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capitolo iii - metodologia e disegno della ricerca - Unitn-eprints.PhD ...

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La violenza <strong>della</strong> deflagrazione del sistema politico e partitico italiano è poi legata al<br />

dissolvimento di un’altra “superpotenza”, questa volta tutta interna: la Democrazia cristiana<br />

che, con le inchieste giudiziarie di “Tangentopoli”, vede acuirsi rapidamente lo stato di crisi<br />

in cui peraltro già versava da tempo, sebbene in maniera meno evidente (per un<br />

approfondimento si veda Diamanti, Ceccarini, 2011; Diamanti, Riccamboni, 1992). Lo<br />

scandalo legato alla corruzione dei partiti contribuisce al dissolvimento non solo <strong>della</strong> Dc,<br />

ma dell’intero sistema di potere che ha preso forma dal dopoguerra in poi, facendo scrivere<br />

di fine Prima Repubblica (Ignazi, 1997).<br />

L’Italia attraversa dunque un’esperienza di cambiamento politico particolarmente radicale e<br />

traumatica: se ovunque i partiti di massa si dissolvono, in questo specifico contesto nazionale<br />

essi hanno a lungo rappresentato una risorsa di identificazione elettorale, politica e culturale<br />

particolarmente forte e radicata, in particolare in compresenza delle subculture bianca e<br />

rossa; inoltre, la deflagrazione giunge forte e relativamente improvvisa, determinando uno<br />

sconvolgimento degli assetti politici senza precedenti nella storia del secondo dopoguerra.<br />

All’interno di questo complesso quadro di cambiamenti, composto da dimensioni diverse e<br />

tra loro interrelate, è possibile individuare alcuni aspetti di particolare rilevanza. Si tratta di<br />

specificazioni del mutamento, comuni all’ampio il contesto delle democrazie occidentali, che<br />

si rivelano tuttavia per l’Italia particolarmente dirimenti e pervasive. Si tratta di rotture che<br />

hanno inciso profondamente sulle forme e sui modi <strong>della</strong> politica, sotto punti di vista<br />

molteplici, contribuendo a delineare una nuova fisionomia del sistema politico e partitico,<br />

tanto in termini elettorali, quanto in termini simbolici e comunicativi, oltre che in relazione<br />

agli aspetti programmatici e di contenuto <strong>della</strong> politica.<br />

In primo luogo, va evidenziato l’accresciuto ruolo <strong>della</strong> comunicazione mediatica, che ha<br />

avuto ed ha tuttora importanti conseguenze sulla politica, sui modi in cui viene organizzata e<br />

soprattutto rappresentata, influenzando quindi profondamente tutto l’ordine simbolico che<br />

da sempre ne è costitutivamente parte (Mazzoleni, 1998; Panebianco, 1982). In secondo<br />

luogo, acquisiscono una progressiva centralità di singole figure di leader e di conseguente<br />

personalizzazione del dibattito e dello scontro politico (Calise, 2010). In terzo luogo, e in<br />

stretta connessione con i due mutamenti ora richiamati, si evidenzia una rinnovata centralità<br />

delle categorie politiche del populismo (Biorcio, 2012; Mastropaolo, 2012; Mény, Surel, 2002)<br />

nel dibattito pubblico-politico, nei metodi di comunicazione e nelle strategie di mobilitazione<br />

del consenso. Infine, particolarmente legata all’oggetto di interesse <strong>della</strong> presente rassegna, vi<br />

è un’ultima dimensione che caratterizza la politica degli ultimi anni, relativa al ritorno in<br />

auge, in Europa, <strong>della</strong> frattura politica centro-periferia (Della Porta, 2004; de Winter, Türsan,<br />

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