti, disegni caratterizzati da una semplicità
e pulizia tale per cui risultano adatti ad applicazioni di
molti e diversi generi.
Per certi versi la parte più “commerciale” del suo lavoro,
senza che questo significhi mai uno svilimento della sua personalissima
cifra artistica.
17 M