Fig. 3. Limite massimo di distribuzione dei depositi dell’ultima glaciazione (LGM Auct.), con suddivisione in bacini idrografici dell’area del foglio. Complesso dei bacini tributari (ugt) (Pleistocene sup. - Olocene) I depositi riferibili a questa unità nel Bacino <strong>della</strong> Dora Riparia sono costituiti da diamicton massivi a matrice sabbiosa e sabbioso-limosa, nella quale sono immersi ciottoli e blocchi di varia forma: arrotondati o subarrotondati, talvolta levigati e striati, nel caso dei till di allogamento (ugt m); angolosi e subangolosi nel caso dei till di ablazione (ugt n). Questi ultimi sono poco addensati e in qualche caso mostrano superficialmente (es. Vallone di Galambra) tracce di lisciviazione ed ossidazione. Nella stessa località
sono stati individuati sedimenti limoso-sabbiosi stratificati, interpretati come depositi glaciolacustri (ugt p). L’attribuzione di questi depositi alle ultime fasi di ritiro pleistoceniche superiori è giustificata d<strong>alla</strong> loro distribuzione, dall’esclusiva natura locale dei clasti in essi contenuti e dai rapporti con sedimenti e forme legati al glacialismo regionale. In Valle di Susa i lembi più significativi sono conservati <strong>alla</strong> testata dei valloni <strong>della</strong> Rho, del Fréjus e di Rochemolles, confluenti nella conca di Bardonecchia, e lungo le incisioni laterali (es. Rio Segurét, Rio Secco, Rio Geronda, Rio Ponté, Vallone di Galambra e Val Clarea). Sul versante destro <strong>della</strong> media Valle di Susa le tracce più significative del glacialismo locale sono conservate nei pressi di Case dell’Orsiera, di Bergeria Soubeirand e del Fràis. L’espressione superficiale dei depositi è contraddistinta da argini morenici laterali, allungati parallelamente ai fianchi dei valloni tributari, e da argini frontali (es. testata dei valloni <strong>della</strong> Rho, di Rochemolles, del Segurét, di Galambra e del Rio Ponté in sinistra orografica; di Bergeria Soubeirand e di Case dell’Orsiera in destra orografica), spesso accompagnati da spill-way channel (es. Rio Ponté). In alcuni casi il rimo<strong>della</strong>mento intervenuto successivamente <strong>alla</strong> fase cataglaciale ad opera soprattutto di processi torrentizi ha determinato l’approfondimento erosionale e quindi la dissezione degli originari lembi glaciali (es. Rio Geronda e Rio Supire). Le superfici di appoggio basale dei depositi, sempre di natura erosionale, sono impostate nel substrato o, più raramente, sono incastrate nei depositi dell’Allogruppo di Salbertrand: l’analisi dei rapporti geometrici fra depositi e forme legati al glacialismo regionale e locale lasciano infatti intendere che quest’ultimo in alcuni casi è sopravvissuto a quello <strong>della</strong> valle principale dopo il ritiro del ghiacciaio segusino. Significativo è l’esempio del Rio Ponté, tributario di sinistra <strong>della</strong> Dora Riparia, nel quale si osserva chiaramente l’intersezione dei depositi legati al ghiacciaio locale con quelli delle Alloformazioni di Frénèe (a quota 1.600 m circa), di Fenìls e di Devéis (nei pressi delle omonime località). Situazione BERTONE et alii (1986). Nel bacino del Rio Berta, tributario di destra del T. Cenischia, sono stati individuati lembi di depositi glaciali costituiti da diamicton a matrice sabbiosa e sabbioso-limosa con ciottoli da subangolosi a subarrotondati e rari blocchi. I clasti sono costituiti da micascisti e gneiss del Massiccio d’Ambin e da quarziti. I depositi più significativi sono distribuiti sul versante settentrionale del Toasso Bianco e nei pressi di Bar Cenisio; in questa ultima località i lembi sono articolati in una serie di dorsali allineate Attribuibili esclusivamente al glacialismo locale in base <strong>alla</strong> posizione e <strong>alla</strong> petrografia dei clasti, i depositi conservati in Val Chisone sono costituiti da diamicton massivi poco addensati ed alterati, con matrice sabbioso-limosa con clasti centimetrico-decimetrici talora arrotondati. I lembi glaciali sono conservati in prossimità dello spartiacque Susa-Chisone (es. Rio Pomerol, Rivo Roccia e Vallone dell’Assietta) e <strong>alla</strong> testata di alcuni tributari di destra del T. Chisone (es. Vallone Gran Muels e Rio Combe Turge). Nel complesso l’originaria espressione morfologica dei depositi è mal espressa, come confermato dal limitato numero di forme di accumulo riconosciute (es. Rio Combe Turge). La natura dei clasti rinvenuti nei depositi di fondovalle conferma il legame di quest’ultimi ad apparati glaciali locali scesi, nella fase di massima espansione, fino ed oltre il punto di confluenza nella valle principale: si citano ad esempio i ghiacciai <strong>della</strong> Val Troncea e del Vallone Gran Muels, le cui tracce (depositi e superfici di mo<strong>della</strong>mento) sono state individuate nei pressi di Souchères Hautes (Fig. 3). 3. - UNITA’ IN FORMAZIONE NON DISTINTE IN BASE AL BACINO DI PERTINENZA Unità dei depositi glaciali recenti ed attuali (uid) (Olocene - Attuale) E’ costituita da accumuli caotici di blocchi, non lichenizzati, con struttura open-work o partially openwork (till di ablazione, uid n), formanti le morene frontali e laterali conservate ai margini delle masse glaciali attualmente in fase di arretramento. Meno frequentemente si rinvengono diamicton a matrice sabbioso-limosa, per nulla o poco addensati, con ciottoli e blocchi da subangolosi a subarrotondati (till di allogamento, uid m), e sporadici lembi di depositi sabbioso-limosi (depositi glaciolacustri, uid p). Nell’insieme i depositi rappresentano da un lato le tracce <strong>della</strong> massima avanzata olocenica (“Piccola Età del Ghiaccio”), dall’altro i prodotti del glacialismo attuale; quest’ultimi sono in diretto rapporto o molto prossimi alle poche masse glaciali limitate ai settori più elevati del Massiccio d’Ambin (ghiacciai dell’Agnello, del Galambra e del Muttet, confinati al di sopra dei 2.850 m di quota), e da quelle oggi praticamente ridotte a semplici glacionevati (es. Ghiacciaio dei Fourneaux).