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della CARTA GEOLOGICA D'ITALIA alla scala 1:50.000

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una scistosità fortemente crenulata. La composizione del granato (58 % almandino, 22 % grossularia, 10<br />

% piropo e spessartina) è, ad esclusione <strong>della</strong> periferia, abbastanza omogenea. La posizione strutturale e<br />

la composizione dei granati, che differisce notevolmente da quella dei granati del complesso di Clarea, ne<br />

giustifica la distinzione (MALUSÀ, 1997; MOSCA, 1997; cfr. nota 1). I calcescisti marmorei a granato,<br />

costituiti da carbonato e rara clorite e con sporadici livelli millimetrici a prevalente mica chiara,<br />

costituiscono un livello di spessore metrico a quota 3160 m sulla parete settentrionale <strong>della</strong> Punta<br />

Galambra.<br />

1.1.1.2. - Complesso di Clarea<br />

Il complesso di Clarea rappresenta l’elemento geometricamente più profondo del basamento<br />

metamorfico del Massiccio d’Ambin. Gli affioramenti più estesi si trovano in Val Clarea, nel Vallone di<br />

Tiraculo, nel Gran Boursey, nella conca del Rio Ponté e nella conca del Rio Geronda. Sul versante<br />

sinistro <strong>della</strong> Valle di Susa gli affioramenti del complesso di Clarea sono ubicati in corrispondenza di<br />

strutture plicative antiformi associate sia alle fasi deformative sin-scistogene, sia a quelle tardive. Lo<br />

spessore massimo affiorante si aggira intorno ai 700-800 metri.<br />

E’ costituito prevalentemente da metasedimenti pelitico-arenacei rappresentati da micascisti in facies<br />

scisti blu ± retrocessi e trasformati in micascisti filladici e in gneiss minuti albitizzati. Alla meso<strong>scala</strong> sono<br />

ancora riconoscibili alternanze composizionali decimetrico-metriche di micascisti quarzosi e micascisti<br />

ricchi in mica bianca, anfibolo e cloritoide. Inoltre sono anche presenti masse di rocce originariamente<br />

intrusive a chimismo acido-intermedio, di metabasiti e di sottili livelli di marmi impuri e scisti carbonatici<br />

non cartografabili.<br />

Nei livelli più profondi si riconoscono mega-relitti strutturali preservati d<strong>alla</strong> sovraimpronta<br />

tettonometamorfica alpina. In questi relitti la foliazione principale, considerata di età prealpina, è definita<br />

da minerali cresciuti in condizioni metamorfiche di facies anfibolitica di media-bassa pressione.<br />

L’impronta tettonometamorfica di età alpina, più pervasiva man mano che ci sposta verso livelli strutturali<br />

più elevati, ha cancellato ogni traccia dell’impronta metamorfica precedente.<br />

La presenza di una foliazione prealpina, seppur in forma dubitativa ed incompleta, era già nota in<br />

letteratura. Qui ne viene confermata l’esistenza e viene riconosciuta la sua diffusione pervasiva nei livelli<br />

strutturali più profondi dove rappresenta la foliazione tettonica principale. Secondo alcuni Autori francesi<br />

(DESMONS & FABRE, 1988; DESMONS, 1992) questa foliazione in facies anfibolitica, osservata anche in<br />

altri settori del sistema multifalda del Gran San Bernardo, viene considerata cambriana o anche più<br />

vecchia. Questa opinione si basa sulle età radiometriche tardo-cambriane ottenute per il protolito del<br />

complesso monometamorfico del Mont Pourri (Massiccio <strong>della</strong> Vanoise). Secondo questa interpretazione<br />

l’impronta metamorfica varisica risulterebbe assente all’interno del basamento brianzonese in quanto<br />

quest’ultimo durante l’orogenesi ercinica si sarebbe mantenuto a livelli strutturali superficiali, evitando<br />

ogni tipo di ricristallizzazione metamorfica (DESMONS, 1992). Tuttavia, prendendo in considerazione le<br />

età radiometriche Ar/Ar (340-350 Ma) prodotte da MONIE’ (1990) su miche del complesso di Clarea<br />

affioranti sul versante francese del Massiccio, si preferisce considerare varisica l’età <strong>della</strong> foliazione<br />

regionale prealpina osservata nel complesso di Clarea e, pertanto, permocarbonifera l’età del sovrastante<br />

Il complesso di Clarea è stato suddiviso nelle seguenti subunità litostratigrafiche informali:<br />

Micascisti e gneiss minuti albitizzati riequilibrati in facies scisti blu di età alpina (cl)<br />

Sono caratterizzati da una paragenesi generalizzata di alta pressione e bassa temperatura,<br />

verosimilmente di età alpina, e da locali riequilibrazioni in facies scisti verdi che hanno obliterato quella<br />

prealpina. Affiorano nei livelli strutturali più elevati del complesso di Clarea in prossimità del contatto con<br />

il complesso d’Ambin. Il passaggio tra i micascisti a prevalente paragenesi prealpina ed i micascisti<br />

glaucofanici a prevalente paragenesi alpina è estremamente graduale e non costituisce un limite<br />

cartografabile con esattezza, perché avviene nell’intervallo di almeno un centinaio di metri.<br />

Sono prevalentemente costituiti da quarzo, albite, miche bianche (fengite e paragonite), clorite,<br />

anfibolo sodico, cloritoide ± biotite ± granato. In quantità accessorie sono presenti rutilo, zoisite, ilmenite,<br />

titanite. Mostrano una evidente scistosità di natura traspositiva sviluppata in condizioni di HP e LT e<br />

definita d<strong>alla</strong> orientazione preferenziale di mica bianca, clorite, cloritoide e glaucofane. Sono presenti<br />

numerosi rods di quarzo parallelizzati <strong>alla</strong> scistosità principale alpina. Talvolta i nastri di quarzo disegnano

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