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Untitled - Pontelandolfo news

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essendo fuori di casa, si presero un accetta, una forma di caso, ed un coltello di tavola. In<br />

casa di Pietro Lesi, il quale stava ignudo corcato in letto, lo ligarono e si presero da dentro<br />

la cascia due anelli d'oro, tre d'argento, un paio di scarpe di donna, una fascia di seta, un<br />

falzoletto dello stesso, ed alcuni pezzi d'argento servibili per creature. Il paesano Domenico<br />

O. portava una lanterna accesa nelle mani, e nell'atto, che così ligato, lo conducevano nelle<br />

carceri, da uno di detta gente armata li fu tolto dalla sua sacca una borza, che vi erano<br />

dentro carlini 12 10 (= L. 4,25). In casa di Francesco Iavecchia, il quale stava dormendo<br />

nella sua casa, lo ligarono, ed indi si presero una scoppetta ed un pennacchio per il<br />

cappello. In casa di Nicodemo Rinaldi, il quale non era in casa, gli rubbarono anelli d'oro<br />

numero 5, ed altri tanti d'argento, come pure molti panni di lino, consistentino in camicie,<br />

sinali, e 4 gonne di donne, tovaglia, e tovagliola con oro, tutte le dette robbe servibili per<br />

sua cognata e sorella, due scoppette. Tutti (i saccheggiatori erano) accompagnati dal detto<br />

Domenico O. In casa -di Donato Santopietro, il quale fu carcerato e bastonato severamente,<br />

si presero una fascia di bambagia per uso di vaticale, un falzoletto stampato, e certe cosette<br />

d'argento servibili per creature. In casa di Liberantonio Santopietro, doppo di aver carcerato<br />

il di lui fratello Giuseppe, si presero un giacchetto, ed una camiciola di panno, un paio di<br />

calze di lana, un caldaio di rame, colla scorta e guida dell'istesso Domenico O. Inseguirono<br />

pur anche Luca Perugino, carcerandolo, e si presero da sopra (cioè addosso) del medesimo<br />

una camiciola di lino, certi danari quali erano circa carlini 10. E doppo di averlo rubbato<br />

circa le ore undeci, detta gente armata, di unita con Giampietro P., e Giovanni G. di detta<br />

Terra di <strong>Pontelandolfo</strong>, si portarono nella massaria di Antonio Guerrera, ed avendo una<br />

12 Carlino: antica moneta d'oro e d'argento del Regno di Sicilia emessa nel 1278 da Carlo I d'Angiò. Fu<br />

coniata anche sotto Carlo II d'Angiò, all'<br />

epoca della Repubblica Partenopea (1799) e durante il Regno di Gioacchino Murat (cfr. CERMENTINI e<br />

TODERI, Prezzario Monete, Tip. Gori, Firenze,<br />

1973, pp. 236-243).<br />

Il carlino aveva al diritto lo scudo e al rovescio l'Annunciazione della<br />

Vergine, per cui veniva chiamato anche saluto. Il suo valore equivaleva a L. 0,425, cioè circa mezza lira. Molte<br />

zecche diedero lo stesso nome anche<br />

ad altri pezzi, fra cui il carlino papale, detto giulio (dal nome di Papa Giulio II) e quello bolognese, dal quale<br />

derivò il titolo del famoso quotidiano Il Resto del Carlino.<br />

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