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Edizione n° 16 del 26-04-2009 (pdf da 4.834 KB) - Webdiocesi

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14<br />

<strong>26</strong> aprile '09<br />

Luigi Lamma<br />

può riflettere sul suc-<br />

Si cessore di Pietro <strong>da</strong>vanti<br />

ad un’opera d’arte<br />

e <strong>da</strong> lì trarre insegnamenti<br />

come se fosse una pagina di<br />

catechismo o meglio ancora<br />

una fervi<strong>da</strong> testimonianza di<br />

vita cristiana? Per suor Maria<br />

Gloria Riva questo è<br />

possibile, senza sfoggio di<br />

erudite dissertazioni artistiche:<br />

si tratta in realtà di una<br />

profon<strong>da</strong> esperienza di preghiera<br />

e di adorazione che<br />

“aiuta a rispondere alle sfide<br />

<strong>del</strong> nostro tempo con gesti<br />

illuminanti perché originati<br />

<strong>da</strong> una sosta contemplativa”.<br />

Suor Gloria, <strong>del</strong>la Comunità<br />

Monastica <strong>del</strong>l’Adorazione<br />

Eucaristica e don Gabriele<br />

Mangiarotti, direttore <strong>del</strong> sito<br />

www.culturacattolica.it, sono<br />

intervenuti a Carpi, martedì<br />

7 aprile, su invito <strong>del</strong>l’associazione<br />

culturale Il Faro per<br />

un incontro dedicato a Benedetto<br />

XVI, un Papa “amato o<br />

sopportato” come si affermava<br />

provocatoriamente nel titolo.<br />

L’analisi di don Mangiarotti<br />

ha messo in luce alcuni segnali<br />

di “corrosione” all’interno<br />

<strong>del</strong>la Chiesa, <strong>del</strong> resto<br />

già rilevati <strong>da</strong> Paolo VI alla<br />

fine <strong>del</strong> Concilio Vaticano II,<br />

ma occorre essere consapevoli<br />

che la Chiesa è pur sempre<br />

“movimento di Dio nella<br />

storia per riaffermare l’attualità<br />

di Cristo”. E’ solo con<br />

questa fede chiara, “non una<br />

formula ma una persona, Cristo,<br />

ci salverà”, che si comprende<br />

il senso <strong>del</strong> ministero<br />

Con suor Maria Gloria Riva rileggiamo il significato <strong>del</strong> ministero <strong>del</strong> successore di Pietro<br />

attraverso la “lettura” di due dipinti. “Gli artisti e i santi – afferma - sono coloro che vedono<br />

il mondo attraverso lo sguardo <strong>del</strong>la bontà e <strong>del</strong>la misericordia, perciò lo vedono integro.<br />

Questo ha un nome molto semplice: si chiama preghiera”<br />

Senza il battito<br />

<strong>del</strong>le palpebre<br />

don Gabriele Mangiarotti<br />

petrino e si può leggere l’intensa<br />

e per certi versi commovente<br />

lettera di Benedetto<br />

XVI ai Vescovi, resasi necessaria<br />

dopo le reazioni sul<br />

caso dei vescovi lefebvriani<br />

ai quali è stata tolta la scomunica.<br />

E’ poi toccato a suor Maria<br />

Gloria Riva raccontare Pietro,<br />

la sua presenza e la sua<br />

missione attraverso la lettura<br />

di due opere d’arte, la chia-<br />

Suor Gloria una<br />

vita <strong>da</strong> scoprire<br />

Suor Maria Gloria Riva, dopo<br />

gli studi artistici, ha lavorato<br />

nell’ambito <strong>del</strong> disegno a fumetti<br />

e ha militato in una compagnia<br />

teatrale <strong>del</strong>l’hinterland<br />

milanese. Allontanatasi <strong>da</strong>lla<br />

fede in età giovanile, dopo un<br />

grave incidente stra<strong>da</strong>le ha<br />

riscoperto il valore <strong>del</strong>l’esistenza<br />

e la pienezza <strong>del</strong>l’incontro<br />

con Gesù Cristo fino all’entrata<br />

fra le Adoratrici Perpetue<br />

<strong>del</strong> Santissimo Sacramento nel<br />

1984. Accanto alla sua passione<br />

per l’arte coltiva lo studio<br />

<strong>del</strong>la Sacra Scrittura, <strong>del</strong>la<br />

patristica e <strong>del</strong>la spiritualità di<br />

Madre Maria Mad<strong>da</strong>lena <strong>del</strong>l’Incarnazione,<br />

fon<strong>da</strong>trice <strong>del</strong>l’Ordine.<br />

Ha fon<strong>da</strong>to con alcune<br />

consorelle una rivista («Nel<br />

Cuore <strong>del</strong> Lume») per diffondere<br />

la spiritualità di Madre<br />

Maria Mad<strong>da</strong>lena. Collabora<br />

con alcuni quotidiani e riviste<br />

e, in particolare, con il sito<br />

www.culturacattolica.it.<br />

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suor Maria Gloria Riva<br />

mata di Matteo <strong>del</strong><br />

Caravaggio e la lavan<strong>da</strong> dei<br />

piedi <strong>del</strong> pittore tedesco Sieger<br />

Köder. Con una capacità straordinaria<br />

di lettura dei particolari<br />

tale <strong>da</strong> riuscire a<br />

ricondurli alla loro dimensione<br />

spirituale <strong>da</strong>vvero suor<br />

Gloria ha regalato un’ora di<br />

“adorazione attraverso la bellezza”<br />

suscitata <strong>da</strong> un’ombra,<br />

<strong>da</strong> una tinta, <strong>da</strong> una posizione,<br />

<strong>da</strong> uno<br />

sfondo…Possiamo fi<strong>da</strong>rci di<br />

un simile percorso spirituale?<br />

Non c’è il rischio di avventurarsi<br />

in sentieri che portano<br />

ad un sentimentalismo<br />

La chiamata di Matteo, Caravaggio<br />

Speciale<br />

Bellezza<br />

La chiamata di Matteo,<br />

Caravaggio<br />

frutto di una pura contemplazione<br />

estetica? La risposta di<br />

suor Gloria è netta e la ritroviamo<br />

nel suo libro “Frammenti<br />

di bellezza” nel quale<br />

afferma: “Gli artisti e i santi<br />

sono coloro che hanno imparato<br />

a vedere il mondo durante<br />

i battiti <strong>del</strong>le palpebre, essi<br />

vedono sin dove nessuno riesce<br />

a vedere, vedono le connessioni<br />

nel mondo. Vedono<br />

cioè il mondo attraverso lo<br />

sguardo <strong>del</strong>la bontà e <strong>del</strong>la<br />

misericordia, perciò lo vedono<br />

integro. Questo ha un nome<br />

molto semplice: si chiama<br />

preghiera”.<br />

Guar<strong>da</strong>te questo quadro di Caravaggio. Anche qui c’è una<br />

rilettura positiva e chiara <strong>del</strong> passato: un raggio attraversa<br />

la stanza di questo dipinto e va ad investire Matteo, il<br />

chiamato.<br />

Cristo irrompe nella vita come luce e chiama con un dito<br />

puntato, deciso, però non accusatore; non è diritto, è<br />

come dimesso. È un dito dolce, è un puntare <strong>del</strong>icato, con<br />

discrezione. Cristo chiama, ma non violenta nessuno:<br />

“Sta alla porta e bussa”, come dice l’Apocalisse, ed è<br />

tanto discreto questo gesto di Gesù, che Matteo è costretto<br />

a ripetere il gesto quasi a sincerarsi: stai chiamando<br />

proprio me?, non quello di fianco… perché non è così<br />

decisa la direzione <strong>del</strong> dito di Gesù.<br />

E il primo ad aver compreso questo, che essere chiamati<br />

non vuol dire essere principi, ma essere servi di altri, il<br />

primo ad aver compreso è Pietro che è stato il primo ad<br />

essere chiamato e, proprio perché è stato chiamato <strong>da</strong> Gesù,<br />

a sua volta chiama. Pietro ripete accanto a Gesù il gesto di<br />

Gesù; anche lui allunga la mano con discrezione e morbi<strong>da</strong>mente<br />

allunga il dito nello spazio senza alterigia, esattamente<br />

come Gesù: lascia all’altro la libertà <strong>del</strong>la risposta.<br />

Cristo chiama ancora oggi, adesso, attraverso Pietro, attraverso<br />

la Chiesa; e Michelangelo, Merisi detto il Caravaggio,<br />

questo lo aveva ben capito. È la Chiesa, è Pietro, che ripete<br />

instancabilmente i gesti di Cristo e lo rende presente<br />

nell’oggi di ogni uomo. Questa è la certezza e l’eccezionalità<br />

<strong>del</strong>l’evento cristiano.<br />

Adoratrici<br />

Perpetue<br />

Suor Maria Gloria Riva appartiene<br />

all’ordine <strong>del</strong>le<br />

Adoratrici Perpetue <strong>del</strong> Santissimo<br />

Sacramento, religiose<br />

contemplative e missionarie.<br />

Ubicate nel centro <strong>del</strong>la<br />

città, mettono in luce che l’unica<br />

Speranza, il punto grande<br />

di riferimento <strong>del</strong>l’an<strong>da</strong>re <strong>del</strong>l’uomo<br />

è l’Eucaristia. Dentro<br />

questa città, in mezzo agli<br />

uomini che cercano luce, le<br />

Adoratrici sono missionarie<br />

di una Presenza, sono<br />

indicatrici, dicono semplicemente<br />

“imparate di nuovo a<br />

guar<strong>da</strong>re”, perché guar<strong>da</strong>ndo<br />

l’Eucaristia si impara a<br />

guar<strong>da</strong>re le immagini in maniera<br />

nuova.<br />

Attualmente suor Gloria risiede<br />

con la sua comunità monastica<br />

in un ex convento di<br />

cappuccini a Pietrarubbia, un<br />

piccolo comune <strong>del</strong>l’Appennino<br />

in provincia di Pesaro.<br />

La lavan<strong>da</strong> dei piedi, Sieger Köder<br />

La lavan<strong>da</strong><br />

dei piedi,<br />

Sieger Köder<br />

Questa lavan<strong>da</strong> dei piedi descritta<br />

nella suggestiva tela<br />

di Sieger Köder si focalizza<br />

attorno a un solo discepolo.<br />

Certo, Gesù li ha lavati a<br />

tutti! Ma dentro quell’incontro<br />

con un solo discepolo,<br />

c’è iscritto misteriosamente<br />

l’incontro di tutti, anche di<br />

ciascuno di noi.<br />

Probabilmente il discepolo è<br />

ancora Pietro; gli altri sono<br />

un po’ scomparsi dietro di<br />

lui, si vede ancora il pane e il<br />

vino, perché questo è il senso<br />

profondo <strong>del</strong>l’Eucaristia:<br />

la lavan<strong>da</strong> dei piedi. Tutto si<br />

consuma in un abbraccio. Chi<br />

si è abituato alla verità, quale<br />

che sia il credo che ha vissuto,<br />

abbraccerà Cristo, con<br />

questo abbraccio grande e<br />

appagante qual è stato quello<br />

di Pietro con Gesù, o con<br />

Gesù nei confronti di Pietro.<br />

Köder non ci permette di vedere<br />

perfettamente il volto<br />

<strong>del</strong> Signore, lo vediamo solo<br />

riflesso nell’acqua <strong>del</strong> catino,<br />

nella quale peraltro si<br />

notano evidenti e gonfi anche<br />

i piedi <strong>del</strong>l’apostolo.<br />

L’an<strong>da</strong>re missionario <strong>del</strong>la<br />

Chiesa si rivela nel volto nascosto<br />

e misterioso di Cristo.<br />

Un volto visto non direttamente<br />

ma attraverso l’acqua<br />

sporca, perché la Chiesa è un<br />

po’ l’acqua sporca; però ha<br />

questa grande potenza, di riflettere<br />

il volto di Qualcuno<br />

che è eterno. È questo l’annuncio<br />

di speranza, <strong>da</strong> qui<br />

l’invito a rinascere nell’umile<br />

tinozza <strong>del</strong>la nostra vita,<br />

nei piedi sporchi <strong>del</strong>la nostra<br />

umanità dove si può vedere<br />

costantemente il volto <strong>del</strong>l’eternità.

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