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capitolo iii - metodologia e disegno della ricerca - Unitn-eprints.PhD ...

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di un aspetto che, come vedremo, ricorrerà lungo tutto il corso <strong>della</strong> <strong>ricerca</strong>, secondo<br />

declinazioni varie.<br />

I primi passi <strong>della</strong> Lega, legati all’esperienza delle varie formazioni regionali, possono essere<br />

proficuamente interpretati sia dal lato <strong>della</strong> “offerta”, analizzando temi proposti e scelte fatte<br />

dal partito in quanto attore sulla scena politica, sia dal lato <strong>della</strong> “domanda”, espressa nei<br />

territori in cui la Lega si diffonde inizialmente e che rimarranno le zone del suo più<br />

profondo e stabile radicamento, ovvero la fascia pedemontana che da Belluno si spinge sino<br />

a Varese, costeggiando le Regioni autonome ed il confine di Stato, con l’aggiunta di zone che<br />

restano invece isolate rispetto a tale continuità geopolitica, nelle province piemontesi di<br />

Cuneo e Vercelli (Diamanti, 2003; Diamanti, 1993).<br />

Allo scopo di interpretare correttamente la prima diffusione del consenso leghista ed il<br />

successivo consolidamento del partito, è necessario evitare prospettive deterministiche, che<br />

tentino di rendere ragione del fenomeno “a partire da una parola sola” (Diamanti, 1993). Al<br />

contrario, appare assai più fruttuoso adottare una chiave di lettura che saldi insieme piani<br />

diversi, senza proceder ad una assolutizzazione di singoli elementi, adottati come “la<br />

spiegazione”. Si tratta insomma di ricostruire un quadro complesso e, come si è detto,<br />

composito, entro cui si intrecciano numerosi elementi: il regionalismo; il localismo;<br />

l’antimeridionalismo ed in genere il razzismo; il riemergere di appartenenze e sedimentazioni<br />

storiche profonde, legate alle culture territoriali; l’antagonismo verso istituzioni e partiti; il<br />

disagio e la frustrazione dei ceti medi emergenti; le ricadute di processi di ampia portata, che<br />

attengono al sistema politico, ormai in fase di frantumazione, ed a quello socio-economico,<br />

caratterizzato dalla ristrutturazione capitalistica e dalla caduta del conflitto tra le parti sociali<br />

(Diamanti, 1996, 19993).<br />

La Lega degli esordi si rivela un abile “imprenditore politico”, entro uno specifico contesto,<br />

capace di veicolare una serie complessa e variegata di pressioni e tensioni sociali,<br />

facendosene interprete ed al contempo dando loro forma ed indirizzo, in modo tale da<br />

assumerne una sorta di controllo e monopolio (rafforzato senz’altro dalla vacuità di risposte<br />

politiche alternative) (Diamanti, 1996, 1993).<br />

La Lega Nord fa il suo ingresso nell’arena politica mettendo quindi al centro del proprio<br />

programma una “questione settentrionale” che assume, come evidenziato, contorni ben più<br />

vasti <strong>della</strong> sua stessa offerta politica (Biorcio, 1997; Diamanti, 1996). Per comprenderne il<br />

successo e la stabilizzazione, infatti, è necessario andare alle radici sociali del consenso<br />

leghista, radici che chiamano a loro volta in causa i luoghi genetici di tale consenso, ovvero il<br />

profondo Nord di quella Terza Italia un tempo “bianca” ed ora in cerca di una nuova<br />

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