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CAPITOLO III
REPUBBLICANI E FILOBORBONICI A PONTELANDOLFO
L'albero della libertà fu piantato a Pontelandolfo il primo febbraio 1799.
Erano presenti molti cittadini 1 , i quali esultando dicevano ad alta voce: Viva la
Repubblica! « Fra gli altri, Don Vincenzo, Don Egiddio e Don Salvatore Invecchia
predicavano esaltando detta Repubblica ed inveendo contro la Maestà del Re, proferivano
parole indecenti insinuando al popolo di dire viva la Repubblica, e mora il Tiranno. Tutti li
sopradetti, ed altri galantuomini, entrando poi in Chiesa, dall'Arciprete, Canonici, e Clero
si cantò il Te Deum, coll'esposizione del Santissimo in segno di giubilo. Indi processionalmente
da tutti si uscì fuori della Chiesa, e dal sudetto Arciprete si diede la
benedizione all'Albero (della libertà) col Venerabile. Indi il detto Don Egiddio ed Arciprete
(Don Giuseppe Perugini) insinuando al popolo ad alta voce Viva la Repubblica Napolitana,
e con sparo di pistole, ed altro, ed il sudetto Don Salvatore Invecchia dicea, che da sette
anni teneva questo rospo nel corpo, e sempre col pericolo di essere discoverto da
inconfidente, e trovarsi senza testa. Ed ora sarei io capace, diceva (Don Salvatore), di
tagliare la testa all'istesso Re, e che appunto nell'istessa mattina avea buttato il ritratto della
Maestà sudetta e della Regina 2 nostra Signora dentro un forno ardente, avendoseli prima
1 Don Nicola e Don Vincenzo Gugliotti, i fratelli Don Egidio, Don Libero, Don Francesco, Don Angelantonio,
l'Arciprete Don Giuseppe e Don Giambattista Perugini, Don Salvatore Invecchia, Don Giuseppe Guerrera, Don
Carlo, Don Lorenzo e Don Carminio Pulzella ed altri.
2 Si tratta della regina Maria Carolina d'Absburgo (1752 - 1814) che sposò Ferdinando IV, re di Napoli. Era la
sorella di Maria Antonietta, sposa del re di Francia Luigi XVI. La madre Maria Teresa, arciduchessa d'Austria,
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