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Miscellanea Ex Libris, 2011. PDF 898 KB - Toni Pecoraro

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Tutto sta a provate che il numero dei raccoglitori di queste graziose incisioni, utili documenti agli<br />

studiosi di araldica e di bibliografia, è divenuto notevole anche in Italia ed aumenta ogni dì. Quando<br />

mancassero altre prove al mio asserto, questa sola basterebbe: la diffusione degli <strong>Ex</strong>-<strong>Libris</strong><br />

falsificati. Da Torino, da Genova, da Roma, da Firenze, da Napoli.... e da qualche altro paese<br />

ancora, vengono offerti degli <strong>Ex</strong>-<strong>Libris</strong> stampati ora su carta antica, o con vecchi clichés, o inventati<br />

di sana pianta. Vecchie stampe di stemmi o allegorie qualsiasi che ornavano le testate dei capitoli<br />

nell'epoca migliore della vignettistica italiana, vengono riprodotte con l'aggiunta di un nome più o<br />

meno illustre e vendute per <strong>Ex</strong>-<strong>Libris</strong> antichi.<br />

Non riuscirà sgradevole, credo, ai lettori qualche notizia sugli <strong>Ex</strong>-<strong>Libris</strong> e su chi li ha usati.<br />

L'<strong>Ex</strong>-<strong>Libris</strong> è la indicazione di proprietà che il possessore di una biblioteca pone sul cartone o sul<br />

foglio di guardia di ogni volume; l'uso di esso è vecchio quasi quanto le raccolte di libri. In Italia<br />

l'amore ai libri ed il conseguente piacere di raccoglierli è antichissimo. I nostri grandi letterati, per<br />

non parlare d'altri, furono e sono dei collezionisti di libri. Da Francesco Petrarca che aveva formato<br />

la raccolta più ricca de' suoi tempi di codici preziosi pel testo e per meravigliose miniature, a<br />

Torquato Tasso che scriveva spesso quale «segno di proprietà» il suo nome sul frontispizio dei<br />

volumi da lui posseduti, a Ugo Foscolo del quale qui riproduciamo il bell'<strong>Ex</strong>-<strong>Libris</strong> (avvertendo<br />

che non tutti lo credono autentico), a Giosuè Carducci, il più grande dei poeti ed<br />

VITTORIO ALFIERI (circa 1790)<br />

(Raccolta L. Battistelli, Milano)<br />

il più illustre dei collezionisti viventi, che possiede nella sua ricca biblioteca una notevole raccolta<br />

di Edizioni Principe dei letterati italiani fatta con amore, con intelletto superiore e con la pazienza di<br />

un collezionista.<br />

Prima della invenzione della stampa il possessore di un volume scriveva spesso sul foglio di guardia<br />

oltre al proprio nome, una frase, dei versi, qualche volta un intero sonetto o un'ode. Alcuni di questi<br />

<strong>Ex</strong>-<strong>Libris</strong> primitivi sono curiosissimi: se ne incontrano di faceti e di morali. Vi ha chi afferma che i<br />

libri sono per gli amici più che per sé, altra volta sono preghiere cortesi agli amici perché non<br />

dimentichino di rendere il libro al suo legittimo proprietario. C'è chi arriva a feroci minacce: «Chi<br />

mi ruberà il libro morrà di mala morte». L'abitudine di non restituire i libri deve essere molto<br />

antica. Bertarelli ricorda opportunamente Marziale che a Luperco, il quale gli aveva chiesto per<br />

favore il volume degli Epigrammi, scrisse: «E inutile venire sino da me a chiedere il libro quando il<br />

libraio Atrecto che ti è vicino darà<br />

Rasum pumice, purpuraque cultum

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