Miscellanea Ex Libris, 2011. PDF 898 KB - Toni Pecoraro
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PAPPAFAVA DI VENEZIA (circa 1760).<br />
(Raccolta M. Vio Bonato di Padova).<br />
Una notevole diffusione nell'uso dell'<strong>Ex</strong>-<strong>Libris</strong> si ebbe in Italia nel secolo XVII. In quell'epoca, ad<br />
ogni ramo dello scibile si dedicarono innumerevoli cultori, la produzione tipografica prese un<br />
grande sviluppo, il libro divenne, per modo di dire, popolare. E parallela alla diffusione, notiamo,<br />
caratteristica della popolarità, una decadenza nell'arte del libro. La carta, i caratteri tipografici, le<br />
rilegature dei volumi, tutto è ben lontano, nella maggior parte della produzione libraria, dallo<br />
splendore che essa aveva raggiunto nel Rinascimento. Si voleva produrre a buon mercato, per<br />
rendere il libro accessibile anche alle borse non sempre pingui degli studiosi modesti, dei<br />
professionisti. Quasi tutte le grandi opere stampate nei secoli precedenti ebbero nuove edizioni, e<br />
nello stesso tempo vedevano la luce in numero infinito i libri scritti dai contemporanei, scienziati,<br />
teologhi, filosofi, letterati. I frati portarono un grande contributo a questa fioritura di volumi, e le<br />
biblioteche dei conventi, già numerose e cospicue nei due secoli precedenti, aumentarono tanto<br />
da potersi contare a centinaia verso la fine del XVII secolo.<br />
GIOVANNI BIZZARRO (circa 1780).<br />
(Raccolte L. Battistelli, Milano).<br />
I professionisti tutti possedevano una raccolta di libri più spesso eclettica che speciale, perché era<br />
uso approfondirsi in ogni ramo degli studi e spesso il giureconsulto, il medico erano anche storici e<br />
letterati. Alle Corti dei Principi e presso le famiglie nobili, l'uso di destinare uno o più saloni del<br />
palazzo alla biblioteca, già frequente nel Rinascimento, divenne generale. La maggior parte di<br />
quelle raccolte