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della CARTA GEOLOGICA D'ITALIA alla scala 1:50.000

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a quote via via meno elevate si rinvengano altri depositi riferibili all’Alloformazione di Devéis, senza<br />

tuttavia poterne osservare l’appoggio basale, lascerebbe supporre che il limite altimetrico inferiore di<br />

distribuzione di questa unità sia situato, almeno nel settore orientale, a meno di 850 m di quota.<br />

Depositi riconducibili all’Alloformazione di Devéis sono stati individuati anche sui versanti <strong>della</strong> Dora<br />

di Cesana (es. Amazas e S. Marco): si tratta di till di allogamento con ciottoli arrotondati, levigati e<br />

talora striati di calcescisti, calcari, pietre verdi e gabbri, oltre a rari ma quanto mai significativi ciottoli di<br />

radiolariti e arenarie.<br />

I depositi delle Alloformazioni di Fenìls e di Devéis sono distribuiti a quote progressivamente minori<br />

con areali di distribuzione via via più ridotti e più prossimi all’asse vallivo procedendo dal termine più<br />

antico a quello più recente; nella media Valle di Susa la conservazione di argini morenici laterali e di<br />

depositi fluvioglaciali in facies di ice-contact testimoniano la progressiva riduzione di ampiezza e di<br />

volume <strong>della</strong> massa glaciale. Le Alloformazioni di Fenìls e di Devéis,differenza dell’Alloformazione di<br />

Frénèe,non sono correlabili con le unità glaciali dell’anfiteatro pedemontano; le analogie nella posizione<br />

altimetrica e nelle caratteristiche interne esistenti fra queste unità e quelle riconoscibili in altri settori <strong>della</strong><br />

Valle di Susa inducono ad interpretarle le prime come il prodotto di distinte pulsazioni glaciali intravallive<br />

successive all’ultima espansione.<br />

2.2.3. - Allogruppo di S. Stefano<br />

Contemporaneamente al regresso delle masse glaciali hanno cominciato ad operare i processi di<br />

rimo<strong>della</strong>mento legati <strong>alla</strong> dinamica torrentizia: l’Unità di Seigneur e l’Alloformazione di Chiomonte<br />

esprimono in tal senso due episodi dell’evoluzione sedimentaria intravalliva post-glaciale. I depositi<br />

dell’Unità di Chiomonte testimoniano in particolare le ultime fasi di approfondimento erosionale <strong>della</strong><br />

Dora Riparia seguite al ritiro del ghiacciaio segusino e a quello <strong>della</strong> Val Clarea.<br />

Unità di Seigneur (sei) (Pleistocene sup.)<br />

A valle di Chiomonte è stato individuato un complesso di depositi ghiaiosi e ghiaioso-sabbiosi con<br />

struttura clast-supported, cementati o molto cementati, costituiti da ciottoli ben classati ed arrotondati<br />

frammisti ad una scarsa matrice sabbiosa. I ciottoli sono costituiti da micascisti e gneiss, cui si<br />

aggiungono subordinate quarziti, metabasiti, calcari e dolomie; significativa la presenza di serpentiniti e<br />

radiolariti provenienti da specifici settori <strong>della</strong> media ed alta Valle di Susa. La facies dei depositi è tipica<br />

di un ambiente fluviale intravallivo di energia relativamente bassa (sei f).<br />

I depositi sono stratificati in banchi di spessore metrico o decimetrico separati da superfici erosionali<br />

talora debolmente ondulate, talaltra molto irregolari e sottolineate da lag deposits. La stratificazione è<br />

suborizzontale, con la sola eccezione del settore di confluenza del Rio Clarea nella Dora Riparia, ove si<br />

osservano valori di inclinazione molto elevati (fino a 50° verso Est); questa evidenza, unitamente ad una<br />

serie di faglie normali a rigetto metrico, con direzione N130 ed inclinazione di 50-70° verso SO, indica la<br />

presenza di deformazioni compatibili, dal punto di vista cinematico, sia con il campo di sforzi legato<br />

all’evoluzione geodinamica recente, sia con fenomeni di glaciotettonica connessi alle variazioni di volume<br />

del ghiacciaio <strong>della</strong> Val Clarea successivamente <strong>alla</strong> messa in posto dell’unità. I depositi dell’Unità di<br />

Seigneur sono distribuiti fra i 725 ed i 645 m di quota. La superficie di appoggio basale è sempre<br />

mo<strong>della</strong>ta in roccia e mostra, nel tratto compreso tra lo sbocco <strong>della</strong> Val Clarea e Susa, un andamento<br />

anomalo con giacitura in contropendenza rispetto al versante. L’originario tetto deposizionale non è<br />

conservato poiché profondamente rimo<strong>della</strong>to oppure obliterato da superfici erosionali ad opera del<br />

ghiacciaio <strong>della</strong> Val Clarea. Non è chiaro se i depositi dell’Unità di Seigneu siano direttamente<br />

soggiacenti , ai depositi dell’Alloformazione di Devéis, ultimo episodio glaciale <strong>della</strong> media Valle di Susa,<br />

e quindi contemporanei (potrebbero costituire il riempimento di una forra di escavazione subglaciale), o<br />

se vi siano incastrati: in quest’ultimo caso sarebbero interpretabili come depositi fluviali successivi<br />

all’ultimo ritiro locale del ghiacciaio segusino. In entrambe le ipotesi, le cause delle condizioni di energia<br />

relativamente bassa che ne hanno controllato la sedimentazione vanno ricercate nell’ostacolo al deflusso<br />

locale delle acque indotto, oltre il gradino di Gravere, dal ghiacciaio allora ancora presente nella Val<br />

Cenischia e nella bassa Valle di Susa. La soggiacenza dell’Unità di Seigneur ai depositi legati all’episodio<br />

glaciale più recente <strong>della</strong> Val Clarea concorre nell’attribuirne con certezza un’età pleistocenica superiore.<br />

Lo sbarramento operato dal ghiacciaio <strong>della</strong> Val Cenischia - bassa Valle di Susa ha condizionato<br />

l’intera evoluzione tardo-pleistocenica superiore <strong>della</strong> media Valle di Susa, come testimoniato dal

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